Ivan Zazzaroni per corrieredellosport.it
mario balotelli roberto mancini
E così, nel giro di poche ore, siamo passati dalla prostituzione intellettuale di una dozzina di anni fa alla disonestà intellettuale di questa settimana. Un bel progresso: da puttane a disonesti, ancorché intellettuali, e insomma non ci facciamo mancare proprio niente, a parte le coppe europee.
All’amico brasiliano che mi chiede come ce la passiamo fra l’eliminazione della Juventus, la paura per i Mondiali del Qatar, ancora così lontano ma fi n troppo vicino, il Covid e soprattutto l’Ucraina, rispondo che viviamo in piena schizofrenia. Siamo - come dicono a Rio - esquizofrênicos. A ogni livello. E l’ispirazione viene dall’alto: spediamo agli ucraini disperati giubbotti, elmetti in kevlar, metal detector e robot per lo sminamento, mentre a Putin paghiamo ottanta milioni al giorno perché ci rifornisca di gas. In compenso, facciamo la faccia dura all’arte, allo spettacolo, allo sport, epurando Dostoevskij, i maestri di musica, addirittura gli atleti paralimpici e le squadre di calcio russe.
mario balotelli roberto mancini
Certo ci sentiamo più liberi, più forti, anzi fortissimi perché il governo dice che la pandemia è passata, anche se i sommi virologi denunciano la crescita dell’omicron così distante dall’omega e l’ingresso dell’ennesima variante. E mentre Palermo annuncia festoso il pienone del Barbera per Italia-Macedonia, i media anticipano come Cassandra - nota comunicatrice di sfiga - il funerale della Nazionale di Mancini. E per fortuna che c’è Ciro Immobile (Balo all’ultimo è rimasto a casa a favore di João Pedro), l’Enea sulle cui spalle salirà Anchise Gravina per evitare la fine di Tavecchio.
mario balotelli roberto mancini
Ma oggi, se Dio vuole, è (ancora) sabato. Un sabato al profumo di scudetto, di sogni usurati ma non estinti, che precede i giorni che cambieranno il futuro del nostro calcio. Un sabato al quale chiediamo di aprire, per non chiuderla più, una parentesi di ottimismo e speranza: sono otto ore piene, partendo dal Napoli per arrivare al Milan attraverso l’Inter. Ore che devono ricordarci che non siamo i più disgraziati raccontati da commentatori e tifosi frustrati dalla Championexit, così come non eravamo i più belli d’Europa nel luglio scorso, il mese del miracolo: nelle coppe, lasciatemo dire, ci hanno condannato più gli episodi e le tante assenze che il gioco: abbiamo perciò il dovere di tornare a credere nelle capacità dei nostri tecnici migliori, da Mancini a Allegri, da Spalletti a Pioli, a Inzaghi, apprezzati più all’estero che in Italia. Per i campioni e i talenti suggerisco di ripassare più avanti. Oppure di citofonare Susy.
cassano balotelli prandelli
CASSANO
Da itasportpress.it
"Balotelli puoi chiamarlo o meno, può piacere o meno. Sono e sarò sempre al fianco di Mancini e delle sue scelte, e tiferò sempre Italia. Detto questo, io Balotelli l'avrei chiamato", ha detto Cassano. "Nella sua genialità e follia, una giocata te la fa negli ultimi minuti. L'avrei tenuto lì, per metterlo nel finale in caso di necessità".
mancini zaniolo MARIO BALOTELLI CON ROBERTO MANCINI NEL 2018 mario balotelli roberto mancini