Giacomo Amadori per La Verità
MATTEO E TIZIANO RENZI
A metà giugno aveva annunciato via chat ad amici e compagni l' addio alla politica. Erano trascorsi due giorni dalla sconfitta della sua candidata Eva Uccella alle elezioni amministrative di Rignano sull' Arno. Sono passati altri due mesi e mezzo e Tiziano Renzi è ridisceso in campo per l' ennesima volta. Riaprendo persino il proprio profilo Facebook.
L' illustre genitore, come il figlio Matteo, a ogni annuncio di ritiro, fa seguire il ritorno. Ma se l' ex premier ha appena minacciato di attraversare l' Italia in treno per dieci settimane, come un venditore di Folletto con il suo libro in mano, il padre sta organizzando la riscossa a Rignano sull' Arno dove ogni giorno spara contro il sindaco Daniele Lorenzini, colpevole di aver sconfitto il Giglio magico nella corsa al Municipio.
Dragon Boat
Ma la ripartenza non era così scontata, anche a causa dei problemi di salute di Tiziano. Su Vanity fair Matteo aveva persino raccontato di aver pianto al capezzale del genitore operato al cuore, dopo aver dubitato della sua buona fede a causa dell' inchiesta Consip. Ma adesso il babbo sembra ritornato più forte che pria. Nei giorni scorsi si è fatto fotografare mentre pagaiava sull' Arno con una decina di amici per promuovere la disciplina sportiva del Dragon boat: 20 persone che remano su una barca lunga 12,66 metri per costruire un gruppo affiatato. I natanti sono il pallino del momento, dopo che nel programma elettorale di giugno aveva fatto inserire l' idea di un battello per collegare Rignano e il vicino outlet del lusso.
MATTEO E TIZIANO RENZI
Sembra passato un secolo da quando scrisse nella chat segreta queste parole: «Sono un raccoglitore di odio e di invidia francamente sconvolgente, ma reale. Pensavo di fare a casa mia una cena di addio alla politica affinché sia evidente che io non sono più attivo nel Pd. Devo trovare una apparente occupazione distrattiva o nello sport o nel volontariato tipo Croce azzurra». Ma evidentemente le pubbliche assistenze hanno preferito lasciarlo in dote al partito e lui è ritornato a essere l' animatore dell' annuale festa dell' Unità, mai mesta come quest' anno, a causa della sconfitta elettorale e dell' inchiesta Consip che ha coinvolto Tiziano.
tiziano renzi luca lotti
Per questo il programma intitolato «Cittadini del mondo» è molto più povero di quello delle edizioni precedenti e conta non poche defezioni, dopo il pellegrinaggio di ministri e parlamentari in campagna elettorale. Mancherà all' appuntamento pure Luca Lotti, che aveva preso parte alle kermesse precedenti.
Presenziare sarebbe stato troppo rischioso, visto che il ministro dello Sport è accusato di favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nella stessa inchiesta in cui è coinvolto Renzi senior. E che il convitato di pietra della festa sia proprio l' inchiesta Consip è chiaro anche dal tema di alcuni dibattiti. Per esempio quello del 29 agosto era intitolato «Wtf(ake) come sopravvivere nella Rete delle post verità».
DANIELE LORENZINI
Ma in molti hanno capito che le «post verità» sotto processo erano quelle delle cronache giudiziarie. Tanto che un mattacchione sul sito del Partito democratico di Rignano ha commentato a proposito del convegno: «Interessa a 21 persone... l' evento lo potete fare pure in garage a casa di Tiziano, nel campo sportivo ci state larghi». Il moderatore del sito se l' è presa e gli ha dato del vigliacco. Il provocatore ha rilanciato invitando i piddini ad andare a lavorare. Ma se alla festa dell' Unità il pubblico e gli ospiti languono, ci si consola con il gran fritto misto, le frattaglie e la paella o dibattendo sulla legalizzazione della cannabis e sui vaccini obbligatori.
INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO
Intanto il Pd di Tiziano fa la guerra a tutto campo al sindaco Lorenzini, ex medico di famiglia dei Renzi, colpevole di essersi ribellato ai diktat del babbo e ora soprannominato «succhiaruote», come i ciclisti che vanno a rimorchio degli altri. Sul sito del Pd appaiono post involontariamente comici come questo: «Se l' amministrazione avesse inventiva e un po' di buona volontà potrebbe trasformare Rignano nella Parigi del Valdarno».
Ma la vis polemica dei piddini non risparmia neppure il camposanto e attacca sindaco e assessori su una questione legata ai necrofori: «Giovedì 27 luglio al cimitero di San Cristoforo è successo un fatto increscioso. All' arrivo della salma non erano presenti gli addetti alla sepoltura , tanto meno era stata predisposta la fossa per l' inumazione. Il Pd di Rignano è solidale con la famiglia del congiunto, già colpita dal lutto, per la spiacevole situazione». Il manifesto, un po' sciacallesco, è firmato dall' avvocato Luca Mirco, portavoce del Pd locale, ma prima e soprattutto legale di Tiziano.
CONSIP CARABINIERI
Sarà per questo che sul sito della sezione rignanese del partito l' argomento che domina è la vicenda Consip. Per esempio è stata ripresa con una certa enfasi la notizia della scarcerazione dell' avvocato Alfredo Romeo, principale accusato dell' indagine. Ma è stata un' intervista più che garantista della Repubblica del 18 agosto allo stesso Romeo ad aver mandato in sollucchero Mirco & compagni: «La verità piano piano emerge», si legge sul sito.
Lo stesso giorno è stato rilanciato pure un altro colloquio, sul Quotidiano nazionale, con l' avvocato napoletano con occhiello rivelatore: «Magistrati ingiusti». Un funzionario di Consip si è autoaccusato di aver incassato 100.000 euro da Romeo per passargli informazioni? «Non so perché lo abbia fatto, magari è stato sottoposto a una pressione investigativa che lo ha spaventato...» è stata l' incredibile giustificazione di Romeo. Una chiave di lettura che però ha convinto i piddini rignanesi: «Piano piano si capisce come sono andate le cose».
ALFREDO ROMEO
Che il clima sia cambiato lo dimostra anche la decisione di Tiziano di riaprire il proprio profilo Facebook, nonostante per ora comunichi solo privatamente. A gennaio il figlio gli aveva vietato di tornare sui social network per risolvere le proprie questioni personali: «Su Facebook, non ti iscrivi. Nel modo più assoluto. Il contraddittorio lo fai dai pm, non sui media diventando una macchietta», gli aveva intimato via sms. Evidentemente, otto mesi dopo, il rischio caricatura, in casa Renzi, deve sembrare scongiurato.