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    TOGA PARTY – IL CONSIGLIO SUPERIORE DI MAGISTRATURA  FARÀ UNA MISSIONE SPECIALE A MILANO PER DECIDERE IL DESTINO DI FABIO DE PAQUALE E PAOLO STORARI. IL PROCURATORE AGGIUNTO E IL PM SONO SOTTO PROCEDIMENTO PER INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE, DOPO LA LOTTA INTESTINA SUL PROCESSO ENI E I VERBALI DELLA LOGGIA UNGHERIA - POCHI GIORNI DOPO LA “VISITA” DEL CSM SI TERRÀ L’UDIENZA PRELIMINARE A CARICO DI DAVIGO E STORARI


     
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    Giuseppe Salvaggiulo per www.lastampa.it

     

    PAOLO STORARI PAOLO STORARI

    Il Consiglio superiore della magistratura farà una missione speciale a Milano, nella Procura dilaniata da una guerra senza precedenti, per valutare la permanenza in quell’ufficio di almeno due magistrati, il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il pm Paolo Storari.

     

    FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

    La prima commissione del Csm, titolare dei procedimenti per incompatibilità ambientale, ha fissato una data alla fine di gennaio (Covid permettendo) in cui si trasferirà a Milano per procedere alle audizioni in Procura. Il calendario dei magistrati da ascoltare si va definendo. Sicuramente il primo sarà Riccardo Targetti, che svolge le funzioni di procuratore dopo il pensionamento di Francesco Greco e in attesa del successore, la cui nomina si preannuncia contrastata e richiederà alcuni mesi.

    vincenzo armanna vincenzo armanna

     

    L’incompatibilità ambientale è la formula con cui viene sintetizzata una situazione di fatto, anche a prescindere da suoi comportamenti colpevoli, che rende la presenza di un magistrato in un certo ufficio pregiudizievole per l’esercizio delle funzioni con indipendenza e imparzialità. È una procedura delicata, perché deroga al principio della inamovibilità del magistrato, e viene attivata solo quando la situazione di incompatibilità oggettiva è clamorosamente percepita in tutto l’ambiente giudiziario.

     

    Che a Milano questo clamore (strepitus, recitano le delibere del Csm) vi sia, nessuno può dubitarlo. Più complicato è stabilire chi l’abbia causato, e se i magistrati protagonisti di questa guerra siano davvero un ostacolo alla corretta funzionalità della seconda Procura d’Italia. Nei mesi scorsi, dieci magistrati (anche esterni alla Procura) erano già stati ascolti dal Csm a Roma.

     

    PAOLO STORARI PAOLO STORARI

    Ma quei verbali non sono stati ritenuti esaustivi. Per questo la commissione ha deciso sia di estendere gli accertamenti alla posizione del pm Storari (De Pasquale era già stato iscritto in questa fase preistruttoria), sia di organizzare una missione a Milano, per «respirare» i veleni che corrono in Procura. Il fascicolo ha due relatori: l’avvocato napoletano Michele Cerabona (laico eletto dal Parlamento su indicazione di Forza Italia) e il pm antimafia Nino Di Matteo.

     

    FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

    Di Matteo è colui che, dieci mesi fa, svelò l’esistenza della guerra nella Procura di Milano, raccontando pubblicamente di aver ricevuto, in forma anonima, alcuni verbali di interrogatorio dell’avvocato Piero Amara.

     

    Da lì bisogna ricostruire questa guerra tra magistrati. Perché è proprio l’enigmatico Amara, avvocato d’affari siciliano implicato in diverse inchieste per corruzione di magistrati, ad aver terremotato la Procura di Milano, dopo aver fatto esplodere quella di Roma.

     

    Negli anni tra il 2014 e il 2019, Amara è un assiduo frequentatore della Procura di Milano con il sodale ed ex manager Eni Vincenzo Armanna, teste chiave nel processo contro i vertici Eni per una presunta maxitangente in Nigeria. Processo su cui molto investe l’allora procuratore Francesco Greco, creando addirittura uno specifico dipartimento denominato «corruzione internazionale», affidato al procuratore aggiunto De Pasquale.

     

    FRANCESCO GRECO FRANCESCO GRECO

    Quando si scopre che Amara e Armanna ordiscono operazioni di depistaggio, la Procura ipotizza che ad armarli siano gli stessi vertici Eni, per sabotare il processo per corruzione internazionale. Così non la pensa il pm Storari: ritiene che ci siano prove del doppio gioco e, ignorato, propone ai suoi capi di depositarle nel processo contro i manager Eni, che ne uscirebbero scagionati, e di arrestare i due calunniatori.

     

    Lo scontro si acuisce alla fine del 2019, quando Amara, in una serie di interrogatori, parla di una loggia segreta paramassonica, denominata Ungheria, con diverse decine di alti esponenti istituzionali: politici, militari, burocrati, magistrati. Una bomba su cui Storari chiede ai vertici della Procura di indagare immediatamente.

    piero amara 4 piero amara 4

     

    Ora Storari accusa i vertici della Procura di non aver voluto indagare, per evitare di accusare Amara di calunnia, proprio nella fase decisiva del processo contro Eni, poi finito in assoluzioni per inesistenza del fatto. Greco, De Pasquale e l’altro procuratore aggiunto, Laura Pedio, controbattono accusando Storari di scorrettezza.

     

    PAOLO STORARI PAOLO STORARI

    La faccenda finisce inevitabilmente al Csm e alla Procura di Brescia, competente sui magistrati milanesi. La Procura di Brescia ha indagato, chiedendo l’archiviazione per Greco. L’indagine su De Pasquale è ancora in corso. Sul fronte Eni, Storari ha avuto ragione: i processi per corruzione sono finiti in nulla, mentre l’indagine sui depistaggi si è conclusa come sosteneva lui: Amara e Armanna accusati di calunnia ai danni dei vertici Eni.

     

    FABIO DE PASQUALE SERGIO SPADARO FABIO DE PASQUALE SERGIO SPADARO

    Ma nel frattempo Storari è finito sotto inchiesta della Procura di Brescia, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per aver consegnato i verbali di Amara sulla loggia Ungheria, nell’aprile 2020, all’allora membro del Csm Piercamillo Davigo, in polemica con i suoi capi. Davigo, ora imputato con Storari, portò i verbali a Roma e li veicolò all’interno del Csm, facendo in modo che ne fosse informato anche il Quirinale.

    SEBASTIANO ARDITA NINO DI MATTEO SEBASTIANO ARDITA NINO DI MATTEO

     

    Quando, alcuni mesi dopo, Davigo fu estromesso per motivi di età dal Csm, i verbali di Amara rimasero nel suo ufficio nella disponibilità della sua segretaria, Marcella Contrafatto. Successivamente furono mandati in forma anonima a due giornalisti e al membro del Csm, Di Matteo, che ne informò la Procura di Perugia.

     

    Perché proprio Di Matteo? Perché è il consigliere del Csm più legato a Sebastiano Ardita, pm antimafia come lui, indicato da Amara come affiliato alla loggia Ungheria. Di Matteo ha sempre difeso Ardita, mentre Davigo era in rotta con entrambi. Secondo la Procura di Brescia, Davigo mostrava i verbali ai colleghi del Csm per isolare Ardita, che a tal proposito si considera vittima del reato.

     

    francesco greco e piercamillo davigo francesco greco e piercamillo davigo

    L’udienza preliminare a carico di Davigo e Storari è fissata all’inizio di febbraio, pochi giorni dopo la missione del Csm a Milano. Storari è anche sotto processo disciplinare, ma nei mesi scorsi il Csm ha rigettato l’istanza cautela della Procura della Cassazione che voleva trasferirlo da Milano e togliergli le funzioni di pm. Con lui, firmando un documento pubblico, si erano schierati 56 colleghi su 64, negando che la sua presenza turbasse l’ufficio.

    ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO FRANCESCO GRECO GHERARDO COLOMBO - POOL MANI PULITE ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO FRANCESCO GRECO GHERARDO COLOMBO - POOL MANI PULITE

     

    Ora il Csm, acquisiti tutti gli elementi, dovrà valutare se lui e De Pasquale possono ancora lavorare nella Procura di Milano.

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