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    TOGLIETE L'IVA MA NON LEVATECI L'UVA - CONTIENE FIBRE E ANTIOSSIDANTI, ABBASSA PRESSIONE E COLESTEROLO, È RICCA DI POTASSIO E POVERA DI SODIO: ECCO PERCHE' QUESTO FRUTTO FA COSI’ BENE - OCCHIO A NON ESAGERARE SE NON VOLETE FAR SALIRE L’AGO DELLA BILANCIA - UN CONSIGLIO? NON SBUCCIATELA…


     
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    Marta Dore per La Repubblica

     

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    Dono del dio Osiride agli uomini, l'uva ha accompagnato il nostro immaginario fin dal tempo degli egizi. Forse anche per il vino che da questo magnifico frutto si ricava. In un recente libro pubblicato da poco negli Stati Uniti, Grapes and Health (Uva e salute), vengono elencate le più importanti ricerche degli ultimi anni sui benefici legati al consumo di questo frutto: prevenzione delle malattie cardiovascolari e infiammatorie, aterosclerosi, e poi l' azione positiva che eserciterebbe sulla salute di cervello, vista, apparato digerente.

     

    «Le evidenze scientifiche più solide riguardano i benefici nel miglioramento della circolazione sanguigna, legati ad abbassamento del colesterolo, riduzione dell' aggregazione piastrinica, "pulizia" delle pareti dei vasi sanguigni», precisa Stefania Ruggeri, nutrizionista del Crea e docente a Tor Vergata.

     

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    Il merito di tanta grazia è dei composti fitochimici, flavonoidi e flavonoli, delle antocianine e della vitamina K, che abbondano nell' uva. In particolare, il consumo di questo frutto, associato ai frutti di bosco, fortemente antiossidanti, comporta una riduzione del rischio cardiovascolare.

     

    «Vero, però la maggior parte degli studi scientifici è stata fatta utilizzando gli estratti di queste sostanze benefiche derivati dall' uva e dai semi. E non il frutto. Inoltre molti esperimenti sono stati condotti su linee cellulari e non direttamente sull' uomo», sottolinea Ruggeri. Ciò non toglie che consumandone nelle giuste quantità faccia bene. Attenzione, però, perché è molto ricca di zuccheri».

     

    L' uva è costituita infatti al 96% da carboidrati semplici - zuccheri dunque - e contiene molte calorie rispetto ad altri frutti: ben 61 per 100 grammi. Le pere, per esempio, che hanno una stagionalità simile, ne hanno 35, le arance 34, le mele 38. Il suo elevato contenuto calorico spiega perché l' uva è raramente prevista nelle diete ipocaloriche e perché le persone diabetiche devono consumarla con attenzione e solo dietro consiglio del medico.

     

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    Va detto, però, che l' uva è anche una discreta fonte di fibra, che contrasta l' assorbimento degli zuccheri. «È vero che la fibra presente negli acini, in particolare nella buccia, abbassa il picco glicemico, ma non in modo così significativo », precisa Ruggeri.

     

    Come e in che dosi va consumata, allora? In una dieta variata e quando l' uva è di stagione, tra fine agosto e fine ottobre, il consumo ideale per le persone sane è di una porzione da 150 grammi un paio di volte alla settimana. Discorso diverso per chi pratica sport aerobici. Dopo un allenamento, per reintegrare acqua e zuccheri persi, un piccolo grappolo d' uva è efficace e gustoso. Se poi lo si abbina a un pezzetto di parmigiano, si recuperano anche le proteine.

     

     

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    «È importante però non sbucciare mai gli acini, nemmeno per la merenda dei bambini - si raccomanda Ruggeri - è soprattutto nella buccia, infatti, che si trovano le sostanze più benefiche del frutto ed è sempre lì che si concentra la maggior parte della fibra».

     

    Flavonoli e flavonoidi e resveratrolo abbondano in particolare nella buccia dell' uva nera, che ne contiene 20 volte in più rispetto a quella bianca. Per finire, l' uva è particolarmente ricca di potassio mentre è povera di sodio, caratteristica che la rende particolarmente diuretica e vantaggiosa per chi soffre di ritenzione idrica. Considerando anche i suoi effetti positivi sulla circolazione, aiuta il benessere delle donne in menopausa. Ma occhio alla bilancia.

     

     

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