Estratto dell'articolo di Massimo Sideri per il “Corriere della Sera”
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In un racconto delle Cosmicomiche, […] Italo Calvino […] anticipava la volontà umana di comprimere tutti i dati del mondo nei transistor. Il racconto, intitolato «La memoria del mondo» sembra anticipare Google ma anche il metaverso con la creazione di un personaggio-informazione che si contrappone al personaggio-reale.
Se ci ronzano le orecchie c’è un perché: parlava di noi e del nostro ormai indissolubile rapporto con i nostri avatar […]. Quello che non avrebbe potuto prevedere Calvino è che le parole compresse dai chip sarebbero diventate una nuova forma di spazzatura: nel 2023 abbiamo prodotto 97 zettabyte di dati, 97 mila miliardi di miliardi di piccoli frammenti (perlopiù inutili, talvolta dannosi) delle nostre vite quotidiane.
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[…] Le grandi rivoluzioni non sempre hanno bisogno di tanto spazio: basti pensare a E=mC2. Questo è il vero limite della Rete che rischia di diventare una fabbrica di informazioni inutili o gassose, un ribollire di echi. […]