Andrea Rossi e Michele Sasso per www.lastampa.it
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«Se a occuparsene è Alberto possiamo stare tranquilli, perché se mai faremo un dossier sarà rispettoso dei nostri criteri». Per convincere la costola torinese del Movimento 5 Stelle a non ostacolare il sogno di Chiara Appendino di ricandidare Torino alle Olimpiadi invernali del 2026 - per cui oggi corre il tandem Milano-Cortina - si era mosso Beppe Grillo in persona. E via telefono aveva sedato la burrascosa fronda dei grillini, ostili ai Giochi del cemento e del debito, spiegando loro che grazie ad «Alberto» erano in buone mani, il Movimento avrebbe mostrato che si può organizzare un grande evento sostenibile.
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A distanza di sette mesi l’architetto Alberto Sasso, che di Grillo è amico da anni, è indagato dalla procura di Torino per turbativa d’asta. Il pm Gianfranco Colace contesta, a lui e ad altre cinque persone, l’incarico affidato dall’Unione Montana dei Comuni olimpici della Via Lattea al professionista vicino ai Cinque Stelle il 6 giugno 2018. Una consulenza da 49.990 euro lordi, 39.400 netti, 600 sotto la soglia oltre cui la legge impone di indire una procedura di evidenza pubblica.
Sasso invece ha ricevuto un affidamento diretto per predisporre il dossier finalizzato alla fase di «Dialogue stage» con il Comitato olimpico internazionale. In quel momento Torino voleva ancora fare corsa a sé. Due mesi dopo il quadro è cambiato. Il Coni ha deciso altrimenti: Torino, Milano e Cortina dovevano correre insieme, il dossier di Sasso era carta straccia. L’epilogo è noto: Torino si è sfilata, il tandem lombardo-veneto si contende l’Olimpiade con Stoccolma.
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Secondo il pm Colace l’affidamento diretto potrebbe essere stato pilotato e il compenso sarebbe stato calcolato ad hoc per bypassare le procedure di evidenza pubblica. Una collaborazione «cucita su misura» per una figura - così è scritto nella determina dell’Unione montana - scelta «su proposta del sindaco di Torino». Un caso sollevato più volte in Sala Rossa dal capogruppo del Pd Stefano Lo Russo e poi confermato al pm in procura.
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Per Chiara Appendino, Sasso non era solo l’esperto adatto a confezionare un dossier aderente alla sua visione; era anche l’unico in grado di assicurarle la non belligeranza del Movimento 5 Stelle. Per questa ragione l’aveva proposto ai sindaci dell’Unione montana che l’avevano messo sotto contratto. Perché? Semplice: la candidatura olimpica nasceva dalle valli, ma soprattutto Appendino avrebbe avuto vita durissima a farsi autorizzare dalla sua maggioranza una spesa per il dossier olimpico.
Con l’architetto sono indagate altre cinque persone collegate all’Unione montana cui viene contestato il concorso nel reato. Alla riunione in cui venne deliberata la consulenza erano presenti il presidente Maurizio Beria, i sindaci di Sestriere Valter Marin, di Pragelato Monica Berton e di Cesana Lorenzo Colomb.
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A fine gennaio i carabinieri del pool della procura hanno effettuato una perquisizione a Sasso a caccia di elementi utili a provare l’ipotesi d’accusa. Originario di Imperia, naturalizzato torinese, Sasso non è un nome qualsiasi nella galassia del Movimento: grazie alle sue competenze su urbanistica sostenibile e progetti partecipati ha affascinato Beppe Grillo, che lo volle sul palco genovese del terzo V-Day, nel 2013, per raccontare le sue idee sul recupero dei borghi montani e la costruzione di palazzi passivi. Tre anni dopo, conquistato il Campidoglio con Virginia Raggi, eccolo nella nuova veste di mediatore per conto del Comune su alcune revisioni al progetto del nuovo stadio della Roma, costato ai grillini romani un’ondata di arresti per corruzione e malaffare.
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Un anno fa Sasso ha tentato il grande salto nel Palazzo: candidato tra le fila del M5s alla Camera nel collegio di Mirafiori, ha però mancato l’elezione, ma a ottobre è stato nominato nel consiglio di amministrazione di Eur spa, la società (per il 90% del ministero dell’Economia e per il 10% di Roma Capitale) che gestisce il prestigioso patrimonio immobiliare nel quartiere costruito per l’esposizione universale del 1942. La poltrona da presidente vale 60 mila euro all’anno.