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    TORNA LIBERA DOPO 12 ANNI DOINA MATEI, LA DONNA ROMENA CONDANNATA PER AVER UCCISO VANESSA RUSSO CONFICCANDOLE LA PUNTA DI UN OMBRELLO IN UN OCCHIO - LE SONO STATI SCONTATI QUATTRO ANNI PER BUONA CONDOTTA - NEL 2007 SI PROSTITUIVA SULLA TIBURTINA MENTRE NEL 2016 HA COMINCIATO A REINSERIRSI NELLA SOCIETÀ, TROVANDO LAVORO NEL MONDO DELLA RISTORAZIONE - È MAMMA DI DUE FIGLI, UNO DA POCO MAGGIORENNE…


     
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    Giulio De Santis per il “Corriere della sera - Edizione Roma”

     

    vanessa russo vanessa russo

    Doina Matei, 33 anni, è una donna libera. La romena, condannata in via definitiva nel 2010 a 16 anni di carcere per aver ucciso Vanessa Russo conficcandole la punta di un ombrello in un occhio, ha pagato tutti i suoi debiti con la giustizia. Ieri mattina il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Venezia ha firmato l' atto con cui ha certificato il fine pena.

     

    Una conclusione anticipata di quattro anni, ottenuta grazie alla buona condotta che ha consentito a Doina di guadagnare 45 giorni ogni sei mesi dal momento dell'ingresso in carcere. Ora non dovrà più rispettare le prescrizioni che le erano state imposte alla fine del 2015, quando ha avuto la semilibertà. Obblighi che se fossero stati violati avrebbero comportato il rientro nel carcere lagunare della Giudecca, dove la romena è stata reclusa negli ultimi nove anni. Potrà quindi tornare a viaggiare. E la sera potrà rientrare nella sua casa vicino a Venezia quando vorrà, mentre fino a due giorni fa era tenuta a farvi ritorno alle 22 per restarci fino alle 6 del mattino.

     

    doina matei con l ombrello nella metro doina matei con l ombrello nella metro

    Doina - seguita fin dal giorno dell'arresto dall'avvocato Carlo Testa Piccolomini - già nel 2016 ha cominciato a reinserirsi nella società. Ha trovato lavoro come dirigente in un'attività legata al mondo della ristorazione. Ed è mamma di due figli, uno da poco maggiorenne, l' altro ancora un adolescente che frequenta le scuole medie.

     

    Una fotografia che dimostra come, secondo il suo legale, Doina ha compiuto un faticoso percorso di rieducazione. La ragazza che nel 2007 si prostituiva sulla Tiburtina per sbarcare il lunario e dare da mangiare ai figli non esiste più. «Era un animaletto, oggi è una signora», si sbilancia Nino Marazzita, l'altro avvocato che ha seguito il processo in primo e secondo grado.

     

    doina matei arrestata doina matei arrestata

    Per capire quanto profonda sia stata la trasformazione della 33enne bisogna tornare al pomeriggio del 26 aprile del 2007, alla stazione metro Termini. All' apertura delle porte del convoglio, Vanessa Russo, 23 anni, studentessa universitaria, è aggredita al culmine di una lite da due sconosciute.

     

    Una, Doina, la colpisce con l' ombrello in un occhio uccidendola. La romena e l' amica, minorenne, scappano. Ma il 29 aprile sono arrestate. Doina è accusata di omicidio volontario, reato poi derubricato in omicidio preterintenzionale quando è condannata in abbreviato a 16 anni. Sentenza confermata in Cassazione.

     

    doina matei 7 doina matei 7

    In questi 12 anni, racconta chi la conosce, Doina ha dedicato tutta se stessa a recidere i ponti con il passato. Anche commettendo passi falsi. Nel 2008 scrive al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendo un aiuto perché «non resisto a stare lontana dai miei figli». Missiva rimasta (ovviamente) senza risposta. Doina comunque si rimbocca le maniche.

     

    Nel 2011 è seconda a un concorso letterario riservato ai detenuti, con un racconto intitolato «La ragazza con l' ombrello» scritto con l' aiuto di Franca Leosini. Questo uno dei passaggi: «Non volevo la morte di nessuno io, ma è successo e devo pagare () con un rimorso che non mi abbandonerà mai».

     

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    A fine 2015 ottiene la semilibertà. Che tuttavia perde nell'aprile del 2016 per aver postato una foto su Facebook in costume. Errore che le è perdonato subito dal Tribunale di sorveglianza, che si sofferma sul «lodevole impegno» dimostrato nel lavoro e sul fatto che i permessi dal carcere «sono utilizzati per rinsaldare i legami familiari». «La fase riabilitativa - sottolinea l' avvocato Testa Piccolomini - l' ha sfruttata con dedizione. Ora Doina vuole solo essere dimenticata».

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