Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
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La vita incerta della Russia comincia in farmacia. Sono giorni come gli altri, assicura la televisione di Stato. Sarà anche così, ma non per i diabetici, che faticano a trovare sugli scaffali Apidra, l'insulina prodotta dalla francese Sanofi, la più diffusa nel Paese, che sta esaurendo le scorte. Al punto che la stessa Organizzazione governativa per la salute ha sentito la necessità di denunciare alcuni medici che hanno cominciato a prescrivere medicine biosimilari, insomma copie dell'originale, ai bambini affetti da questa patologia.
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E lo stesso vale per l'Eutirox, ben noto a chi ha problemi di tiroide, prodotto dalla multinazionale tedesca Merck. Come se non bastassero i fiocchi d'avena e il caffè che raddoppiano di prezzo, e poi le code alla metropolitana di sovietica memoria, perché ogni pagamento elettronico è ormai disattivato, con conseguente ritorno ai rotoli di banconote dello svalutatissimo rublo, che ieri, con la Borsa tenuta ancora chiusa per evitare il precipizio, ha toccato i suoi minimi storici.
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Mosca non crede alle lacrime per antica definizione cinematografica, ma la quotidianità dei russi sta diventando un pianto. E ormai anche le istituzioni riconoscono in modo implicito i problemi di questo isolamento forzato. Proprio ieri è stato introdotto il divieto di esportazione fino al 31 agosto di materie prime come grano e zucchero, per evitare una possibile anzi probabile carenza interna da qui a pochi giorni. Nella maggioranza dei negozi è già entrato in vigore un razionamento non dichiarato che colpisce i settori più diversi della quotidianità.
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A partire dall'inizio della settimana in corso, è concesso l'acquisto di una sola confezione da quattro rotoli di carta igienica a persona. Chiamarlo panico non si può. E forse non è nemmeno corretto. Ma se lette in controluce, anche le ultime dichiarazioni di Vladimir Putin lasciano intravedere almeno un'ombra di inquietudine sulla quotidianità russa. «Le sanzioni illegittime decise dall'Occidente creeranno alcuni problemi e alcune difficoltà» ha detto il presidente durante una riunione in videoconferenza con i suoi ministri. È la prima volta che il Cremlino fa una ammissione del genere. «Tutto sarà comunque risolto insieme ai nostri alleati che non riconoscono questi provvedimenti» e qui il riferimento implicito è all'alleato cinese, che però ieri si è rifiutato di fornire alle linee aeree russe i pezzi di ricambio che Boeing e Airbus hanno smesso di inviare.
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Anche l'annuncio di provvedimenti severi nei confronti delle aziende che stanno interrompendo le loro operazioni nel Paese, una minaccia di imminente nazionalizzazione neppure troppo velata, è accompagnato dal riconoscimento di «ostacoli sul nostro cammino che supereremo, come abbiamo fatto in passato». E se le sanzioni provocheranno un ulteriore aumento del prezzo dei prodotti alimentari e di quelli petroliferi in tutto il mondo, «questo è solo il risultato degli errori di calcolo dell'Occidente, non hanno nulla di cui incolparci».
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Avanti così, verso una economia di guerra. Da ieri e fino al prossimo undici settembre, chissà se la scelta della data è casuale, nulla sembra esserlo nelle mosse del Cremlino, è stato introdotto un tetto massimo di diecimila dollari al prelievo da conti correnti e depositi. Chi chiederà euro, si dovrà accontentare di ritirare banconote statunitensi, un segnale sinistro in termini di liquidità della Banca centrale russa. La nuova stretta non riguarda soltanto il portafoglio.
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La Duma ha approvato una nuova lista di 2.500 persone fisiche designate come «agenti stranieri», definizione che è ormai l'equivalente russo della lettera scarlatta. Giornalisti, blogger, attivisti, all'appello non manca quasi nessuno. Se si presenteranno a elezioni di qualunque genere, saranno obbligati a una dichiarazione preventiva prima di ogni intervento pubblico, nella quale dovranno ricordare l'esistenza di questa etichetta.
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Chi invece verrà giudicato colpevole in base alla nuova legge sulla censura, non avrà questo problema, perché non potrà candidarsi per i prossimi cinque anni. Quando l'economia comincia ad andare male in modo palpabile, si previene ancora di più il possibile dissenso. Il tempo lavora a nostro favore, ha detto il ministro delle Finanze Anton Siluanov concludendo l'incontro di governo. La scommessa della Russia è tutta qui. Anche quella dell'Occidente.
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