Flaminia Savelli per “il Messaggero”
Un' arma - una pistola - è stata ritirata. E anche per la licenza sono in corso le procedure per il ritiro. Così l' indagine sul maxi raduno del Pincio di sabato scorso si è allargata arrivando al padre di uno dei ragazzini coinvolti. È lui il proprietario della pistola.
Suo figlio, minorenne, tra i primi a essere identificati insieme alla vittima del pestaggio che sarebbe un coetaneo, uno straniero di origini egiziane. Con le immagini degli scontri che rimbalzavano di chat in chat. Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che l' uomo abbia assistito (ma disarmato) allo scontro.
RISSA PINCIO WELCOME TO FAVELAS
Vengono in mente le parole, quasi profetiche, del prefetto Matteo Piantedosi, che subito ha parlato di «profondi problemi socio-familiari dei protagonisti» alla base dello scompiglio dello scorso fine settimana. Mentre proseguono gli accertamenti per risalire all' identità degli altri partecipanti, sale l' allerta per un secondo round. Da martedì sono in circolazione nuovi video e nuove minacce virtuali: «Tanto la vendetta ci sta sempre», «Aspettiamo e andiamo» dicono due amici durante una diretta Instagram mimando il gesto della pistola, che non è sfuggito agli occhi degli investigatori. E proprio sulla ricerca di armi, pistole e coltelli, si starebbero concentrando.
Intanto dai carabinieri della compagnia Centro sono state inviate le prime informative: una a piazzale Clodio, che ha aperto un fascicolo per rissa, e una alla Procura dei Minori. Con i militari ancora impegnati su più fronti. Il sospetto è che l' annuncio di un secondo scontro, potrebbe essere molto di più di una minaccia social. E dunque stanno studiando luoghi e piazze sensibili. Punti dove intensificare i controlli con agenti e pattuglie, fisse e mobili, già a partire da domani. Le procedure e i sistemi di controllo verranno coordinati dalla Prefettura. La decisione di presidiare le zone più calde della città era arrivata subito, già a poche ore dal maxi raduno. Per evitare che possano ripetersi episodi analoghi.
PINCIO RISSA 1
LE INDAGINI
Ai militari resta inoltre il difficile compito di capire chi ha innescato la miccia. Il primo messaggio dunque, pubblicato sul web e che ha raggiunto centinaia di adolescenti. La certezza infatti è che i 400 under 18 che sabato si sono ritrovati sulla terrazza del Pincio, erano stati reclutati via Telegram e via Instagram. Si tratta di diverse compagnie arrivate da più parti della Capitale, dal Quadraro, Cinecittà al Tuscolano.
La voce che nelle prime ore si era rincorsa nel web, di un regolamento di conti tra due ragazze, sarebbe infondata. Sono ancora cauti gli investigatori ma di Jasmine e Vittoria, le due nominate nelle conversazioni via social non c' è al momento traccia. Se non nel mondo virtuale: «Non siamo ancora in grado di stabilire se le ragazze esistano davvero- confermano gli investigatori- ma abbiamo accertato che quel video, in cui vengono nominate, è di un anno fa». Il sospetto, piuttosto, è che quel messaggio sia stato rilanciato per attirare l' attenzione, per creare un pretesto.
LE FONTI APERTE
PINCIO RISSA 1
Nelle prossime ore termineranno le perizie su video e audio analizzate. Si tratta di tutto il materiale rintracciato dalle condivisioni degli adolescenti attraverso i loro profili, le fonti aperte su cui gli investigatori lavorano da sabato notte. E da dove, in sostanza è partita l' inchiesta.
Ma per stabilire chi realmente era presente, e chi invece ha fatto solo da tramite condividendo il materiale in rete, è stato necessario accedere ai tabulati telefonici. Sono stati incrociati dati e registrazioni tra utenze, nominativi e le celle telefoniche tra Villa Borghese, la terrazza del Pincio e Piazza del Popolo.
roma, rissa e assembramenti al pincio 7 matteo piantedosi PINCIO RISSA 1