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    TORNATE SU FACEBOOK! – I TIKTOKER PROFESSIONISTI BOCCIANO I POLITICI "BOOMER" CHE PROVANO A FARE I GIOVANI SUL SOCIAL –  I CONSIGLI DI PETER ACE, "CONTENT CREATOR" CLASSE 2003, CHE PUÒ VANTARE 2 MILIONI DI FOLLOWER: “NON BISOGNA RIVOLGERSI IN MODO INFANTILE AL PUBBLICO, E OCCHIO AL FORMATO DEI VIDEO!” – L'IMPORTANTE NON È NON FARSI DARE DEL "CRINGE", MA ESSERCI E FAR PARLARE DI SÉ. E IN QUESTO, IL VINCITORE PER ORA È BERLUSCONI, CHE HA GIÀ FATTO 6 MILIONI DI VISUALIZZAZIONI CON I SUOI STRACULTISSIMI "CIAO RAGAZZI" E "TIK-TOK-TAK"! - VIDEO


     
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    1 - CACCIA AGLI ELETTORI FEBBRE DA SOCIAL TIKTOK, I POLITICI BUSSANO AI GIOVANI

    David Allegranti per “QN – La Nazione”

     

    silvio berlusconi tiktok silvio berlusconi tiktok

    TikTok, l'importante è essere, anzi, esserci. In un colpo solo ieri, primo settembre 2022, sul social network cinese sono sbarcati Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e il Pd. Tutti in una volta, appassionatamente, gli anni Novanta, Duemila e Duemilaventi al servizio della campagna elettorale più fiacca della storia.

     

    D'altronde l'occasione è ghiotta, quest' anno per la prima volta votano anche i diciottenni per il Senato e c'è da parlare con tutti. «Ciao ragazzi! Eccomi qua: vi do il benvenuto sul mio canale ufficiale di TikTok», dice Berlusconi, sempre uguale a sé stesso, sempre identico a quel video del 1994 sull'«Italia è il Paese che amo».

     

    Allegria! «Soffro di un po' di invidia», dice il Cav., che però ha studiato il mezzo («Su questa piattaforma voi ragazzi siete presenti in oltre 5 milioni e il 60 per cento di voi ha meno di 30 anni»), anche se poi non si capisce se dice «vi faccio ugualmente tanti complimenti» o «mi faccio ugualmente tanti complimenti». Comunque, prime proposte berlusconiane da tiktoker, niente balletti ma opere di meme: «Detassazione e decontribuzione per le imprese che vi assumeranno». E poi una barzelletta «su Berlusconi».

    alessandro zan tiktok alessandro zan tiktok

     

    Perché «le storielle creano cordialità, la barzelletta è terapeutica, fa bene e pulisce il cervello», insegna. Festa grande, avanti il prossimo.

     

    Ecco Renzi, che vinse le primarie fiorentine del 2009 grazie anche a Facebook, quando la politica pop online era all'inizio.

     

    «Per molti di voi sono un esperto di 'first reaction: shock' o di 'shish', linguaggi quasi più complessi del corsivo», gigioneggia il leader di Italia Viva, che ricorda al giovane pubblico di essere stato giovanissimo presidente del Consiglio, arbitro di calcio, capoclan («boyscout, non camorra»), ma «soprattutto sono un politico, uno che crede nella politica».

     

    matteo renzi tiktok matteo renzi tiktok

    C'è poi il Pd, che ha creato un profilo di partito, non intestato al leader (sempre a rivendicare il collettivo, Letta), e manda avanti Alessandro Zan, che piazza una trafila di lamentele per la mancata approvazione del ddl che porta il suo nome. Colpa delle solite destre, dice Zan, che sono benaltriste e non si curano dei diritti delle persone: «Il partito democratico ha deciso di fare il primo video su TikTok proprio sui diritti.

     

    Senza diritti non c'è democrazia, e parlo di tutti i diritti. Il diritto di camminare con il proprio compagno o con la propria compagna per strada senza essere picchiati Il diritto a vivere in un ambiente sano e sostenibile». E via così. Zan deve essere il primo politico che esordisce in una campagna elettorale con una comunicazione sui social per spiegare di essere stato sconfitto in una battaglia parlamentare. Tanti cari auguri.

    matteo salvini tiktok matteo salvini tiktok

     

    Il politologo Marco Tarchi, tra i massimi studiosi di populismo, ha spiegato una volta che Twitter «è 'roba da intellettuali', almeno in Italia»: «Lo si usa per avere più spazio sui giornali e sui siti, e quindi di rimbalzo può servire, ma alla gran massa dei potenziali sostenitori non arriva.

     

    Tanto è vero che chi vuole dialogare con la 'gente comune' si serve piuttosto di Instagram, oltre che di Facebook». Su TikTok invece ci sono i giovani, come ha opportunamente ricordato Berlusconi: la maggior parte degli utenti ha fra i 16 e i 24 anni, e ieri si sono trovati un ultraottantenne e qualche quarantenne tendente ai cinquanta pronti a spiegare ai maggiorenni perché dovrebbero andare a votare. Troppo «cringe», come direbbero i gggiovani?

     

     

     

     

     

    2 - I POLITICI RIMANDATI DA TIKTOK

    Estratto dell’articolo di Martina Pigna per “il Messaggero”

     

    carlo calenda su tiktok 1 carlo calenda su tiktok 1

    […] Tanto rumore per nulla. Soprattutto se spetta ai tiktoker l'ultima parola sull'uso della piattaforma da parte dei politici. Lasciati alle spalle i tempi in cui erano loro sotto la lente d'ingrandimento dei grandi in una piattaforma spesso snobbata o criticata, i tiktoker osservano, mossi da un misto di curiosità e simpatia, la venuta dei nuovi leader politici, pronti a dare qualche dritta ai nuovi colleghi.

     

    Lo fa, ad esempio, Peter Ace, classe 2003 e 2 milioni di follower su TikTok: «L'errore da evitare è tenere il formato di Facebook, ma anche quello di continuare ad usare lo stesso linguaggio della Tv. Non bisogna certo rivolgersi in modo infantile al pubblico di TikTok, ma dovrebbero cambiare il modo di porsi». Per il resto, secondo Ace, il primo approccio è stato quello giusto, anche se serve «la giusta strategia affinché i follower possano cominciare ad appoggiare concretamente anche le scelte politiche».

    GIUSEPPE CONTE CONTRO LA MELONI SU TIKTOK GIUSEPPE CONTE CONTRO LA MELONI SU TIKTOK

     

    Poi c'è la questione viralità di cui sa qualcosa anche Melissa Bianco, Chetedevodì per il popolo social, che ha spopolato sulla rete per i suoi sketch e la verve romana: «TikTok è un mezzo potentissimo per diffondere messaggi ma - ammette - va usato bene». E non è scontato che i video caricati dai politici finiscano nella sezione “per te”, dove ci sono i contenuti selezionati dall'algoritmo, in modo indipendente dalle persone seguite.

    peter ace 1 peter ace 1

     

     

     

     

    Se Melissa non si è imbattuta in nessuno di questi fino ad adesso, Giulia Salemi, 18 anni, tra i volti più amati di TikTok con una dote di ben 4,5 milioni di follower, conferma al Messaggero che «sono pochi i video dei politici nei “per te”, almeno fino ad adesso».

     

    L'uso dei montaggi, ad esempio, da parte di Conte - dice Giulia - è positivo, così come lo è coinvolgere la persona che guarda. Per questo, piace la strategia di Renzi che ha cercato di umanizzare la sua figura e di avvicinarsi ai giovani, raccontando il suo passato. Mentre non la convince la scelta di Salvini di continuare ad un usare messaggi indiretti e non a tu per tu con chi lo guarda.

     

    GIULIA SALEMI GIULIA SALEMI

    Ma se gli effetti e le strategie, pur con qualche scivolone da boomer cominciano ad esserci, i giovani aspettano i temi: «Nel suo video Renzi non ha parlato dei progetti futuri: proporre esempi concreti è quello di cui hanno bisogno i giovani», aggiunge ancora Giulia. Si era riproposto di farlo Berlusconi che ieri sera ha festeggiato l'approdo da record: «Vi ho detto che vi avrei intrattenuti su argomenti che possono riguardarvi su da vicino su TikTok, che avrei preferito chiamare Tik Tok Tak, ma ho pensato anche che per mantenere i rapporti con gli altri bisogna tendere alla massima cordialità.

     

    GIULIA SALEMI 2 GIULIA SALEMI 2

    Uno degli strumenti per arrivare a farlo sono le barzellette, perché sono terapeutiche. Poi penseremo a parlare di programmi. Tik Tok Tak!». Ma c'è chi, come Matteo Cellerino che per Factanza, informa la Gen Z su TikTok, mette in guardia: «La nostra generazione si fonda sull'ironia, ma finita l'ondata di novità non è detto che questa rimanga la strategia vincente». Al contrario, secondo Cellerino, la scelta del profilo di partito, come per il Pd, con il tempo, «potrebbe garantire una maggiore legittimazione». Ai posteri, insomma, l'ardua sentenza.

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