Fabio Poletti per “la Stampa”
FELICE MANIERO
Un uomo preoccupato, molto preoccupato. Non tanto per il carcere, dove Felice Maniero, l'ex boss della Mala del Brenta poi pentito, torna dopo avere già scontato 20 anni, questa volta per maltrattamenti nei confronti della compagna 42 enne. La sua principale preoccupazione è la figlia 18 enne, rimasta sola a casa. A lei Felice Maniero scrive poche righe di suo pugno dietro l' ordinanza del giudice bresciano che lo rimanda in carcere: «Torno presto, ma tu studia e vai avanti. Solo così mi fai felice. Mamma ha ingigantito tutto e ha raccontato cose che non ho fatto nemmeno quando ero giovane. Sei il mio tutto».
FELICE MANIERO
Ora che è venuto fuori che Felice Maniero risiedeva a Brescia, che girano le carte di questo nuovo guaio giudiziario dove l' ex boss è indicato con il suo nome fittizio L.M., la cosa che più teme è che qualcuno degli uomini della sua banda, finito in carcere per le sue confessioni assai meticolose, anche a distanza di anni voglia fargliela pagare. Proprio per ragioni di sicurezza Felice Maniero è rinchiuso nell' area protetta del carcere di Bergamo.
La sua compagna dalla fine di luglio si trova in una casa famiglia per donne maltrattate, proprio per essere al sicuro da quel convivente manesco. Libera, anche se in Questura stanno studiando misure di protezione, per questo si indaga anche sulla fuga di notizie, rimane appunto la figlia 18 enne.
FELICE MANIERO
La ragazza davanti alla quale Felice Maniero è scoppiato in lacrime, quando l' altro giorno gli agenti sono andati a casa per mettergli le manette: «Non mi portate in carcere, fatelo per mia figlia». L'immagine di padre così premuroso stride molto con i racconti contenuti nell' ordinanza del gip di Brescia Luca Tringali.
A Felice Maniero sono contestati una decina di episodi, tra insulti e ingiurie. Non risultano violenze fisiche. Quando la sua compagna lo scorso maggio si è fatta visitare in Pronto soccorso a Brescia, denunciando lo stato d' ansia e un forte mal di testa, non ha parlato di violenze fisiche. Né sono stati stilati certificati medici. Ma il suo racconto per il giudice bresciano è veritiero: «La donna non romanza e i suoi racconti sono circostanziati e precisi».
FELICE MANIERO
Quelle che racconta la compagna di Maniero sono soprattutto violenze verbali. Lui che la minaccia di compiere alcune commissioni per la sua società, poi destinata a fallire: «Se non ti muovi ti brucio tutte le borse». Lui che la obbliga a fare esercizi fisici punitivi: «Colonnello, 100 flessioni». Lui che le urla: «Non sai con chi ti sei messa. Io comandavo 500 persone».
Risulta che la donna sapesse perfettamente chi fosse il compagno e cosa avesse fatto in passato, omicidi compresi. Così come la figlia, che in alcuni episodi avrebbe addirittura assistito alle aggressioni verbali. Per Felice Maniero che oggi cercherà di spiegare le sue ragioni nell' interrogatorio di garanzia, secondo il giudice non restava che il carcere: «Illusorio il braccialetto elettronico».
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