Andrea Pugliese per gazzetta.it
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Belotti rilancia il Torino, la Roma si arena sulla ripartenza. E alla fine la sfida tra bomber se la aggiudica Belotti, con due gol e altrettanti pali è stata un’autentica spina nel fianco della retroguardia giallorossa. Per la squadra di Fonseca una sconfitta inattesa (0-2, proprio come con l’Atalanta, l’unica altra sconfitta casalinga della sua stagione) e anche in parte sfortunata, visto che l’altro grande protagonista del successo granata si chiama Salvatore Sirigu, autore di almeno sei parate importanti. Mazzarri può invece festeggiare un successo che lo riporta temporaneamente all’ottavo posto, in una classifica più consona ai suoi valori.
Le assenze sono tanto da ambo le parti, ma Fonseca ha più alternative rispetto a Mazzarri, che invece è costretto a mandare in campo un indici quasi obbligato. A fare la partita è soprattutto la Roma, che ha bisogno di vincere per restare in scia alla Lazio e consolidare il quarto posto. Dall’altra parte, però, il Torino gioca una partita intelligente e quando c’è da far male non disdegna mai la possibilità di provarci. Così ne viene fuori un primo tempo in cui Kolarov vince a sinistra il duello con De Silvestri ed è di fatto l’attaccante aggiunto dei giallorossi, mentre Belotti si aggiudica a distanza la sfida dei centravanti con Dzeko.
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Non solo per il gol (bello) al 46’, con cui porta in vantaggio il Torino ma anche per quello che aveva fatto fino a quel momento, tra cui un palo clamoroso all’8’ ed una bella giocata per Lukic (32’), che spreca malamente di testa da ottima posizione (esattamente come aveva fatto De Silvestri subito dopo il palo di Belotti). Ma se il Gallo è l’uomo che mette le ali al Torino, Sirigu è invece quello che lo tiene in vita a lungo.
Il portiere granata è decisivo infatti in almeno quattro circostanze, dicendo no in serie a Zaniolo, Florenzi, Kolarov su punizione e Pellegrini (calcio in corsa da appena dentro l’area). Veretout e Diawara in mezzo lavorano meglio come mediani rispetto alla coppia Lukic-Rincon, ma poi la supremazia giallorossa (55% di possesso palla e 10-7 nel conteggio dei tiri) non si concretizza. Fino al gol di Belotti, appunto, che manda il Torino negli spogliatoi con un sorriso in più.
PRESSIONE A VUOTO— Allora nella ripresa la Roma prova ad aumentare i giri al suo motore, anche se poi a sfiorare il gol in apertura è ancora Belotti, il cui tiro finisce sulla traversa (deviato ancora da Pau Lopez). Scampato il pericolo i giallorossi si riorganizzano e stringono d’assedio il Torino. Ma le idee non sono mai così lucide: mischie tanti, pericoli veri non moltissimi.
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Anche se Sirigu si distingue ancora almeno in un paio di circostanze: prima su Perotti (ma il tiro sarebbe finito fuori), poi su Pellegrini (con Mancini che sulla ribattuta non riesce a ribadire in rete). Per aumentare la qualità del palleggio Fonseca lancia dentro Mkhitaryan come mediano accanto a Diawara, Mazzarri risponde con Meitè per Verdi, per mettere ancora più chili (e corsa a difesa) del prezioso vantaggio. Quindi è anche il momento di Kalinic, con Mkhitaryan che calcia male col sinistro la palla del pari e Kolarov che su punizione mette paura a Sirigu.
La Roma protesta per un fallo di mano di Izzo (già ammonito) con cui interrompe una potenziale azione pericolosa. Poi al 37’ Belotti attacca lo spazio e una volta dentro l’area calcia, con Smalling che respinge e poi allontana con la mano il pallone. Interviene la Var, è rigore: sul dischetto va Belotti che fa 2-0. Il resto è pura accademia: un’occasione per Kalinic, la delusione dell’Olimpico e la gioia granata. Vince il Torino, la Roma si lecca le ferita.