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    ROSSI DI IMBARAZZO - UNA NUOVA TEGOLA SI ABBATTE SUL PARTITO DEMOCRATICO TOSCANO: L’EX PRESIDENTE DELLA REGIONE ENRICO ROSSI È STATO RINVIATO A GIUDIZIO CON L’ACCUSA DI FALSO IDEOLOGICO. AVREBBE TAROCCATO LE SPESE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 2015 - SECONDO L' ACCUSA, AVREBBE RICEVUTO CIRCA 600MILA EURO, MA IL TETTO ERA 125MILA. IL DENARO È STATO RACCOLTO DA “ECCOCI”, L’ASSOCIAZIONE DELL’EX CAPO DI GABINETTO LEDO GORI, INDAGATO PER CORRUZIONE IN UNO DEI FILONI DELL’INCHIESTA SULLE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA IN TOSCANA…


     
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    Fabio Amendolara per “la Verità”

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    La nuova tegola che imbarazza il Partito democratico è caduta ieri mattina sull' ex presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, passato con una certa velocità dal Pd ad Articolo Uno e poi rientrato nel Pd (ora ha un incarico da commissario del partito di Enrico Letta in Umbria): è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Firenze Gianluca Mancuso con l' accusa di falso ideologico per aver taroccato le spese della campagna elettorale per le regionali del 2015.

     

    ENRICO ROSSI ROM ENRICO ROSSI ROM

    Con il governatore è finito alla sbarra anche il commercialista Luciano Bachi, che era il mandatario elettorale. La prima udienza è fissata per il 18 febbraio 2022. Secondo l' accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Antonino Nastasi, l' ex governatore, difeso dall' avvocato Gaetano Viciconte (davanti al giudice ha affermato che si trattava di spese sostenute prima dell' inizio della campagna elettorale e che al più «ci si troverebbe di fronte a un illecito amministrativo e non a un reato»), avrebbe indotto in errore il collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d' appello di Firenze con una dichiarazione falsa: ha sostenuto di aver speso circa 59.000 euro per la campagna elettorale, a fronte di contributi ricevuti per circa 70.000.

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    In realtà, stando alla ricostruzione della Procura, avrebbe ricevuto e speso denaro ulteriore per circa 600.000 euro, raccolti da Eccoci, l' associazione dell' ex capogabinetto di Rossi, Ledo Gori, confermato anche da Eugenio Giani e finito nell' inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Toscana. Negli oltre 600.000 euro raccolti, come ha confermato anche Gori alla Nazione, ci sono pure bonifici dei conciatori (un cartello di conciatori è al centro dell' inchiesta).

    ENRICO ROSSI CON LA MASCHERINA ENRICO ROSSI CON LA MASCHERINA

     

    L' indagine è partita proprio da alcune conversazioni intercettate sul telefono rovente di Gori nel corso di un' inchiesta per corruzione che stava coordinando la Procura di Pisa. Si trattava di una presunta assegnazione di un incarico da dirigente sanitario in cambio di voti proprio mentre era in corso la campagna elettorale per le regionali nel 2015. Da quell' indagine è scaturito un processo che vede tra gli imputati Gori.

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    La campagna elettorale delle regionali che riconfermarono Rossi sulla poltrona da governatore, insomma, è risultata dopata per 540.000 euro. E rispetto alla legge regionale, che prevede un tetto massimo di circa 125.000 euro per le spese elettorali, è andata oltre di 475.000 euro. Per un secondo capo d' imputazione, sempre per falso ideologico, invece, l' ex governatore è stato prosciolto con la formula «perché il fatto non sussiste».

     

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    In questo caso si trattava di presunte irregolarità nelle dichiarazioni sulle spese elettorali presentate alla Regione Toscana. Rossi, nonostante il rinvio a giudizio, continua a sostenere che i magistrati hanno preso un granchio e ha dichiarato di «non aver superato il tetto».

     

    Secondo Rossi i conti dei magistrati si riferivano «a più anni di attività politica e non allo stretto periodo di campagna elettorale». Poi ha aggiunto: «L' accusa di finanziamento illecito è stata archiviata dagli stessi pm in sede di indagine: è un' attestazione di onestà nei miei confronti». E infatti Rossi dovrà affrontare il processo per falso ideologico.

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