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    TOTI LO SMEMORATO – NELLE 8 ORE DI INTERROGATORIO, IL GOVERNATORE DELLA LIGURIA HA INANELLATO 34 TRA “NON RICORDO” E “NON SO” – NELLE 167 DOMANDE DEI PM NON C’È TRACCIA DEL RUOLO DI APONTE NELLA “GUERRA” DEL PORTO DI GENOVA. L’UNICO PASSAGGIO SULL’ARMATORE: “NON HO MAI PROMESSO NÉ AD APONTE NÉ A SPINELLI LA PROROGA DELLA CONCESSIONE PER 30 ANNI DEL TERMINAL RINFUSE” – L'AMMISSIONE: “IL GRUPPO SPINELLI HA INIZIATO A SOSTENERE I MIEI COMITATI POLITICI DAL 2015”. POI: “CHIESI ESPRESSAMENTE I VOTI PER ILARIA CAVO PARLANDO CON UNO DEI DUE TESTA” (I GEMELLI TESTA, INDAGATI PER MAFIA, FURONO INCORONATI DIRIGENTI DI FORZA ITALIA DAL COORDINATORE LOMBARDO ALESSANDRO SORTE, SCUDIERO POLITICO DI MARTA FASCINA) – PER ORA TOTI RESTA AI DOMICILIARI


     
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    1 - I 34 "NON RICORDO" DI TOTI AI MAGISTRATI E SUI SOLDI DI SPINELLI "CI FINANZIA DAL 2015 "

    Estratto dell’articolo di Giuseppe Filetto e Marco Lignana per “la Repubblica”

     

    giovanni toti 1 giovanni toti 1

    Nella narrazione sterilizzata di Giovanni Toti, qualsiasi azione del presidente finisce per rientrare nella legittima attività politica. Aver lavorato per assicurare all'imprenditore Aldo Spinelli il buon esito di una pratica in porto e subito dopo battere cassa non è una mazzetta, come la vede la Procura. È una «captatio benevolentiae». Tra l'altro proprio «il gruppo Spinelli inizia a sostenere i miei comitati politici dal 2015», ma tutto per il governatore è legittimo.

     

    GIOVANNI TOTI IN AUTO IL GIORNO DELL INTERROGATORIO DAVANTI AI PM GIOVANNI TOTI IN AUTO IL GIORNO DELL INTERROGATORIO DAVANTI AI PM

    Poi: definire un membro del comitato portuale – l'avvocato Andrea La Mattina – uno che «si compra con una carta unta», secondo il presidente arrestato vuol dire «dargli più considerazione». Fare pressioni sul sindaco di Genova Marco Bucci per «raddrizzare» un altro componente dello stesso board, Giorgio Carozzi, significa invitare il primo cittadino «a fare allineare Carozzi e farlo convergere». E compiere «il giro del porto», come da Toti suggerito a Bucci, è doveroso «per ragionare dei piani di sviluppo e non per parlare dei finanziamenti».

     

    GIANLUIGI APONTE GIOVANNI TOTI GIANLUIGI APONTE GIOVANNI TOTI

    Insomma Toti, nel verbale che racconta le sue 8 ore di interrogatorio di fronte ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti (oltre all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati), ha risposto a 167 domande ma con 34 fra «non ricordo» e «non so». Soprattutto, ha dato un'interpretazione dei fatti (mai negati) diametralmente opposta a quella accusatoria. Per dirla con il legale che lo assiste, Stefano Savi, «le richieste di finanziamenti a sovventori abituali non erano collegate ad alcun tipo di favore». Anzi si tratta di «richieste fatte in modo esplicito e diretto, proprio nella convinzione di avere indirizzato i suoi interventi all'interesse pubblico».

     

    ilaria cavo ilaria cavo

    Il problema è che gli inquirenti non la pensano affatto così. E l'aria che tira, resta per nulla favorevole al governatore. Non è casuale che Savi, nonostante le dichiarazioni della vigilia, al momento abbia deciso di non presentare alla gip l'istanza di revoca dei domiciliari. Una richiesta del genere senza un parere favorevole della Procura è un enorme azzardo. E così la posizione del presidente sospeso resta congelata, e potrebbe rimanervi fino alle Europee.

     

    Di certo nella villa di Ameglia le dimissioni non sono in discussione e, anzi, Toti rivendica «la dignità» di uomo politico azzoppato dai pm. Quegli stessi magistrati che gli hanno consentito di parlare 17 giorni dopo l'arresto, e lo hanno tenuto una giornata nella caserma dentro il porto (uniche pause per focaccia e sigarette).

     

    PAGO - ALDO SPINELLI MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA PAGO - ALDO SPINELLI MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

    Toti ha risposto in primis sui contatti elettorali con la comunità dei riesini e con i gemelli Italo Maurizio e Arturo Angelo Testa. Se il presidente è accusato di voto di scambio, ai fratelli è contestata pure l'aggravante di agevolazione mafiosa. Il governatore riconosce che «sicuramente chiesi espressamente i voti per Ilaria Cavo (parlamentare, ndr) parlando con uno dei due Testa. Ma di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro». Pure un'intercettazione di Matteo Cozzani divenuta ormai celebre, quella in cui il capo di gabinetto teme di essere «squartato» dai riesini, viene ridimensionata: «Era un dialogo ironico».

     

    Ma è sulle accuse più gravi di corruzione che Toti dà l'impressione di cercare equilibrismi semantici pericolosamente vicini a un'ammissione. La Procura chiede conto di una conversazione chiave con Spinelli: «Lei afferma: "Il 29 va la tua roba... ricordati che io sto aspettando anche una mano..?". C'era una correlazione tra la pratica del rinnovo e il finanziamento?». Il governatore risponde che a scio' Aldo «davo una buona notizia e cioè che il 29 andava all'ordine del giorno la sua pratica, e gli reiteravo la richiesta di finanziamento. Non ho posto in relazione le due cose; al massimo era una captatio benevolentiae; volevo fare vedere che mi ero interessato per velocizzare la pratica».  […]

     

    2 - A TOTI 167 DOMANDE, MA I PM FANNO SPARIRE I DEMOCRATICI E PURE APONTE

    Estratto dell’articolo di Fabio Amendolara per “La Verità”

     

    MARCO BUCCI - ALDO SPINELLI - GIANLUIGI APONTE - GIOVANNI TOTI MARCO BUCCI - ALDO SPINELLI - GIANLUIGI APONTE - GIOVANNI TOTI

    Quando il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti ha varcato la soglia della caserma genovese della Guardia di finanza di via al Molo Giano ha trovato davanti a sé ben tre pubblici ministeri, Federico Manotti, Luca Monteverde e Ranieri Miniati ma anche un generale, un ufficiale e due sottufficiali delle Fiamme gialle. Il primo confronto tra accusa e difesa è durato otto ore, durante le quali inquirenti e investigatori hanno messo in campo 167 domande che nel verbale sono state numerate una per una. Toti, assistito dall’avvocato Stefano Savi, ha fornito 167 risposte.

     

    Gran parte dell’interrogatorio ruota attorno a un solo perno: l’imprenditore Aldo Spinelli. I pm sembrano concentratissimi sulle questioni che poneva al governatore e ai finanziamenti per il suo movimento. Mentre non trovano spazio tra le domande l’ipotizzato Sistema Porto, le alleanze e la politica ma anche le relazioni col Partito democratico e perfino i rapporti di forza nel porto.

     

    GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI

    […]  Il fuoco incrociato parte con una domanda sul perché Toti si trovasse il primo settembre 2021 sulla barca degli Spinelli. «La barca, attraccata alla Fiera, viene usata abitualmente da Aldo Spinelli per incontrare le persone. L’ho frequentata parecchie volte. Non ricordo un particolare motivo dell’incontro se non quello di tenere rapporti con uno dei maggiori operatori economici portuali». E Spinelli di certo lo era.

     

    Quel giorno le Fiamme gialle hanno captato nelle conversazioni gli interessi degli Spinelli per una spiaggia libera, quella di Punta dell’Olmo, dove a monte dell’arenile il gruppo aveva tirato su una imponente struttura immobiliare. «Dell’investimento di Punta dell’Olmo», ha spiegato Toti, «mi avevano parlato più volte. come del fatto che questa struttura che stavano recuperando avesse bisogno dell’utilizzo della spiaggia prospiciente».

     

    E IO PAGO - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA E IO PAGO - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

    Già un anno prima Toti, secondo i pm, avrebbe ricevuto lo sciù Aldo e suo figlio Roberto in Regione. E, sempre secondo l’accusa, si parlò già della spiaggia. Toti afferma: «Gli Spinelli ritenevano che un investimento così importante in termini di capitali avesse la necessità di poter contare sulla spiaggia davanti alla struttura. In questo caso, come in altri casi del tutto analoghi (come villa Zanelli a Savona), la mia posizione era che la pretesa, se conforme alla legge, poteva essere sostenuta».

     

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    «Come si è conclusa la riunione?», è la domanda successiva. Toti non si sottrae: «Sicuramente si è conclusa con un mandato ai tecnici per definire i termini. Avendo avuto contezza degli atti ho potuto ricostruire che il parere dei tecnici era stato negativo». Poi tornano all’incontro sullo yacht: «Chi ha introdotto l’argomento della spiaggia?». Il governatore argomenta: «Fu Aldo Spinelli a ripropormi la questione, lamentandosi del fatto che la spiaggia non l’aveva avuta. Ho risposto che mi sarei informato».

     

    A quel punto scattò una telefonata (intercettata) con il consigliere regionale Alessandro Bozzano. Gli inquirenti ricordano a Toti le sue parole: «Senti a me... Bisogna trovare una soluzione per la spiaggia lì... di Punta dell’Olmo». E gli chiedono cosa intendesse. «Volevo dire», spiega Toti, «che, sempre che la normativa lo avesse consentito, sarebbe stato bene anche secondo il nostro indirizzo politico venire incontro alla richiesta di Spinelli».

     

    Gianluigi Aponte, Paolo Signorini e Alfonso Lavarello Gianluigi Aponte, Paolo Signorini e Alfonso Lavarello

    In quello stesso incontro lo sciù Aldo avrebbe chiesto al governatore anche una mano per accelerare l’approvazione della proroga per il Terminal rinfuse. Ma per Toti era solo una richiesta esplorativa: «Mi chiese di intervenire per capire perché non stava andando a buon fine la sua richiesta».

     

    Il governatore ha anche aggiunto di aver chiamato il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini per informarsi. Ma le parziali curiosità investigative non sono finite. I pm gli chiedono conto della presenza degli Spinelli durante la telefonata a Signorini (che peraltro si sentiva, come emerge dagli atti investigativi, in modo quasi continuo con lo sciù Aldo). Toti ricostruisce che la telefonata «era finalizzata a comprendere il contesto in cui si trovava la pratica, chiedendo informazioni a Signorini anche per capire se vi fossero state ragioni ostative».

     

    giovanni toti nello yacht di spinelli - meme by osho giovanni toti nello yacht di spinelli - meme by osho

    È sull’urgenza della pratica i pm battono. E lui risponde: «È doveroso per la pubblica amministrazione evadere le richieste velocemente e la soluzione di questa pratica rappresentava una frazione di un progetto generale». Ed è a questo punto che gli inquirenti aprono l’argomento «finanziamenti».

     

    «Il gruppo Spinelli», ricorda Toti, «inizia a sostenere i miei comitati politici dal 2015 e questo rapporto è durato sino a ora». Poi precisa: «È possibile che abbia chiesto un finanziamento anche prima dell’incontro dell’1 settembre 2021». Toti non ricorda con precisione la risposta di Spinelli ma suppone: «Mi avrà detto che avrebbe fatto come sempre». Gli inquirenti cercano quindi di collegare le azioni del politico ai finanziamenti elettorali.

    spinelli aponte spinelli aponte

     

    E chiedono: «Per quale motivo avrebbe fatto comodo anche a lei prorogare la concessione (quella per il Terminal rinfuse, poi approvata a 30 anni con una postilla, come ha ricostruito in esclusiva La Verità, dettata dall’armatore di Msc e socio di Spinelli, Gianluigi Aponte, ndr) entro la metà di settembre?». Toti risponde: «Equivaleva dire di fare il prima possibile. Era meglio anche per me definire entro settembre perché lasciarla aperta avrebbe provocato una tensione tra gli operatori del porto ed avrebbe alimentato polemiche giornalistiche per me politicamente negative».

     

    GIOVANNI TOTI - CONSIGLIO REGIONALE LIGURIA GIOVANNI TOTI - CONSIGLIO REGIONALE LIGURIA

    E a Savona incombevano le elezioni amministrative. Per Toti «era conveniente politicamente arrivare alle elezioni di Savona senza le polemiche derivanti dalla mancata proroga». I pm fanno quindi un’unica domanda sull’armatore di Msc (senza fare riferimento ai rapporti con il socio): «Avevate promesso ad Aponte la proroga di 30 anni?». «No», risponde Toti, «voglio   precisare che non l’ho mai promessa neppure a Spinelli».

     

    Dalle domande degli inquirenti sembra emergere che abbiano pensato che i tempi della proroga siano stati in qualche modo legati ai finanziamenti elettorali. «Per quale motivo lei in data prossima al 30 ottobre 2021 scrive un messaggio a Spinelli in cui si lamenta di non aver visto nulla per le elezioni di Savona? Spinelli le aveva promesso un finanziamento?».

     

    JACOPONE DA TOTI - MEME BY EMILIANO CARLI JACOPONE DA TOTI - MEME BY EMILIANO CARLI

    Toti ricorda che «c’era stato un pranzo con tutto lo stato maggiore del Partito democratico, di cui aveva parlato la stampa e al quale aveva partecipato Spinelli. Non ricordo il momento preciso in cui mi aveva fatto la promessa. Nel frattempo avevo saputo che il finanziamento non era arrivato e quindi mi lamentavo, anche un po’ ironicamente».

     

    E la domanda successiva sembra essere proprio legata alla precedente: «Se c’era l’urgenza di approvare la proroga e se era una pratica «strategica» per la Regione per quale motivo chiede a Signorini di rallentarne la trattazione?». Toti, che deve aver percepito dove vuole andare a parare l’accusa, risponde in modo secco: «Non è vero che io ho chiesto di rallentare la pratica perché non era arrivato il finanziamento di Spinelli, ma la mia intenzione era di dare tempo a tutti i soggetti coinvolti [...] di elaborare un testo finale che fosse condiviso da tutti».

     

    GIOVANNI TOTI SULLO YACHT LEILA DI ALDO SPINELLI GIOVANNI TOTI SULLO YACHT LEILA DI ALDO SPINELLI

    E proprio qui si capisce che manca ancora qualcosa. Dalle risposte del politico si percepisce che avrebbe agito per governare delle dinamiche conflittuali nel porto. L’esclusione, nelle domande dell’accusa, di tutti gli altri soggetti protagonisti, però, non permette di ricostruire completamente il quadro. E infatti si torna sullo sciù Aldo.

     

    «Per quale motivo il 3 maggio 2022 lei chiama Spinelli? E perché voleva incontrarlo prima delle elezioni comunali di Genova?». Toti coraggiosamente rivendica che sotto elezioni chiamava gli imprenditori per chiedere finanziamenti: «Sicuramente stavo facendo un giro di telefonate con i finanziatori del comitato per avere finanziamenti in vista delle elezioni».

     

    I GEMELLI TESTA I GEMELLI TESTA

    Non sono mancate domande sui fratelli Italo Maurizio e Arturo Angelo Testa, i rappresentanti della comunità riesina a Genova accusati di corruzione elettorale. Toti spiega che «Ilaria Cavo» gli disse «che si era incontrata con i fratelli Testa, che non si erano capiti, che le erano sembrati confusi e che comunque non le erano piaciuti, soprattutto per le richieste legate al rimborso spese. Non ricordo che mi abbia parlato di richieste di posti di lavoro anche se era ovvio che i Testa avessero chiesto attenzione per la loro comunità».

     

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    E comunque, afferma il governatore, «di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro». Ovvero ciò che ai pm sembrava interessare di più, insieme ai finanziamenti.

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    MATTEO COZZANI - GIOVANNI TOTI MATTEO COZZANI - GIOVANNI TOTI Piacenza, Bucci, Aponte, Rixi, Pellicciari, Toti e Lavarello Piacenza, Bucci, Aponte, Rixi, Pellicciari, Toti e Lavarello

     

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