Alessandro Rico per “la Verità”
Non solo Pd. Di «grazie», per il gruppo Toto, ne sono arrivate anche dai 5 stelle.
La Verità, in questi giorni, ha ricostruito la vicenda del contenzioso tra Strada dei parchi, gestore delle arterie abruzzesi A24 e A25 e l' Anas, sulle rate del corrispettivo del prezzo della concessione non corrisposte dalla società dei Toto all' ente statale. Nella diatriba era intervenuto, nel 2017, il governo Gentiloni, che aveva sospeso l' obbligo di pagamento purché quel denaro fosse impiegato da Strada dei parchi per i lavori di messa in sicurezza dell' infrastruttura. Il denaro doveva essere poi restituito in tre rate negli anni 2028, 2029 e 2030.
carlo toto
Nel luglio scorso, su sollecitazione del tribunale di Roma, che aveva sollevato un dubbio di costituzionalità proprio sull' articolo 52 quinquies del del 50/2017, è intervenuta la Consulta, che si è pronunciata su un altro aspetto della controversia: i Toto ritenevano di essere creditori del Mit e non di Anas, ma la Consulta, confermando questo aspetto della legge approvata dal governo Gentiloni, ha dato loro torto.
L' odissea delle rate Anas, però, non è finita. A questo punto, anzi, la holding abruzzese potrebbe ricevere un altro aiuto dalla politica.
Nell' accordo stipulato ad agosto tra Strada dei parchi e ministero delle Infrastrutture, relativo all' approvazione del nuovo piano economico e finanziario, sollecitata da una sentenza del Consiglio di Stato, si prefigura la possibilità di stornare le rate degli anni 2017, 2018 e 2019, ipoteticamente destinate ad Anas e ora bloccate su un conto da circa 178 milioni di euro, per consentire al gestore delle autostrade di coprire, con quel denaro, i 70 milioni di buco di bilancio derivanti dai mancati incrementi dei pedaggi, nonché per scongiurare ulteriori aumenti da dopo il 30 novembre prossimo. Difatti, è fino a quella data che Strada dei parchi, con il Mit, si è impegnata a mantenere le tariffe attuali ai caselli di A24 e A25.
ALBERTO BIANCHI
A onor del vero, bisogna sottolineare che l' idea di destinare a tale scopo le rate spettanti all' Anas era stata caldeggiata anche dal presidente della Regione Abruzzo ed ex senatore di Fratelli d' Italia, Marco Marsilio. Anche se il «diritto d' autore» sulla trovata spetta all' ex presidente del Pd, Luciano D' Alfonso, che nel 2016 ventilò l' ipotesi di congelare il versamento dei 55 milioni l' anno - che però, a differenza di quello che riteneva D' Alfonso, non erano il canone, bensì la rateizzazione del prezzo di vendita della concessione.
Ma non finisce qui. Sbloccando l' iter per l' approvazione del Pef, il ministero che fino a quest' estate era retto da Danilo Toninelli ha accettato anche di prorogare la concessione autostradale di 10 anni, dal 2030 al 2040. Non proprio quello che sperava Carlo Toto quando, lanciando un progetto di varianti sul tracciato per oltre 5 miliardi, propose al Mit di Graziano Delrio una proroga di 45 anni, ma è già qualcosa...
Eppure, tra Strada dei parchi e Toninelli, l' anno scorso, era cominciato un braccio di ferro durante il quale il grillino era arrivato a minacciare la revoca della concessione. Una parabola incredibile: dalla paventata rescissione del contratto con i Toto alla proroga decennale. Dalle polemiche sui fondi ministeriali per la messa in sicurezza dei viadotti, all' approvazione di un maxi piano di lavori da 3,1 miliardi, di cui 2 a carico dello Stato.
Nel frattempo, la scorsa primavera, a trattative per il salvataggio di Alitalia in corso, era stato Luigi Di Maio, all' epoca ministro dello Sviluppo economico, a tirare fuori dal cappello il nome del gruppo Toto.
La società si era dichiarata disposta a mettere sul piatto una cifra tra i 300 e i 400 milioni, per aggiudicarsi il 30% delle quote del capitale della compagnia, completando la cordata composta dall' americana Delta, da Ferrovie dello Stato e dal ministero del Tesoro. La mossa, però, aveva suscitato diverse riserve, anzitutto da parte di Fs, gemella di Anas.
toninelli
Scettica anche Delta. A pesare sui giudizi dei potenziali partner c' erano i trascorsi di Carlo Toto con Air One e Alitalia (cui l' imprenditore abruzzese aveva venduto la propria compagnia, trasferendo 600 milioni di debiti), quelli del figlio Riccardo, già patron di Air One, con la Livingstone, compagnia da lui rilevata ma fallita pochi anni dopo, oltre che l' esposizione finanziaria della holding, che secondo il bilancio 2016 ammontava a un miliardo e 128 milioni.
È possibile che il coinvolgimento dei Toto servisse a Di Maio per prendere tempo e fare pressione sui partner già interessati all' affare Alitalia, inducendoli a chiudere l' accordo. Parallelamente al dialogo con l' ex titolare del Mise, oggi alla Farnesina, i Toto erano coinvolti nell' alterco con Toninelli. Un ministro giunto dal pungo alla carezza.
TONINELLI
In fondo, che i canali di comunicazione con la politica, per la dinastia chietina, siano molteplici, lo mostra una curiosa circostanza: mentre il capostipite Carlo è stato testimone di nozze dell' ex governatore abruzzese del Pd, Luciano D' Alfonso (dai Toto definito «uno di famiglia»), il figlio Alfonso, immortalato nel 2015 all' inaugurazione della variante di valico sull' A1 con Matteo Renzi, lo è stato dello sposo di Sara Marcozzi, candidata alle ultime regionali con il Movimento 5 stelle. E acerrima nemica di D' Alfonso.