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    IL TEMPO È TIRANA - VENT’ANNI FA GLI ALBANESI CERCAVANO FORTUNA IN ITALIA, ORA SONO LE STAR DELLA NOSTRA TV CHE CHIEDONO ASILO AD AGON CHANNEL - PUPO: “QUI PAGANO MEGLIO, E I PROGRAMMI SONO PIÙ INNOVATIVI”


     
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    Renato Franco per il “Corriere della Sera

     

    AGON CHANNEL AGON CHANNEL

    Due canali — uno in albanese, l’altro in italiano — che condividono la stessa struttura produttiva: tre studi televisivi, le scenografie che vengono montate e smontate a seconda del programma, 18 sale di montaggio di cui 11 parcheggiate in container perché lo spazio va ampliato, 150 persone che lavorano in ognuna delle due reti, una decina gli italiani arrivati apposta in pianta stabile, gli altri invece sono albanesi che conoscono l’italiano o italiani che vivono qui.

     

    Benvenuti ad Agon Channel, periferia di Tirana tra capannoni industriali, lavori in corso e casinò che sono il segno tangibile del definitivo tramonto del comunismo. In sostanza è un’impresa che mette insieme due esperienze che rispondono a filosofie opposte: quella della delocalizzazione e quella della condivisione. Il risultato è che si ottimizzano i costi in due modi: uno perché in Albania il lavoro costa meno, due perché registi e tecnici vengono condivisi a seconda delle necessità.

     

    Si accende il 26 novembre Agon Channel Italia, il canale che ha sede a Tirana e che ora trasmetterà il suo palinsesto sul canale 33 del digitale terrestre. L’idea nasce dall’imprenditore italiano Francesco Becchetti che ha creato nel 2013 Agon Channel, canale in lingua albanese di cui è giunta eco per aver scopiazzato parecchi format Rai e Mediaset, da Striscia la notizia , alle Iene , a Che tempo che fa . Ora raddoppia, e con i ripetitori rivolti verso l’Italia ha pensato a un canale in italiano con volti italiani.

    BECCHETTI BECCHETTI

     

    Ci sono le interviste di Sabrina Ferilli, che si mette a fare la conduttrice. C’è il game show di Pupo, che il conduttore lo fa già da parecchio nei ritagli di tempo tra un concerto in Russia e l’altro. Ci sono le news affidate ai modi british di Antonio Caprarica, ex corrispondente Rai da Londra. C’è il talent sui bodyguard nelle mani dell’ex velina Maddalena Corvaglia. Sono loro gli italiani d’Albania, quelli che vanno a cercare lavoro dove adesso c’è.

     

    Quello che si risparmia in un modo, lo si spende in un altro: così, si sussurra, si riesce a dare 50 mila euro a puntata a Sabrina Ferilli che fa avanti e indietro per le registrazioni con l’aereo privato gentilmente concesso dal Becchetti di cui sopra. Così, pare certo, per inaugurare il canale dovrebbe arrivare Nicole Kidman: prima una sfilata sul red carpet in diretta tv in prima serata, poi qualcosa ancora da definire.

    PUPO E PUPA PUPO E PUPA

     

    Antonio Caprarica invece, neodirettore dell’area news, ha definito i suoi nuovi programmi: per 4/5 giorni alla settimana sarà a Tirana. «Mi pare una bella sfida — spiega —, dopo aver visto tutti i gironi dell’informazione, mi piace l’idea di creare qualcosa di nuovo». Parlare di Italia dall’Albania non è un controsenso? «Cercheremo di avere uno sguardo più aperto sul mondo e poi ormai la tecnologia ha infranto il concetto di distanza».

     

    sabrina ferilli 7 sabrina ferilli 7

    Pupo invece si compra pure le camicie per andare in scena. Nella prima infinita giornata di registrazioni — tra lunghe pause, correzioni al copione, prove e aggiustamenti dell’ultima ora — le mostra nel suo camerino, «ne ho una per ogni giorno della settimana». È il direttore dell’area game, che prevede tre programmi dedicati al genere, uno ( Una canzone per 100.000 ) lo conduce lui. Ironico e autoironico. Dica la verità Pupo, è venuto qui perché non trova lavoro in Italia? «Esattamente, quando non mi vorrà più nessuno qui, andrò in Kosovo».

     

    Antonio Caprarica Antonio Caprarica

    Poi serio: «Ho ancora molte offerte in Rai, però mi piaceva sperimentarmi anche in questa nuova veste dietro le quinte. Questo programma in Rai probabilmente non me lo avrebbero fatto fare, la tv generalista preferisce puntare su format consolidati».

     

    Maddalena Corvaglia Maddalena Corvaglia

    Non è preoccupato di nulla: «Nel 1983 mi sono giocato 130 milioni in una mano di chemin de fer quindi tutto il resto è solo in discesa». Si è organizzato bene, conta di stare in Albania 2/3 giorni ogni 15 per registrare le puntate del quiz, poi tanti saluti, Tirana non è proprio il massimo. Non parla di cifre, ma ammette che «qui pagano meglio». Non parla di nomi, ma ammette che «in tanti mi hanno chiamato per vedere se c’era un posto anche per loro». Ah, a proposito, come è andata a finire a chemin de fer? «Ho perso, chiaro».

    MADDALENA CORVAGLIA FOTO DI GIOVANNI COZZI MADDALENA CORVAGLIA FOTO DI GIOVANNI COZZI

     

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