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    TRA BERLUSCONI E BOLLORÉ VINCONO GLI AVVOCATI - OGGI CI SARÀ L'ASSEMBLEA MEDIASET, CHE IERI HA INCASSATO DAL TAR DEL LAZIO IL RIGETTO DEL PROVVEDIMENTO D'URGENZA CHIESTO DAI FRANCESI (MA DOVRÀ PRONUNCIARSI SUL MERITO) - LA GUERRA LEGALE TRA I DUE GRUPPI CONTINUA SU ALMENO SETTE PIANI DIVERSI (CIVILE, PENALE, AMMINISTRATIVO, EUROPEO, CONSOB, AGCOM, ANTITRUST), MENTRE IL BISCIONE PORTA AVANTI LO SVILUPPO DEL PROGETTO PANEUROPEO E VIVENDI CERCA DI BLOCCARLO


     
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    BERLUSCONI CONTRO BOLLORÈ, CONTINUA IL DUELLO PRIMA DELLO SCONTRO FINALE

    Giovanni Pons per ''la Repubblica''

     

    vincent bollore vincent bollore

    Sembra proprio che la battaglia tra la famiglia Berlusconi e la dinastia Bolloré per il controllo di Mediaset sia destinata a continuare ancora per un bel po’. Ieri è arrivato un nuovo pronunciamento nella complicata e faticosa guerra legale che hanno imboccato i due gruppi da quasi quattro anni a questa parte. Il Tar del Lazio non ha ravvisato i criteri di urgenza nel ricorso presentato dai legali dei francesi contro il provvedimento legislativo che impedisce a Vivendi di detenere più del 10% della società di Cologno Monzese avendo allo stesso tempo più del 20% di Tim.

     

    berlusconi giacomini confalonieri valentini berlusconi giacomini confalonieri valentini

    Il rigetto del ricorso ha una conseguenza diretta sull’assemblea di Mediaset che si svolgerà oggi in quanto ancora una volta la Simon Fiduciaria — il trust che custodisce l’altro 19% di azioni Mediaset che Vivendi aveva rastrellato in Borsa ben tre anni fa — potrebbe non essere ammessa al voto.

     

    Così non dovrebbero esserci problemi ad approvare le modifiche allo statuto suggerite dal Tribunale di Milano, necessarie a dare il via libera al progetto di fusione tra Mediaset e Mediaset Espana nella società olandese Media for Europe (Mfe). Una fusione con l’obiettivo di far nascere un progetto di tv paneuropeo che vedrebbe annacquata la presenza di Vivendi nel capitale del gruppo Mediaset.

     

    Ma la contesa legale non sembra finita qui. Infatti il 15 gennaio il Tar del Lazio tornerà a riunirsi in forma collegiale per decidere se il ricorso di Vivendi sia fondato. In sostanza i giudici dovranno valutare la compatibilità della norma italiana che impedisce l’incrocio di partecipazioni nell’ambito del settore media e tlc con quelle oggi in vigore in Europa.

     

    VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE

    Un giudizio che lo stesso Tar del Lazio aveva girato alla Corte di Giustizia europea il 5 novembre del 2018 e che finora ha registrato il parere non vincolante dell’Avvocatura generale che ha ritenuto le due norme incompatibili. Dunque, la diatriba si risolverà soltanto quando arriverà un pronunciamento definitivo da parte della Corte di Giustizia e fino ad allora Bolloré continuerà a fare ostruzionismo, visto che i mezzi finanziari non gli mancano.

     

    La vera domanda è capire che cosa succederà dopo. Se i due gruppi torneranno al tavolo delle trattative per cercare di convivere nell’ambito del progetto Mfe, oppure se la partita si risolverà con l’uscita di Vivendi da Mediaset o con l’acquisto di tutta Mediaset da parte di Vivendi. Dipenderà dal prezzo che le parti saranno disposte a mettere sul tavolo. Sul finire del 2019 si è andati molto vicini a un accordo che prevedeva la vendita alla Fininvest del 20% di azioni Mediaset possedute da Simon Fiduciaria, ma all’ultimo momento è saltato tutto.

     

    L’impressione è che ci sia ancora molta diffidenza tra i due tycoon e che nessuno voglia fare una mossa che possa favorire l’avversario. Ma prima o poi Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré dovranno sedersi al tavolo e negoziare la soluzione finale a questa vicenda.

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