Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
franco gabrielli fabrizio curcio
«Come mi sento? Sono felice», prova a svicolare Angelo Borrelli, il capo della Protezione civile ormai uscente, nel giorno in cui il nuovo premier, Mario Draghi, ha appena deciso di richiamare in via Vitorchiano al posto suo Fabrizio Curcio, 55 anni, ingegnere, che il Dipartimento aveva già guidato dal 2015 al 2017 con Borrelli vice.
Accelerare la campagna vaccinale, combattere con ogni mezzo la pandemia, questo ha detto Draghi sin dal primo giorno: «Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla Protezione civile, alle Forze armate, ai tanti volontari...». La Protezione civile, dunque, in prima linea anche per i vaccini.
ANGELO BORRELLI CON LA MASCHERINA
Perciò serviva un uomo adatto alle emergenze e Curcio lo è di sicuro. Chiamato alla Protezione civile nel 2007 da Guido Bertolaso, già l'anno dopo gli venne affidata la speciale sezione della gestione calamità: ed ecco l'alluvione di Messina, il terremoto dell'Aquila del 2009, quello in Emilia e poi nel 2012 il disastro della Costa Concordia, naufragata all'isola del Giglio, quando Curcio fece squadra con il capo della missione, Franco Gabrielli, che adesso ritrova a Palazzo Chigi nel ruolo strategico di sottosegretario ai servizi segreti e alla sicurezza.
fabrizio curcio 1
Tra i due c'era un'intesa fortissima già allora e proprio da Gabrielli, poi, Curcio ereditò il comando del Dipartimento, nel 2015, affrontando nel triennio in carica (durante i governi Renzi e Gentiloni) il sisma del centro-Italia e la tragedia di Rigopiano. Fino alle dimissioni presentate nel 2017 per motivi di salute. Oggi, però, anche quel problema personale per fortuna è superato e forse non è un caso che la nomina di Curcio abbia seguito di appena un giorno quella dell'ex capo della Polizia a sottosegretario alla Sicurezza.
fabrizio curcio
L'avvicendamento alla Protezione civile sembra il primo passo di una ristrutturazione, decisa dal governo, delle varie strutture che si occupano dell'epidemia da Covid 19. Tra gli osservati speciali ci sono adesso la governance del commissario Domenico Arcuri ma anche la composizione del Comitato tecnico scientifico (Cts), a cui Draghi ha già raccomandato nei giorni scorsi più moderazione nelle comunicazioni pubbliche. In realtà ieri Angelo Borrelli, l'uomo dei 55 bollettini consecutivi in diretta tv, l'anno scorso, da febbraio ad aprile, durante la prima ondata del coronavirus, c'è rimasto male («Alt, basta così, no comment»).
ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE
Il suo mandato con la fine del governo Conte era ormai in scadenza, ma lui si aspettava la riconferma, che invece non è arrivata e anzi la notizia nel pomeriggio non gli è stata neppure comunicata direttamente dal nuovo inquilino di Palazzo Chigi. Per lui solo una nota, piuttosto stringata, con «i ringraziamenti per l'impegno profuso e il lavoro svolto in questi anni».
Con Curcio, comunque, nessun problema: «Siamo in ottimi rapporti, abbiamo passato una vita insieme», aggiunge Borrelli, che alla Protezione civile entrò nel 2002 e assieme allo stesso Curcio e ad Agostino Miozzo, oggi coordinatore del Cts, è stato uno dei fedelissimi di Guido Bertolaso. Da parte di Curcio, per ragioni di garbo istituzionale, aspettando l'insediamento che avverrà lunedì, per ora nessun commento.
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Funzionario di Stato di lungo corso, entra giovane nei Vigili del fuoco e già nel '97 dirige la colonna mobile del Veneto intervenuta per il sisma in Umbria e nelle Marche. Tre anni dopo, è ancora in prima linea a Roma per il Giubileo del 2000. Ma anche in questi ultimi anni non ha certo smesso di lavorare: nel 2018 coordina la cabina di regia di Palazzo Chigi nella Terra dei Fuochi, nel 2019 diventa responsabile di «Casa Italia», il Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio che guida il coordinamento dei soggetti istituzionali impegnati nel ripristino dei territori colpiti da eventi calamitosi. Suo il sistema di «omogeneizzazione delle linee di ricostruzione post-terremoto», là dove un tempo regnava l'anarchia più assoluta.
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