Alessandra Vivoli per il Tirreno
TRANS PICCHIA
Una battuta di troppo, fra una portata di pesce e un bicchiere di vino bianco gelato. Una lite per futili motivi e lei che, nel ristorante elegante dove si trovava a cena con il fidanzato e un'altra coppia, dà in escandescenze. Comincia a colpire il compagno con calci, pugni e schiaffi.
Semina il terrore fra i tavoli. Una volta fuori dal locale (dove i due vengono accompagnati senza troppe premure), se la prende con la macchina del partner, un suv fiammante: strappa i tergiscristalli a mani nude, sradica le maniglie. Un'aggressione violenta che ha poi un epilogo in tribunale. La donna viene condannata a sette mesi e a mille euro di provvisionale. Nel corso del processo, però, emerge anche un'altra verità.
La "lei" in questione in realtà era stata un "lui". La forza, la violenza usata nel corso della lite avevano destato sospetti tali da far compiere indagini difensive tali che hanno portato a un retroscena che, secondo quanto riferito anche nel corso del processo, non era noto né al partner né agli amici della coppia. Quindi non è stato il motivo scatenante l'eccesso di rabbia. Ma veniamo ai fatti. Tutto succede nell'estate di due anni fa. La coppia, apuana, professionista lui, commerciante lei, si trova a cena in un locale dello Spezzino con alcune coppie di amici. Ad un tratto una parola di troppo, una battuta fraintesa su un collega e lei distrugge tutto. Nel locale insegue in bagno il suo partner e lo picchia con calci e pugni, procurandogli vistose lesioni e strappandogli la maglia di dosso.
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La donna lo insulta, è ingestibile e la comitiva viene allontanata in malo modo dal locale, dopo che lei ha seminato il terrore fra gli avventori. I due vengono divisi dagli amici ma lei, dopo un momento di calma apparente, torna all'attacco e questa volta se la prende con il suv nuovo del compagno. La donna stacca i tergicristalli, spacca gli specchietti e poi con un accendino graffia tutta la carrozzeria della vettura. Servirà oltre un'ora perché la situazione venga riportata alla calma.
La donna convince tutti di essere serena e chiede di essere accompagnata a casa ma, nel tragitto, all'improvviso, da dietro, sferra un pugno al fidanzato alla guida, spaccandogli il sopracciglio. Arrivati a destinazione si rifiuta di scendere e di nuovo dà in escandescenze fino a strappare le maniglie interne dell'auto, dopo aver tentato di asportarne il cambio. Ieri la sentenza emessa dal Tribunale della Spezia: la donna è stata condannata a 7 mesi di reclusione per danneggiamento e lesioni, con pena sospesa subordinata al risarcimento danni.
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L'ex fidanzato, invece, difeso dall'avvocato Gian Luca Dell'Amico dello Studio Legale Volpi di Carrara, si dice sollevato. Raggiunto al telefono il legale dichiara: «È stato un processo particolare, certamente, ma queste situazioni non sono così rare come si potrebbe pensare; chiunque subisce una violenza deve essere consapevole che la giustizia passa prima di tutto dalla denuncia. Calamandrei scriveva che per trovare la Giustizia bisogna esserle fedeli, essa come tutte le divinità si manifesta solo a chi crede, e io sono dello stesso avviso». Si attendono le motivazioni della sentenza che arriveranno fra un mese.
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