Alessandra Gracis prima e dopo image
«Esperimenti chirurgici degni di Mengele, il dottor morte del regime nazista, all'Umberto I di Roma». Alessandra Gracis, l'avvocato transgender di Conegliano, non ha usato mezze misure per opporsi alla richiesta di archiviazione del Pm nel procedimento in cui difende quattro transessuali sottoposti a una tecnica sperimentale.
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Un'arringa vincente che, in questi giorni, ha ottenuto il rinvio a giudizio del primario di chirurgia plastica, della direttrice del laboratorio di biologia e di un chirurgo del famoso ospedale romano collegato all'Università Sapienza.
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«Questi medici non solo sono venuti meno al giuramento di Ippocrate, ma anche alla convezione di Helsinki, alle norme sulla sperimentazione dei nuovi farmaci, e hanno agito senza l'autorizzazione del Comitato etico, causando delle lesioni gravissime: i mie assistiti - aggiunge - hanno un'invalidità del 40 per cento».