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    MATTARELLA MANDA IN ESTASI GLI ANTI-GIALLOVERDI E DIVENTA CAPO DELL'OPPOSIZIONE! ''SOBRIA BASTONATURA A SALVINI E DI MAIO''. MA FELTRI E TRAVAGLIO NON LA PENSANO COSÌ… - VITTORIO: ''IL DISCORSO DI CAPODANNO È SEMPRE UN PISTOLOTTO RETORICO. CI SAREMMO ASPETTATI MENO LUOGHI COMUNI E FRASI FATTE. AUGURI PER UN BUON ANNO DEL CAVOLO'' - MARCO: ''I GIORNALONI AVEVANO PREANNUNCIATO DURISSIME REPRIMENDE. CHIUNQUE SIA RIMASTO SVEGLIO DURANTE I 14 MINUTI, NON HA TROVATO ALCUN ATTACCO AL GOVERNO, MA…''


     
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    LE ''BASTONATE FELPATE'' DEL PRESIDENTE, SEGNALATE DA NONLEGGERLO

     

    https://twitter.com/nonleggerlo/status/1080091816345640960

     

     

    1. SERGIO MATTARELLA RICALCA I DISCORSI DEI PREDECESSORI

    Vittorio Feltri per ''Libero Quotidiano''

     

    mattarella mattarella

    Ho ascoltato almeno 60 discorsi pronunciati a fine d' anno dai vari presidenti della Repubblica che si sono succeduti al Quirinale e, sinceramente, non ne ricordo uno originale, che mi abbia illuminato. I soliti pistolotti improntati alla retorica più vieta. Forse solo Cossiga, nel darci l' addio anticipato rispetto alla scadenza del proprio mandato, tentò di uscire dai binari della banalità. Mattarella, ieri l' altro, si è appalesato sul teleschermo con l' intenzione di dire cose fuori dal comune. Ne apprezziamo lo sforzo, non il risultato mediocre, allineato a quello ottenuto dai suoi predecessori.

     

    matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

    Non ci va di criticarlo, in fondo stimiamo l' uomo che nella gestione complessiva del baraccone Italia, ha dimostrato di sapersi destreggiare magistralmente.

    Però da costui ci attendevamo di più, per esempio che non si lasciasse andare a espressioni scontate tipo la necessità di perseguire la pace, imitando il Papa, come se tutti noi ambissimo a fare la guerra e a prendere a calci nel didietro gli extracomunitari. Certi concetti frusti se li sarebbe dovuti risparmiare. E sorvoliamo sull' elogio dei no profit quasi fossero gestiti da angeli piovuti dal cielo.

     

    SERGIO MATTARELLA PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE SERGIO MATTARELLA PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE

    Dal Capo dello Stato ci saremmo aspettati meno luoghi comuni e frasi fatte e più nerbo nel sottolineare il dilettantismo dell' attuale governo, la sua incapacità di affrontare i problemi del Paese che, viceversa, vengono trascurati o trattati in modo pasticciato. E veniamo alla concordia tra compatrioti. Non è possibile, caro presidente, pensare che i pentastellati siano in grado di collaborare fruttuosamente coi leghisti?

    vittorio feltri 1 vittorio feltri 1

     

    Essi stanno insieme per disperazione, consapevoli che, se si rompe l' alleanza tra loro, finisce la pacchia per entrambe le formazioni. Non credo che lei, illustre Mattarella, sia tanto ingenuo da ritenere che questi "scappati da casa" siano capaci di guidare la Nazione col reddito di cittadinanza da elargire ai balordi, rubando i fondi ai pensionati e aumentando le tasse. In ogni caso auguriamo a lei, quanto ai nostri lettori, un buon anno del cavolo.

     

    Con i suddetti pasticcioni a Palazzo Chigi al massimo saremo in condizione di sopravvivere a stento. Ma non si preoccupi, ne abbiamo viste di peggio in passato, e resisteremo.

     

     

    2. HAPPY FAKE YEAR

    Estratto dall'articolo di Marco Travaglio per ''il Fatto Quotidiano''

    salvini mattarella salvini mattarella

     

    […] Siccome vanno di moda pure gli auspici per l’anno nuovo, mi accontenterei di uno: che i giornalisti e i politici che combattono le fake news evitassero, per quanto possibile, di raccontarne. Già bastano e avanzano quelle di chi non le combatte. Noi, per dire, sono quasi cinque mesi che attendiamo con febbrile trepidazione le conclusioni della mega-inchiesta del pool Antiterrorismo della Procura di Roma sull’esercito di “troll” russi al servizio di Putin che, nascosti a San Pietroburgo nelle segrete della sede del Gru (già Kgb), nella notte del 28 maggio orchestrarono, d’intesa con i 5Stelle e la Casaleggio Associati, il celebre “cyber attacco al Quirinale” a colpi di hashtag tipicamente golpisti “#Mattarelladimettiti” per rovesciare Sergio Mattarella che aveva appena respinto Conte per rimpiazzarlo con Cottarelli.

     

    Ai primi di agosto i giornaloni non parlavano d’altro (Repubblica tirò in ballo anche me, perché – col putribondo “metodo Travaglio” – minimizzavo il complotto demoplutoputinianpentastellato contro il capo dello Stato). Poi purtroppo venne giù il ponte di Genova e dovettero dedicarsi ad altre più urgenti missioni: tipo sbianchettare la parola “Benetton” dalle cronache e dai commenti sulle responsabilità di Autostrade Spa nella catastrofe.

    MATTARELLA E CONTE MATTARELLA E CONTE

     

    Così ci lasciarono lì in sospeso, digiuni di novità sull’inchiesta del secolo. I numerosi pm Antiterrorismo e i loro ancor più numerosi investigatori avranno disposto retate di troll russi? Avviato rogatorie a Mosca e a San Pietroburgo? Interrogato Putin, magari inchiodandolo a un confronto all’americana con Di Maio e Casaleggio? O avranno scoperto che, avendo quella sera Di Maio&C. chiesto l’impeachment per Mattarella, non c’era bisogno di andare in Russia per trovare sostenitori delle dimissioni del presidente italiano? Mistero. Ora i sei mesi per indagare stanno per scadere.

     

    E non vediamo l’ora di conoscere gli esiti di cotanto sforzo investigativo: ne va delle sorti della democrazia. Anche perché circola nelle segrete stanze il fantasma di una nuova, proditoria congiura contro Mattarella: qualcuno, l’altra sera, deve aver tagliato le parti più violente del supermonito di Capodanno. I giornaloni, che ne conoscevano a menadito il contenuto, avevano preannunciato durissime reprimende contro i golpisti giallo-verde. […]

     

    La Stampa, la più informata di tutti, ipotizzava addirittura che il Presidente spingesse per "qualche giorno di esercizio provvisorio" onde garantire un regolare dibattito parlamentare sulla manovra, o si accingesse a promulgarla con allegata una "lettera di biasimo". E non aveva dubbi sul fatto che "Mattarella non eluderà alcuna delle grandi questioni sul tavolo della politica, comprese le più scabrose.

     

    MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

    Tra le quali si segnala il federalismo", e lì il presidente "in tv metterà i paletti sulle autonomie delle Regioni", cioè dirà "senza alcun dubbio" che "l' Italia è una e indivisibile" contro la tentazione di "alimentare nuove sperequazioni". Dopodiché "non sorvolerà sui rapporti con l' Europa" contro le "pulsioni nazionaliste". Il Messaggero confermava: "Europa e unità nazionale, il monito di Mattarella contro le riforme divisive: Appello per l' uguaglianza dei diritti da Nord a Sud". E pure il Corriere: "Ansia per l' Europa, lavoro e diritti nel discorso del Colle".

    marco travaglio marco travaglio

     

    E figurarsi Repubblica: "L' avviso del Colle contro gli 'strappi' di Zaia e Fontana". Ora, chiunque sia rimasto sveglio durante i 14 minuti del discorso, non ha trovato alcun attacco al governo né alla maggioranza sui temi suddetti (semmai un elogio per aver evitato la procedura d' infrazione, mentre gli unici spunti vagamente polemici riguardavano la sicurezza e la "tassa sulla bontà", peraltro in via di ritiro).

     

    L' unica spiegazione dunque è che qualcuno, non si sa come, sia riuscito a manipolare il testo del messaggio presidenziale, o addirittura il file del video preregistrato, per espungerne i passaggi più "scabrosi". I soliti troll e hacker russi? Possibile: per chi riesce, senza muoversi da San Pietroburgo e dintorni, a far vincere la Brexit, Trump e i grilloleghisti, oltre a far perdere il referendum a Renzi, tagliuzzare qualche frase da un filmato è un gioco da ragazzi. Nuovo pane per i denti del Pool Antiterrorismo. […]

     

     

    3. MATTARELLA PROCESSA IL GOVERNO. ORA È IL CAPO DELL'OPPOSIZIONE

    Massimiliano Scafi per ''il Giornale''

     

    Una sedia sobria piazzata al centro dello studio, un quadro giallo dipinto da un ragazzo autistico in bella mostra sulla sinistra, una telecamera che stringe in piano americano.

     

    Le bandiere, gli stendardi, gli arazzi, i telefoni e la scrivania, cioè i simboli del potere e dell'istituzione, sono lasciati sullo sfondo, a debita distanza. Il nuovo capo dell'opposizione si presenta così, come un amico di famiglia, vicino fisicamente agli italiani, uno che non la tira troppo lunga durante il cenone e al quale bastano dodici minuti per demolire il governo, che da questo momento è sotto stretta osservazione del Quirinale.

    MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

     

    Il quarto discorso di Capodanno di Sergio Mattarella è anche il più duro e il più politico. La manovra, passata sul filo di lana e senza dibattito alle Camere, ha segnato dunque la svolta: basta con la moral suasion, il capo dello Stato resta arbitro ma non rinuncia dire la sua. Certo, spiega il presidente, «è stato importante evitare la procedura d'infrazione europea» e il disastro sui mercati è stato scongiurato.

     

    Però, a che prezzo? «La grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento». Quell'Ires sulle organizzazioni no-profit, tanto per dirne una, va rivista in fretta: «Non si può tassare la bontà» di chi «supplisce ai ritardi dello Stato». E le forze armate: «Il loro impiego non va snaturato», è impensabile usare l'esercito per tappare le buche di Roma.

     

    E ancora. La legge di bilancio, con le sue clausole di salvaguardia da cinquanta miliardi in due anni, lascia «ancora diverse questioni da risolvere». Quali? Ad esempio, «la mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili». Oppure, «l'alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani». Su questi e sugli altri problemi d'ora in avanti «va assicurato un adeguato confronto in Parlamento». Le istituzioni «sono al servizio della comunità», non il contrario.

    luigi di maio sergio mattarella luigi di maio sergio mattarella

     

    Più in generale, è l'idea dell'Italia di Mattarella a stridere con il populismo di governo. «Il modello di vita non può essere quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo». I curvaroli della politica si diano una regolata. E pure quando parla di sicurezza e sembra quasi dare ragione a Matteo Salvini, perché «la domanda c'è ed è forte», in realtà fissa dei limiti precisi.

     

    La sicurezza si ottiene solo «se tutti si sentono rispettati e se si garantiscono i valori positivi della convivenza». Una «comunità», insiste, «significa essere consapevoli degli elementi che ci uniscono rifiutando l'astio, l'insulto, l'intolleranza, che creano ostilità e timore». In Italia, dice, vivono cinque milioni di immigrati ben integrati, che lavorano e pagano le tasse: «A loro i miei auguri».

     

    E non si tratta soltanto «di retorica dei buoni sentimenti». Non è buonismo di maniera, ma una bastonata, mite e felpata, verso chi ha la forza del consenso e la sta usando come esercizio divisivo del potere più che come costruzione di un «senso comune» Come scrive nel messaggio al Papa, «la buona politica non alimenta paura e nazionalismo». A proposito, tra qualche mese ci sono le europee. «Quattrocento milioni di elettori, il più grande esercizio democratico del mondo». Non sviliamo «il nostro futuro» con le solite risse da cortile.

     

     

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