marco travaglio prima dello spettacolo
MAIL DI GIUSEPPE SALA
Caro Dago,
ti seguo sempre con simpatia! Il lettore forse dimentica che ho fatto il manager per tanti anni, ben prima di Expo, e questo mi ha consentito di mettere da parte dei risparmi che ho investito nella casa a Zoagli. Con amicizia. Ciao
Beppe Sala
Marco Travaglio per il “Fatto Quotidiano”
Che Giuseppe Sala sia un bugiardo, i nostri lettori lo sanno bene grazie alle puntuali inchieste, mai smentite, di Gianni Barbacetto. Come Ad e commissario di Expo, ha mentito per mesi sul numero di ingressi a quel clamoroso flop spacciato per trionfo. E ha mentito nel 2014 a In mezz' ora su Rai3, quando definì "illazioni le mie vicinanze al Pd" e assicurò che "io non ho mai avuto una tessera, non ho mai fatto politica né mai la farò", salvo poi correre col Pd alla carica di sindaco di Milano, senza peraltro dimettersi da commissario Expo. Ora ha iniziato a mentire anche da candidato sui lauti incarichi che ha procacciato a Expo, direttamente e indirettamente, all' archistar Michele De Lucchi che gli ristrutturava la villa al mare, a Zoagli in Liguria.
matteo renzi giuseppe sala
1) Giovedì, quando il Giornale rivela l'affaire, Sala dichiara che "De Lucchi ha avuto da Expo 110 mila euro per tre incarichi per il Padiglione Italia e da me 72.800 euro più Iva per la mia casa", il che "dimostra che sono un bravissimo negoziatore quando si tratta di soldi pubblici, e non quando sono miei".
GIUSEPPE SALA LETIZIA MORATTI
Ma venerdì Luigi Ferrarella, sul Corriere, lo sbugiarda. Intanto gli incarichi per Expo furono assegnati a Lucchi nel 2012-2013 senza gara, col trucchetto di frazionarli in tre parti di poco inferiori alla soglia dei 40 mila euro oltre la quale la legge impone la gara pubblica. Ma soprattutto Sala s' è scordato la fetta più grande della torta, i 488 mila euro (più Iva e cassa pensioni) che Sala gli ha fatto avere subito dopo per un altro incarico Expo, sempre brevi manu e senza gara, con un altro trucco: gliel' ha fatto affidare non direttamente da Expo (soggetto di diritto pubblico obbligato alle gare sopra i 40 mila euro), ma da un ente di diritto privato (non tenuto alle gare) convenzionato con Expo, Fiera Milano Spa, che ha chiamato De Lucchi e altri due architetti a lavorare al Padiglione Zero e a Expo Center ed è stata poi rimborsata da Expo. A quel punto Sala strilla all'"attacco politico concentrico della destra e del giustizialismo senza scrupoli". E spara altre balle in una nota e in un' intervista a Repubblica.
Giuseppe Sala ad expo
2) Se ha parlato - spiega nella nota - solo dei 110 mila euro è perché quello è l' unico compenso liquidato a De Lucchi da Expo, "l' unica società che amministro". Poi "Expo ha affidato a società pubbliche la responsabilità, con relative risorse, di procedere" ad "affidamenti per gestire alcuni servizi nell' interesse della manifestazione".
Quindi, se la Fiera chiama De Lucchi, è affare della Fiera.
Dice Sala a Repubblica: "Se desideravamo che i progetti fossero seguiti da un particolare professionista, lo specificavamo. Nel caso dell' appalto dato a Fiera, non avevamo fatto alcun nome". Balla sesquipedale: è stata Expo, cioè Sala, a indicare a Fiera il nome di De Lucchi, senza ovviamente comunicare il suo conflitto d' interessi (i lavori della villa di Sala). Basta leggere quel che scrive Sala nell' integrazione alla convenzione con Fiera il 23.4.2013: "Al fine di procedere ad affidare la progettazione del Padiglione Zero, Expo Spa ha acquisito una soluzione ideativa dall' arch. De Lucchi che ha sviluppato e consegnato a Expo il concept".
Gianni Barbacetto
Il concept fa parte dei tre incarichi affidati da Expo e spacchettati per evitare la gara. E diventa l' elemento fondante della "continuità" chiesta da Expo per giustificare l' indicazione dell' archistar. Il Cda di Fiera si copre le spalle, mettendo nero su bianco che De Lucchi è stato imposto da Sala: "Nella scelta dei professionisti si è dovuto talvolta assicurare continuità allo sviluppo del concept già svolto, non potendosi conseguentemente prescindere dal ricorrere alle medesime professionalità, quand' anche su incarico estraneo alla Fiera".
3) Sempre a Repubblica, Sala aggiunge che quando uscì la prima notizia sul Giornale, "ho controllato la cifra pagata da Expo: non sapevo dell' affidamento di Fiera, o certamente non lo ricordavo". Quindi non ricordava di aver firmato e integrato di suo pugno una convenzione con Fiera che ha fruttato mezzo milione all' amico architetto che lavorava nella sua villa? Ma dove li ha fatti, i "controlli"? Su Topolino?
renzi oscar farinetti
4) Gli incarichi senza gara sono una prassi di Sala: l' Anac, la Procura di Milano e persino il Gip che ha archiviato a tempo di record l' inchiesta a suo carico per abuso d' ufficio sul caso Eataly, hanno accertato gli smaccati favoritismi da lui fatti al gruppo di Oscar Farinetti aggirando le leggi sugli appalti.
Ma, a proposito di De Lucchi, Sala dice che è la "legge" che impone l' assenza di gare: "Nel caso di Fiera lo ha stabilito un decreto del Consiglio dei ministri". In realtà il decreto prevede che Fiera non è tenuta a bandire le gare, ma non obbliga di certo Sala a inventarsi magheggi per dare soldi pubblici a palate agli amici in barba alle leggi che mirano a premiare le offerte migliori e più convenienti per lo Stato.
5) "Nessuno avrebbe potuto rappresentare la qualità italiana come Eataly". Ora, Eataly è certamente un' eccellenza italiana, ma che sia l' unica è assurdo. E comunque non può dirlo Sala: o meglio, potrebbe dirlo se avesse bandito le gare per tutti e 10 i punti di ristorazione di Expo, tutte vinte da Eataly.
EXPO
Invece la bandì solo per 8 e le altre 2 le affidò direttamente a Eataly, chiedendo indietro appena il 5% del fatturato contro il 12% preteso per le altre 8 aree.
Come può un simile bugiardo, per giunta ignaro dei principi-cardine della libera concorrenza sul mercato e della distinzione fra interessi pubblici e interessi privati, fare il sindaco di Milano?