THERESA MAY CON IL MARITO PHILIP
Marco Bresolin per “La Stampa”
Diviso e senza ancora una vera strategia comune. Il governo britannico appare così nel primo giorno di negoziati «veri» sulla Brexit. Dopo il primo round «tecnico», ieri a Bruxelles le parti sono entrate nel cuore delle questioni più spinose: i diritti dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito (e viceversa) e il conto da pagare per l' uscita dalla Ue. La distanza con il team guidato da Michel Barnier resta molto ampia, ma per ora il problema di Londra riguarda le distanze sul fronte interno.
il cancelliere hammond
Philip Hammond ha lanciato pubblicamente dure critiche contro i sostenitori della «Hard Brexit» che fanno parte del governo. Il ministro delle Finanze ha chiesto che il periodo transitorio post uscita dalla Ue sia molto lungo, in modo da ridurre i contraccolpi sull'economia britannica. Il confronto interno terrà banco nella riunione del gabinetto prevista per oggi, in cui Theresa May richiamerà i suoi all' ordine chiedendo più compattezza.
BARNIER
Sui diritti dei cittadini, Bruxelles ha già detto di non essere soddisfatta della proposta presentata da Londra. Il Parlamento Ue l' ha addirittura bocciata formalmente. Il nodo resta la giurisdizione, che l' Europa vorrebbe mantenere sotto la Corte di Giustizia con sede a Lussemburgo. Boris Johnson, però insiste: secondo il ministro degli Esteri si tratta di «un'offerta equa, seria e molto buona».
I negoziati tra i gruppi di lavoro proseguiranno oggi, domani e giovedì, quando il ministro David Davis tornerà a Bruxelles per fare il punto della situazione con Michel Barnier. Si misureranno le distanze anche sull' altro capitolo spinoso, quello relativo agli obblighi finanziari. Che certamente non verrà chiuso con una settimana di negoziati.