Federica Zaniboni per “Libero quotidiano”
NADIA TOFFA
Per Nadia Toffa sembra non esserci pace. A ormai due mesi dalla sua scomparsa, qualcuno ha pensato bene di impadronirsi del suo nome e di servirsene per commettere una truffa. Come se non fosse già abbastanza vergognoso rubare denaro - per di più a dei sacerdoti -, il piano dei malviventi che hanno agito nel Bresciano era tutto incentrato sulla giornalista e conduttrice bresciana delle Iene.
E più nello specifico, sulla sua morte. Come vittime della truffa, i malviventi hanno scelto tre parroci bresciani, coi quali hanno provveduto a mettersi in contatto in questi ultimi giorni. I tre uomini sono stati avvicinati dai truffatori in momenti differenti, ma a tutti è stata fatta la medesima richiesta: qualche migliaio di euro.
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Ai sacerdoti infatti è stato riferito che Nadia Toffa aveva lasciato la sua eredità alle parrocchie - 40 mila euro da dividere tra la parrocchia e tra il parroco stesso. Per entrarne in possesso, però, come hanno comunicato i falsi impiegati di due importanti studi notarili, sarebbe stato necessario il pagamento di una cifra compresa tra i 2mila e i 3mila euro.
Soldi che, come da prassi, sarebbero serviti per le spese legali, per quelle notarili, e per le tasse di successione. Infine ai sacerdoti è stato lasciato il codice Iban su cui versare la somma, e il nome degli studi notarili della città - quelli per cui i truffatori sarebbero stati incaricati di avviare le pratiche di successione.
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Fortunatamente, a quel punto tutti e tre i parroci coinvolti - due della città e uno della provincia di Brescia - si sono insospettiti. Ciò che li ha fatti allertare, oltre all' assurdità di tutta la vicenda, è stata soprattutto la campagna di prevenzione alle truffe che i carabinieri e il comando provinciale hanno svolto in diversi centri e parrocchie. I religiosi hanno così deciso di contattare telefonicamente gli studi notarili menzionati dai malviventi, ed è presto emerso che non erano in nessun modo coinvolti. Da lì sono stati poi allertati i militari, che ricevendo quella denuncia, hanno chiesto ai cittadini di segnalare qualsiasi tipo di episodio analogo, perché c' è il sospetto che il nome di Nadia Toffa sia stato utilizzato altre volte per questi deplorevoli fini.
NADIA TOFFA
Le forze dell' ordine si sono messe immediatamente sulle tracce dei malfattori, utilizzando come punto di partenza per le indagini i tabulati telefonici e i dati bancari forniti alle vittime dai truffatori. Uno di loro, al momento di mettere in atto la truffa, si è presentato di persona a uno dei parroci, il quale lo ha descritto come italiano e ben vestito.
Secondo quanto scoperto fino ad ora, c'è il sospetto che si tratti di veri e propri professionisti della truffa. Ciò che colpisce maggiormente in tutta questa storia è proprio la mancanza di rispetto nei confronti di una persona deceduta, tale al punto da sfruttare il suo nome stesso per commettere un atto illegale e meschino. Nadia Toffa, scomparsa a soli quarant' anni dopo una lunga lotta contro il cancro, nel corso della sua carriera si era occupata spesso di argomenti di questo genere, dandosi da fare per smascherare truffe e truffatori.