Natalia Aspesi per ''la Repubblica - Cronaca di Milano''
NATALIA ASPESI
Incattivite dai risultati elettorali del 4 marzo dell' anno scorso, peggiori di qualsiasi incubo, il giorno dopo io e altre due amiche, tre ultraottantenni, io molto ultra, ci siamo iscritte al povero Pd, sezione Aniasi di corso Garibaldi. Allietate dalla nostra tesserina, anche se mai avvertite di qualche incontro o discussione o festa lacrimante, ombre inutili per il nostro tentennante partito, ci siamo limitate a liberarci dalla televisione per non imbatterci sempre e ovunque nei due nuovi implacabili influencer, mai in ufficio un attimo, sempre in giro a spese del contribuente a dire e mangiare.
natalia aspesi
Tanto più che il povero Renzi, che a noi vecchie piaceva per aver capito che la sinistra non c' era più neanche in Kerala, era scomparso da ogni schermo, sostituito adesso dai suoi genitori in quanto presunti bricconi. Ora con queste primarie, c' è la festosa occasione di dire la nostra, noi povere amiche dai sogni attualmente assassini, di contribuire alla scelta di un Mosè o di un Attila, il nostro preferito, che riporti in vita le un tempo gloriose legioni democratiche troppo in sonno: impresa ritenuta impossibile soprattutto dagli stessi antipatici simpatizzanti che si limitano a ridacchiare sul web e a dirsi talmente di sinistra da non poter votare la sinistra.
A essere sincere a noi tre, nate nei primi decenni del secolo scorso, non entusiasma nessuno dei candidati, un po' flebili e privi di empatia, rispetto al nostro bisogno acciaccato di riscatto: ci vorrebbe a soccorrerli nella confusione di un' informazione che ogni giorno offre una puntata strabiliante di un non evento politico la stupenda maga del Trono di Spade. Che però ha altre stragi più interessanti da fare.
zingaretti giachetti martina
Eccoci quindi decidere che ognuna di noi voterà uno dei candidato e chissà che proprio perché quasi invisibili nella bolgia mediatica attuale, non abbiano fortuna. Quindi rovistando tra gli indirizzi milanesi del Pd, sui giornali, su Facebook, chiedendo all' ortolano o all' amico professionista ci siamo divise il compito di trovare ognuna la propria sede dove esercitare il nostro diritto. Tre giorni di ricerca estenuante per noi, telefoni che non rispondono o occupati, niente mail, cellulari che non accettano i messaggi, allettanti indicazioni di chi e come votare e con quali documenti ma non si sa dove.
Poi finalmente ecco quello che ci chiede città e numero di seggio: e sino a ieri mattina no answer. Certo apparteniamo a tempi in cui ci si informava rusticamente, però si avevano risposte veloci: quindi parliamo solo per noi, o per tanti nostalgici della democrazia in là con gli anni e non adusi alla valanga cliccante. Infatti ieri sera ci ha salvato un tredicenne, che pur facendo esattamente quello che facevamo noi, ha trovato subito gli indirizzi, scomodissimi comunque.
zingaretti giachetti martina
Ma intanto, affrante dalla tensione e dal nervoso, chissà se riusciremo domani ad andare a votare.