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    TREGUA ARMATA A DESTRA - SALVINI VA OSPITE DI GIORGIA MELONI AD “ATREJU” E SOTTERRA L’ASCIA DI GUERRA: “ENTREREI IN UN GOVERNO MELONI E LEI FAREBBE LA STESSA COSA. E FIRMERO’ LA PETIZIONE DI GIORGIA SUL PRESIDENZIALISMO” - “LA PARTITA DEL QUIRINALE? BERLUSCONI È UN CANDIDATO VERO. NOI DEL CENTRODESTRA ABBIAMO TANTI DIFETTI MA SE DICIAMO UNA COSA, LA FACCIAMO. DRAGHI? NON HA DIFETTI E SE NE HA SONO IRRILEVANTI” - LA STOCCATA A GIORGETTI: “CON DI MAIO NON HO FAMILIARITÀ, NON GLI MANDO MESSAGGI E NON CI VADO A MANGIARE LA PIZZA…” (COSA CHE INVECE HA FATTO GIORGETTI)


     
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    1 - SALVINI E L'ABBRACCIO CON MELONI: FIRMO ANCH' IO PER IL PRESIDENZIALISMO

    Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”

     

    L'ultima volta di Matteo Salvini ad Atreju era il 20 settembre del 2019, un mese dopo la fine del governo gialloverde. Insomma, un'era politica fa. La Lega veleggiava attorno al 30 per cento, Fratelli d'Italia era l'azionista di minoranza della coalizione di centrodestra, e un esecutivo a guida Mario Draghi rientrava negli scenari fantapolitici.

     

    GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU

    Due anni e tre mesi dopo, Salvini ritorna alla kermesse di Fratelli d'Italia, il Natale dei conservatori, in un venerdì sera di pioggia battente. Giorgia Meloni fa gli onori di casa, e lo accoglie nel dietro le quinte. Prima del fischio di inizio dell'intervista che verrà condotta dal giornalista Giovanni Minoli, i due chiacchierano per diversi minuti davanti a un caffè. Avranno parlato del Quirinale o del governo Draghi? «Giorgia, ti devo fare i complimenti per Atreju» esordisce Salvini. E la padrona di casa: «Matteo, ti ringrazio. Potevi portare anche tua figlia, c'è una bellissima pista di pattinaggio sul ghiaccio».

     

    I due ridono, scherzano, e forse iniziano a mettere a terra la strategia per il Quirinale e per le prossime elezioni politiche. Sala strapiena, prime file composte dai quadri di FdI: Ignazio La Russa, Daniela Santanchè, Francesco Lollobrigida, Adolfo Urso, Augusta Montaruli. Fabio Rampelli resta in piedi e confida: «Per Matteo l'accoglienza è sempre positiva». C'è anche Vincenzo Sofo, ex europarlamentare della Lega, oggi con Meloni, accompagnato dalla moglie Marion Maréchal Le Pen, nipote di Marine. Si rivede Enrico Michetti, lesto a precisare: «Non rilascio dichiarazioni».

    MATTEO SALVINI AD ATREJU MATTEO SALVINI AD ATREJU

     

    «Seduti, seduti, vi presento un leader al quale siamo molto legati. Diamo un grande benvenuto a Matteo Salvini» annuncia Meloni. L'ex ministro dell'Interno fa una sorta di inchino verso la platea, abbraccia Meloni e poi si accomoda. La curiosità dei militanti è tale che dal fondo della sala si leva un brusio: «Vediamo cosa dirà sul governo Draghi».

     

    Si comincia con i giorni della fine dell'esecutivo con i 5 Stelle. È vero che propose via sms a Luigi Di Maio di fare il premier? «Con Di Maio non ho familiarità, non gli mando messaggi e non ci vado a mangiare la pizza... Non capisco perché si sia incattivito nei miei confronti, io non gli ho fatto nulla». Lungo applauso.

     

    GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU

    Sembra essere un affondo contro Giancarlo Giorgetti che solo qualche settimana fa è stata avvistato in una nota pizzeria della Capitale con il ministro degli Esteri. Non è così, minimizzano dalla Lega. In mattinata Salvini e Giorgetti si sono incontrati all'assemblea della Cna e da quel consesso il numero due della Lega ha affermato: «La regola che mi sono data è: stai sulla bicicletta, pedala e guarda il manubrio perché quando in una gara ciclistica inizi a guardarti indietro di sicuro ti prendono».

     

    Ma tant' è. Ad Atreju Salvini dice di sentirsi a casa. Minuto dopo minuto cresce l'apprezzamento di chi è presente in sala nei confronti del leader leghista. Scalda il pubblico quando afferma: «Io entrerei in un governo Meloni e lei farebbe la stessa cosa. Così come entrerei in un governo con Forza Italia». Annuncia che firmerà «sicuramente» la petizione sul presidenzialismo promossa da Giorgia Meloni.

     

    di maio giorgetti di maio giorgetti

    E poi c'è il nodo dei nodi, la grande partita del Quirinale. «Io spero che il presidente della Repubblica possa essere scelto con la partecipazione di tutti, partendo dall'unità del centrodestra. Io mi impegnerò per coinvolgere tutti». Segue quest' altra frase che piacerà molto al Cavaliere. «Berlusconi è un candidato vero. Noi del centrodestra abbiamo tanti difetti ma se diciamo una cosa, la facciamo. Il centrodestra deve avere la determinazione ad avere l'onore e l'onere di eleggere il presidente della Repubblica, che non deve avere la tessera del Pd. Questo è il regalo di Natale che facciamo agli italiani».

     

    BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI SALVINI

    E se il successore di Sergio Mattarella fosse donna? «Ma Berlusconi si chiama Silvio e non Silvia. Se Berlusconi fa scelte diverse, allora abbiamo diverse donne con i requisiti». Perplesso il pubblico quando tra le righe Salvini difende Draghi: «Non ha difetti e se ne ha sono irrilevanti». Risate in sala. E quando finisce tutto Salvini si dice «molto contento e soddisfatto». E alla fine c'è stato chi ha voluto fare un selfie con lui.

     

    2 - COLLE MELONI APRE A DRAGHI E SALVINI: «NON HA DIFETTI...» CONTE VUOLE LE QUIRINARIE

    Ma. Con. per “il Messaggero”

     

    SALVINI BERLUSCONI MELONI SALVINI BERLUSCONI MELONI

    Mentre i sondaggisti si esercitano sul campo largo, Calenda e Renzi continuano a darsele di santa ragione escludendosi l'un l'altro dal grande-centro, e Conte dice «mai con quei due». Manca poco più di un mese all'appuntamento più importante di questa fine legislatura, l'elezione del Presidente della Repubblica, e sul lato sinistro dello schieramento regna il tutti contro tutti. Nel frattempo il segretario del Pd Enrico Letta si muove con cautela, ma si muove, dando per archiviata l'ipotesi del bis di Sergio Mattarella e promuovendo appelli per arrivare ad eleggere il nuovo Capo dello Stato con un «largo consenso che arrivi anche a FdI».

     

    salvini draghi salvini draghi

    La risposta di Giorgia Meloni non si è fatta attendere e ieri, al Tg3, si è espressa sulla possibile candidatura di Draghi senza legarlo, per la prima volta, al tema delle possibili elezioni anticipate: «Su Draghi bisogna prima capire cosa voglia fare, noi vogliamo un patriota al Quirinale». Sulla carta il centrodestra è ancora formalmente impegnato sulla candidatura di Silvio Berlusconi, ma il quadro è in evoluzione se anche Salvini dice - sul filo dell'ironia - che «Draghi non ha difetti. E se ne ha sono pochi e irrilevanti».

     

    SALVINI MELONI BERLUSCONI SALVINI MELONI BERLUSCONI

    Ciò che rileva è che alla festa di Atreju, Salvini dice le stesse cose che Letta ha detto il giorno prima : «Spero che il presidente della Repubblica possa essere scelto con la partecipazione di tutti, partendo dall'unità di Lega, FI e FdI». Un'affermazione che di fatto rende complicato per il centrodestra presentarsi al tavolo con il nome del Cavaliere, il quale conserva comunque una centralità nella trattativa che gli potrebbe comunque permettere un eroico passo indietro qualora dovesse avanzare il nome dell'ex banchiere centrale.

     

    Sullo sfondo di una partita che deve ancora iniziare, resta il nodo del governo che - Draghi o non Draghi - entrerebbe comunque in crisi qualora la scelta del successore di Mattarella avvenisse senza un consenso largo o, peggio ancora tagliando fuori uno schieramento. Nel Pd, archiviata a fatica l'ipotesi del bis di Mattarella, è ripresa la caccia del presidente a tempo e c'è chi va a caccia di ottuagenari nel tentativo di mettere insieme chi vuole Draghi al Quirinale e chi lo vuole ancora a Palazzo Chigi.

    MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

     

    Quest' ultimo schieramento raccoglie coloro che lo pensano come possibile riserva della Repubblica che potrebbe tornare a guidare il governo anche dopo il 2013, e chi invece pensa di cuocerlo a fuoco lento nell'ultimo anno di legislatura puntando ancora sulla Cgil di Landini. Nel M5S si naviga a vista. Giuseppe Conte, intervistato dall'AdnKronos, attacca Renzi («no a parlamentari che prendono soldi da governi stranieri»). Poi non esclude di ripetere le quirinarie: far scegliere agli iscritti sul web il nome da votare. Ipotesi che lascia perplessi soprattutto i dem che conservano il ricordo delle quirinarie 2013.

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