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    TREGUA COL SOTTO-MARINO - ACEA TENDE LA MANO AL SINDACO E INSERISCE L'AZZERAMENTO DEL CDA ALL'ORDINE DEL GIORNO DELL'ASSEMBLEA DEL 5 GIUGNO. ANCHE SE MARINO VOLEVA IL RIBALTONE ENTRO APRILE


     
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    Celestina Dominelli per ‘Il Sole 24 Ore'

    È tregua, almeno per il momento, tra il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e Acea, dopo l'offensiva del primo cittadino che punta ad azzerare i vertici dell'utility capitolina. Ieri il cda della società guidata da Paolo Gallo ha deciso di recepire la richiesta formalizzata dal Campidoglio nella missiva inviata il 3 marzo, con cui l'azionista di maggioranza (il Comune possiede il 51% del gruppo di Piazzale Ostiense) sollecitava l'integrazione dell'ordine del giorno della prossima assemblea dei soci con alcuni punti: snellimento del board, nomina del cda (se approvato il tassello precedente) e del presidente, riduzione dei compensi.

    Ignazio MarinoIgnazio Marino

    Il board ha quindi aperto alle istanze del sindaco, indicando la data dell'assise (5 giugno), ma ha chiesto al tempo stesso a Marino di fornire, laddove lo desideri, eventuali delucidazioni prima che la società proceda a formalizzare l'odg, la cui puntuale definizione non potrà comunque slittare oltre 30 giorni dalla richiesta del Comune. Entro il 2 aprile, dunque, il sindaco potrà ulteriormente chiarire se vorrà gli argomenti portati all'attenzione dell'assise ma, qualora decidesse di non farlo, il cda si riunirebbe comunque per integrare l'odg secondo la volontà del Comune.

    La società ha quindi optato per la via del dialogo scartando l'idea di respingere la domanda del primo cittadino che, anche a giudizio di Consob, non era esente da pecche. L'obiettivo è duplice. Da un punto di vista tecnico, si concede più tempo ai soci per la messa a punto delle liste che, da statuto, vanno depositate entro venticinque giorni dall'adunanza. Ma è chiaro che, con questa mossa, si punta soprattutto ad agevolare la trattativa tra i soci per evitare il cambio della governance che potrebbe creare parecchi contraccolpi alla società e che rischia di non essere compreso dal mercato.

    IGNAZIO MARINO GIANNI ALEMANNO ALFIO MARCHINI A DOMENICA LIVEIGNAZIO MARINO GIANNI ALEMANNO ALFIO MARCHINI A DOMENICA LIVE

    Nel weekend appena trascorso, peraltro, non sono mancati nuovi contatti tra il Comune e i due principali azionisti privati (Francesco Gaetano Caltagirone e Suez Environnement), che avrebbero ribadito la loro contrarietà alla rimozione del numero uno Gallo, capace di riportare la società all'utile con evidenti benefici sul titolo ormai oltre il tetto dei 10 euro. I soci transalpini hanno così rimarcato la loro grande irritazione per le mosse del Campidoglio tanto che nei giorni scorsi si era mobilitata anche la diplomazia francese che ha informato della situazione il premier Matteo Renzi. Ma ieri, nel corso del board, la linea oltranzista di Suez Environnement, che aveva chiesto di respingere in toto l'affondo del sindaco, ha finito per cedere il passo all'atteggiamento più soft manifestato dagli altri consiglieri e dall'ad restii ad andare al muro contro muro con il Campidoglio.

    Nuovo Logo AceaNuovo Logo Acea

    Marino, quindi, porta a casa una piccola vittoria ma non è riuscito a ottenere la convocazione dell'assemblea dei soci entro fine aprile come avrebbe voluto. Una data che avrebbe finito per coincidere con la presentazione del bilancio 2014, che cade giusto pochi giorni prima della scadenza dei 60 giorni necessari per la conversione in legge del "Salva-Roma ter". Il sindaco sembra comunque deciso a non retrocedere e a dare battaglia nell'assise dei soci come peraltro aveva provato anche lo scorso anno quando, da piccolo azionista (comprò 20mila euro di azioni rivendute a stretto giro con una discreta plusvalenza), si era presentato in assemblea per chiedere di ridurre consiglieri e compensi.

    Francesco Gaetano CaltagironeFrancesco Gaetano Caltagirone

    La sua battaglia agli emolumenti del board di Acea rischia però di trasformarsi in un boomerang dal momento che, se anche riuscisse nel suo intento di snellire il cda e di cambiare completamente l'attuale management, la società si troverebbe, come gli stessi legali ingaggiati da Acea (gli studi Zoppini e Marchetti) hanno ribadito, a dover rifondere i consiglieri mandati via anzitempo con un esborso, secondo una prima stima per difetto, non inferiore ai 5 milioni di euro.

     

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