Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
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Momento difficile per Sciences Po Paris, la scuola universitaria che da decenni forma l’élite francese e internazionale. Nelle stesse ore, due casi di diversa natura scuotono l’istituto di rue Saint Guillaume dove hanno studiato, tra gli altri, i presidenti Emmanuel Macron, François Hollande e Jacques Chirac, i premier Gabriel Attal e Lionel Jospin, ma anche gli scrittori Emmanuel Carrère e Leila Slimani o il cantante Léo Ferré.
Martedì mattina un centinaio di studenti pro-Palestina hanno occupato una sala e filtrato l’ingresso dei compagni, impedendo l’accesso a una ragazza ebrea. Ieri mattina, il direttore Mathias Vicherat si è dimesso dopo essere stato rinviato a giudizio, assieme alla ex compagna, per violenze domestiche.
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«Inqualificabile e intollerabile», ha detto il presidente Macron in Consiglio dei ministri a proposito della frase rivolta a una studentessa ebrea: «Non fatela entrare, è una sionista».
L’Uejf (Unione degli studenti ebrei di Francia) denuncia il clima di tensione e il fatto che gli studenti ebrei vengano discriminati nell’anfiteatro Emile Boutmy, il più grande dell’istituto, ribattezzato «Gaza». La presidente della Regione Île-de-France, Valérie Pécresse, ha detto che «la causa palestinese merita di meglio di frasi antisemite degne delle peggiori ore della storia francese», mentre la ministra dell’Istruzione superiore, Sylvie Retailleau, è andata di persona a Sciences Po per incontrare la direzione chiedendo di riprendere in mano la situazione.
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Il comitato «Palestine Sciences Po Paris» degli studenti in lotta ha respinto le accuse di antisemitismo attribuendole all’estrema destra, e assicura di non tollerare «posizioni razziste, islamofobe o sessiste». Ma l’occupazione di martedì non è il primo episodio di una mobilitazione accusata di impedire il dibattito, che invece sarebbe la ragion d’essere in particolare di una scuola di scienze politiche.
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Il direttore ha condannato l’occupazione, ma poche ore dopo si è dimesso: Mathias Vicherat, 45 anni, ha lasciato l’incarico dopo essere stato rinviato a giudizio assieme all’ex compagna, la regista Anissa Bonnefont (40), per reciproche violenze domestiche. I due si erano denunciati a vicenda dopo una lite in pubblico al bar dell’Hotel Lutetia, all’inizio di dicembre, e avevano trascorso una notte in commissariato in custodia cautelare.
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[…]Il predecessore di Vicherat, Frédéric Mion, a sua volta era stato costretto a dimettersi nel febbraio 2021 per aver sorvolato sui sospetti di incesto a carico del politologo Olivier Duhamel, denunciato nel libro La familia grande di Camille Kouchner, figlia dell’ex ministro degli Esteri Bernard Kouchner.
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