Alessandro Barbera per “la Stampa”
GIOVANNI TRIA CON IL MINISTRO DELL'ECONOMIA CINESE LIU KUN
Ai molti funzionari e banchieri che sta incontrando ripete la stessa frase: «Non sono qui a vendervi titoli pubblici». Se c' è un modo sbagliato di proporsi agli investitori è dare la sensazione di sperare in un aiuto: alimenterebbe preoccupazione sulla solidità dei conti.
Che Giovanni Tria sia in Cina per attirare l' interesse verso l' azienda Italia è però un fatto innegabile. Se i rapporti con Bruxelles sono ai minimi storici quelli con Pechino promettono bene.
La scorsa settimana Luigi Di Maio ha costituito una task force, affidandola al sottosegretario Michele Geraci, un professore con una lunga storia cinese alle spalle. Geraci è già a Shanghai, Di Maio sarà a Pechino entro l' anno.
la bandiera italiana sventola in piazza tienanmen
L' Italia è accolta a braccia aperte, oggi più di ieri: dopo il contestato acquisto del gigante tedesco della robotica Kuka, gli investimenti cinesi in Francia e Germania si sono bloccati. Altro che autarchia sovranista: il ministro del Tesoro vuole convincere la Cina a puntare sempre più sull' Italia come meta prediletta dei suoi investimenti.
SILK ROAD
Nell' agenda di ieri erano segnati tre appuntamenti: con Silk Road (possiede il cinque per cento di Autostrade), China Construction Bank (la seconda banca del Paese) e China Investment Corporation.
Tutti fondi di investimento statali in grado di acquistare grandi quantità di titoli pubblici. Tria li ha rassicurati sulla prossima Finanziaria, sul rientro dello spread con i Bund tedeschi, ha promesso attenzione alle loro ragioni nelle aziende di cui posseggono quote.
GIOVANNI TRIA
I ben informati raccontano che le rassicurazioni sono state reciproche, e Silk Road ha garantito che nonostante il crollo di ponte Morandi resterà in Autostrade. I cinesi si sono convinti che la revoca della concessione non ci sarà, ma allo stesso tempo si fanno molte domande: quanto ci vorrà per ricostruire l' opera essenziale al più importante porto del Nord? Lo farà Autostrade? I cinesi vorrebbero investire di più nel Mediterraneo, fondamentale per la nuova via della seta.
Ma è possibile crederci se la politica si divide anche solo su come ricostruire un ponte?
QUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVA
E più in generale: il debito resterà sostenibile? E che ne sarà del ruolo italiano nell' Unione? Resterà fra i Paese fondatori o se ne andrà sbattendo la porta? Su questo Tria è stato chiaro: «Il debito non ce lo faremo scappare di mano», e l' Europa è «un progetto che vogliamo completare.
L' appartenenza alla moneta unica non è in discussione».
In questi giorni i giornali cinesi si chiedono come finanziare la domanda di infrastrutture, già appesantita dai debiti degli enti locali. La soluzione sarà un aumento della liquidità da parte della banca centrale, ovvero ciò che Lega e Cinque Stelle vorrebbero facesse ancora Francoforte ma su cui la Bce non può esporsi oltre.
xi jinping
All' ora di cena Tria è stato accolto con tutti gli onori alla scuola del partito comunista, e non poteva essere diversamente visto il passato da simpatizzante maoista. I tempi del grande timoniere sono lontani anni luce anche per i cinesi. Solo dieci anni fa per le strade di Pechino c' erano tante biciclette quante auto.
Inquinamento Pechino
Oggi sulle due ruote - rigorosamente elettriche - si trovano solo studenti e fattorini.
Del maoismo resta la capacità del partito di imporre le decisioni, nel bene o nel male. Ancora due anni fa la capitale era avvolta in una cappa di smog. Il nuovo timoniere Xi Jinping ha quindi promesso cielo azzurro e così è stato.
Banditi da un giorno all' altro riscaldamenti e stufette a carbone, ora uno studio della Banca mondiale stima che nel solo 2017 si è dimezzata la percentuale di polveri sottili nell' aria.
SNAM
L' Università di Chicago calcola che i pechinesi ci hanno guadagnato un aumento dell' aspettativa di vita di quasi due anni e mezzo.
La domanda di gas è esplosa, eppure è appena quattro volte superiore a quella italiana. Di qui la decisione di Tria di farsi accompagnare dai vertici di Snam, leader mondiale nella costruzione di gasdotti. Il governo pentastellato avrà meno remore dei predecessori ad usare le aziende pubbliche per la crescita degli interessi italiani all' estero. Cassa depositi e prestiti vestirà i panni del regista. Resta da capire se sarà in grado di farlo.