Marco Antonellis per Dagospia
Matteo Salvini giura e spergiura che il governo durerà 5 anni ma "fino in fondo non ci crede più nemmeno lui"; questo era l'umore che serpeggiava tra le truppe leghiste ammassate oggi in Piazza del Popolo. Certo, "c'è la volontà di andare avanti ma i fatti sono un'altra cosa" raccontavano leghisti di estrazione giorgettiana. Perchè a Gennaio andrà di sicuro fatto il "tagliando" al governo ma sono in molti ormai tra i vertici leghisti a ritenere che "più che un tagliando servirà un vero e proprio rimpasto se vogliamo andare avanti".
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Le tensioni, le rivalità, gli sgarbi quotidiani piccoli o grandi tra Lega e 5Stelle, seppur non condivisi dai due leader di partito che ormai troppo spesso devono intervenire per metterci una pezza, stanno ormai diventando troppi e troppo dilaceranti. "Per ora, paradossalmente" spiega un'esponente leghista di alto rango "è la Ue che sta facendo da collante alla coalizione, che ci tiene uniti. Ma non appena sarà definita la partita con Bruxelles e chiusa la legge di bilancio il rischio del "tana libera tutti" è altissimo".
Perché da Gennaio comicierà una snervante campagna elettorale per il Paese che durerà sino a fine Maggio. Ed è proprio in vista delle elezioni europee che i leader di Lega e 5Stelle starebbero accarezzando l'idea di fare dei cambiamenti nella squadra di governo: i nomi a rischio sono molti, nomi che hanno deluso le aspettative.
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Quelli più in bilico, spiegano in Transatlantico, sono Danilo Toninelli e Giulia Grillo ma da qualche giorno è entrato fortemente nel mirino anche il Professore di Economia e capo del Mef Giovanni Tria dopo che, come Dagoanticipato, è stato sconfessato dal Premier Conte per le modalità con cui ha gestito la trattativa con Bruxelles soprattutto nella fase iniziale accodandosi troppo presto alle richieste dell'Europa.
Mattarella comunque ha invitato il Ministro dell'Economia a tenere duro e ad evitare gesti avventati, almeno fino all'approvazione della legge di bilancio, spiegano ambienti Quirinalizi. Messaggio prontamente recepito dal professore. Poi, si vedrà.
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Tra i nomi in ascesa, zona 5Stelle, c'è invece quello di Vincenzo Spadafora. Ha accettato di buon grado le "Pari Opportunità" ma ora il Movimento potrebbe chiedergli di ricoprire un ruolo più importante, una poltrona pesante. In fin dei conti è sempre stato lui il Giorgetti dei 5Stelle e Di Maio lo vorrebbe più vicino.
"Non è un caso" fanno notare ambienti pentastellati "che dopo mesi di silenzio nelle ultime settimane Spadafora abbia cominciato a rilasciare interviste a tutto campo. Il rapporto con Di Maio è sempre solido come un tempo e nessuno meglio di lui potrebbe aiutare il Movimento ad arginare una Lega sempre più straripante".
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