1 - LO SFOGO DEL NUMERO UNO DELL’INPS
Luca Monticelli per “la Stampa”
PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO
«Infangano me per colpire il governo». Pasquale Tridico, è «sconvolto», ma non ha alcuna intenzione di dimettersi. Il presidente dell'Inps respinge gli «attacchi personali» e le accuse di essersi alzato lo stipendio con effetto retroattivo. Dopo le polemiche sui ritardi della cassa integrazione, sul caos partite Iva, sul bonus da 600 euro ai politici e sul reddito di cittadinanza incassato dagli evasori, l'economista vicino ai 5 stelle è alla sbarra per la sua busta paga. Il 7 agosto scorso il ministero del Lavoro, di concerto con il Mef, ha emanato un decreto che ha cambiato i compensi annuali lordi dei componenti del cda dell'Istituto di previdenza: 150 mila euro al presidente (il 50% in più rispetto a quanto prendeva Tito Boeri), 40 mila al vice, elevabili a 60 mila in caso di deleghe, e 23 mila ai consiglieri.
di maio e tridico
Tridico, approdato all'Inps il 19 maggio 2019 con l'esecutivo gialloverde, percepiva 60 mila euro perché affiancato da Adriano Morrone fino al 15 aprile 2020, quando poi si è insediato il nuovo cda. Il centrodestra compatto ne chiede le dimissioni e lo incolpa di aver preteso quasi un anno di arretrati. Per Matteo Salvini deve «pagare la cassa integrazione, chiedere scusa e andarsene».
Fratelli d'Italia chiama in causa tutto il governo e Giorgia Meloni usa l'ironia definendolo «"Triplico" perché gli è stato quasi triplicato lo stipendio. Cosa intende fare Conte?», domanda la leader Fdi. Forza Italia annuncia un'interrogazione e chiede al professore di Roma Tre di «restituire i soldi». Anche nella maggioranza i toni sono accesi. Debora Serracchiani del Pd parla di «vicenda sconcertante» mentre per Italia viva, in prima linea da mesi contro Tridico, è Luigi Marattin a contestare l'ipocrisia dei populisti sulla casta: «Ci prendono per il c...».
AUDIZIONE DI PASQUALE TRIDICO SUL BONUS AI PARLAMENTARI
Perfino Luigi Di Maio, che di Tridico è il principale sponsor, si aspetta chiarimenti. A mettere un punto è la Direzione risorse umane dell'Inps con una nota dove spiega che gli uffici non hanno previsto di erogare gli arretrati al presidente a partire da maggio dell'anno scorso, ma solo dal 15 aprile 2020, data di insediamento del Consiglio di amministrazione, come prevede la normativa.
Il ministero del Lavoro conferma la ricostruzione e sostiene che sia stato il precedente governo ad avviare una riforma degli emolumenti. Il professore però resta in mezzo alla bufera e il fuoco di fila dell'opposizione prosegue: «Solo la vigilanza degli organi interni ha impedito che la differenza venisse pagata da prima di aprile, l'aumento va annullato», denuncia il senatore azzurro, Maurizio Gasparri.
pasquale tridico
Pasquale Tridico assicura di non aver preso un euro di arretrato e si sfoga: «Sono sconvolto, mi stanno infangando. Finora mi hanno colpito per la mia attività professionale, adesso invece mi attaccano anche sul piano personale e questo mi ferisce e mi addolora». Perché lo fanno? «L'Inps è sempre stato un Istituto molto politicizzato e vedo che si tende a sovrapporre la sua attività a quella dell'esecutivo», sottolinea l'economista.
Perciò «attaccano me per attaccare il governo, è esattamente quello che penso. Nello Stato i dirigenti di seconda fascia prendono 150 mila euro, quelli di prima fascia 200 mila. Il presidente dell'Inps, fino adesso, 60 mila euro, ma di che cosa stiamo parlando?». Quindi una stoccata a un suo collega di area leghista, Gian Carlo Blangiardo: «Perché se il presidente dell'Istat prende 240 mila euro non si scandalizza nessuno?». Tridico dice di non voler lanciare accuse ma di limitarsi a elencare dei fatti: «Quando ti dicono che prendi i soldi e non è vero che cosa dovresti fare? L'unica cosa sarebbe querelare, però non è il mio stile, non sono abituato a lavorare così».
luigi di maio pasquale tridico
A chi lo invita a dimettersi risponde: «Non ci penso proprio, essendo false tutte le accuse perché dovrei?». Al ministro degli Esteri che sollecita chiarimenti, ieri pomeriggio il numero uno della previdenza italiana replicava: «Non ho parlato con nessuno né ho ricevuto chiamate». In serata anche il premier Giuseppe Conte interviene sul caso dello stipendio, in collegamento con il festival dell'economia di Trento: «Non ero informato di questa vicenda, ovviamente ho chiesto accertamenti perché vorrei approfondire la questione. Permettetemi di comprenderla bene, poi formulerò una valutazione più compiuta. Sono abituato a parlare seriamente: fatemi fare una verifica».
2 - IL CONFRONTO CON CATALFO E SALTANO I SOLDI RETROATTIVI
Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
raggi, tridico, conte
Chi ci ha parlato lo descrive «avvilito». Pasquale Tridico, 45 anni, giovane economista che Luigi Di Maio piazzò più di un anno fa al vertice dell'Inps, non è la prima bufera che deve affrontare. Anzi. Ma questa potrebbe costargli la poltrona. Perché stavolta il caso lo tocca in prima persona e in ciò che sta più a cuore ai 5 stelle: la trasparenza e gli stipendi della casta. Ecco perché, chiuso nel fortino, è avvilito. «Sta imparando a sue spese quale è il prezzo della retorica anticasta. Speriamo che i grillini riflettano. E imparino», dice una persona che lo ha sentito ma non vuole apparire perché la questione è delicata e si presta a «facili fraintendimenti».
Nunzia Catalfo, la ministra grillina del Lavoro che con il collega del Tesoro, il dem Roberto Gualtieri, ha firmato il decreto che concede l'aumento di stipendio al presidente Inps (da 62 mila a 150 mila euro lordi l'anno) ha sentito più volte Tridico e continua a difenderlo. Ma certo il caso è scoppiato nel momento peggiore per il Movimento 5 Stelle, dopo il disastroso risultato elettorale delle regionali.
pasquale tridico 2
Non solo. I pentastellati rischiano di restare isolati nel sostegno al presidente dell'Inps, dopo che il premier, Giuseppe Conte, che già in passato aveva convocato Tridico a Palazzo Chigi sui ritardi con cui l'istituto ha gestito gli ammortizzatori sociali per il Covid, ieri ha spiegato di aver chiesto «un approfondimento» e una «verifica» sulla base della quale prendere le sue decisioni.
Quindi, una situazione dove, suo malgrado, Tridico rischia di diventare una pedina dell'aspro confronto già in corso tra Pd e 5 Stelle. La testa del presidente dell'Inps potrebbe insomma finire nella complessa partita che oppone i due più grandi partiti della coalizione su diversi temi, dal Mes ai decreti sicurezza. Inoltre, le opposizioni non faranno sconti. Chiameranno il governo a riferire in Parlamento, insisteranno sulle dimissioni del presidente, cavalcheranno il maxiaumento di stipendio varato alla chetichella il 7 agosto e cercheranno di demolire quel che resta dell'identità anticasta del Movimento. Ora la casta sono loro, incalzano Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia.
pasquale tridico 1
Lo hanno già dimostrato cambiando lo statuto per restare in sella anche dopo il secondo mandato e ora, mentre esultavano per il taglio dei parlamentari approvato dal referendum, aumentavano, senza che nessuno ne sapesse nulla, lo stipendio di Tridico da 62 mila a 150 mila euro e pure con effetto retroattivo, il che avrebbe regalato un bonus di circa 100 mila euro al presidente, per compensare la retribuzione dal 22 maggio 2019, quando fu nominato, al 15 aprile 2020, giorno di insediamento del consiglio di amministrazione, presieduto dallo stesso Tridico, i cui emolumenti sono oggetto del decreto Catalfo-Gualtieri del 7 agosto .
pasquale tridico virginia raggi
E già, perché il pasticcio più grande - messi da parte eccessi di demagogia che per un'inesorabile legge del contrappasso si scaricano sui 5 Stelle - sta proprio in questo rischio di retroattività. Che non a caso ieri la ministra del Lavoro si è affrettata a disinnescare. Il decreto farebbe infatti scattare i nuovi emolumenti «dalla data di nomina». Una disposizione in contrasto con quanto previsto dalle leggi che, ha osservato il collegio dei sindaci dello stesso istituto, dispone che decorrano dal giorno di insediamento. Certo che è così, hanno detto ieri sia l'Inps sia Catalfo. Ma resta il dubbio che senza i rilievi del collegio, guidato da un dirigente della Ragioneria dello Stato, sarebbe potuta andare diversamente.
luigi di maio pasquale tridico
Al Tesoro, non senza malizia, osservano che questa è la prova che «il sistema funziona». All'Inps spiegano inoltre che i 150 mila euro per Tridico erano un aumento dovuto, perché un presidente non può interloquire sempre con chi prende molto più di lui: 240 mila euro l'anno i dirigenti di prima fascia, compresi i direttori regionali, 160 mila per quelli di seconda fascia, compresi i vice regionali. Ma ormai sono considerazioni travolte dalla bufera politica.