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    "TRISTE, SOLITARIO Y BANAL" - D’ORRICO AZZERA L’ULTIMO LIBRO DI SERRA: “NOIOSO E DEPRESSO. IL TITOLO, ‘OGNUNO POTREBBE’, STA PER ‘OGNUNO POTREBBE FARE MOLTO MEGLIO’. ESSI', OGNUNO POTREBBE FARE MOLTO MEGLIO I LIBRI...”


     
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    Antonio D’Orrico per “La Lettura- Corriere della Sera”

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    Giulio Maria, l’ultratrentenne protagonista, vive ancora con la madre e con la sua ex prof di lettere al liceo. Il padre è morto lasciando in eredità al figlio un’ingombrante reliquia, un capannone pieno di legname pregiato. E lui non sa che farsene. Giulio Maria è fidanzato (ma gli sembra ridicolo dire così di uno della sua età) con una ragazza che sta sempre attaccata al telefonino.

     

    Giulio Maria ce l’ha con i telefonini (li chiama egòfoni, traduzione letterale di iPhone), ce l’ha con i selfie (parola che, ci spiega, indicava in origine le masturbazioni nel gergo degli adolescenti americani), ce l’ha con le rotonde stradali e con i navigatori delle macchine. Il protagonista è anche femministo.

     

    Guardando i Tre Pini, il bar-trattoria della fidanzata, si lascia andare a questo pensiero: «Quando vedo le donne dei Tre Pini che governano, quietamente organizzate, il loro tintinnante corredo di stoviglie e il loro disciplinato convoglio di bevande e pietanze, mi viene da domandarmi a cosa servono i maschi...».

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    La risposta la trova una sera che salta la luce proprio ai Tre Pini: i maschi (almeno quelli come Giulio Maria, mi sia consentita una completa dissociazione) servono a lavare piatti e bicchieri, quando non funziona l’apposito elettrodomestico. Come nella vecchia pubblicità: «I piatti sì, i piatti sì, con Nelsen Piatti li vuol lavare lui».

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    Giulio Maria ha un lavoro. Analizza dal punto di vista antropologico i modi in cui i goleador festeggiano quando vanno a segno. (Quest’ultima è l’unica idea del racconto che rappresenta una possibile parvenza di vita, sia pur minimale, all’interno dello stesso). Libro noioso e depresso.

     

    Sarebbe stato giusto chiamarlo Triste, solitario y banal . Due parole, infine, sul titolo. Ognuno potrebbe sta per «Ognuno potrebbe fare molto meglio». E qui non mi dissocio. Anzi rilancio. Ognuno potrebbe fare molto meglio i libri, per dire. 

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