Melania Rizzoli per Libero Quotidiano
TRISTEZZA
La sera si va a letto stanchi e la mattina ci si risveglia allo stesso modo, deboli, spossati e senza energie, pur avendo dormito a lungo. Solo in Italia più di 2milioni di persone negli ultimi due anni sono arrivate all’attenzione medica con questa sintomatologia, alla ricerca di patologie nascoste, con il risultato di analisi ematologiche nella norma, senza alcun riscontro di anemie, problemi ormonali o malattia di origine organica.
E quando i medici non riescono ad individuare una diagnosi precisa per giustificare tale disturbo, suggeriscono al paziente che si potrebbe trattare di stati emozionali o di una lieve distimia dovuta al cambio di stagione della primavera e dell’autunno, e che, di conseguenza, non c’è alcuna indicazione farmacologica da seguire, vista la negatività degli esami del sangue e strumentali. Invece quella spossatezza senza ragione è causata semplicemente dalla Tristezza, uno stato d’animo molto diffuso, che si insedia lentamente nella mente e nel cuore, una situazione che quando si consolida è in grado di generare sintomi specifici, provocando apatia e disinteresse, nell’ agire, nel lavarsi e nel vestire, tutti segnali che spezzano la voglia di affrontare la giornata, e che influenzano anche il comportamento sociale quotidiano.
TRISTEZZA
Uno studio dell’ Humanitas University, condotto dal dipartimento di Scienze Biologiche, che ha valutato l’impatto della pandemia Covid19 sulla salute e sul benessere mentale della popolazione italiana, ha registrato un aumento dei casi di calo dell’umore, legati alla percezione del pericolo subìto, alle limitazioni imposte e alla lunga durata dell’ emergenza, concludendo che migliaia e migliaia di soggetti stanno tuttora sperimentando la “pandemie fatigue” , una condizione di fatica, di demoralizzazione e di sofferenza psicologica che invade anche la sfera vegetativa , con alterazioni del sonno, perdita di appetito e riduzione della funzione del piacere sessuale.
Tale stato triste dell’umore è stato paragonato a quello provato da una persona che perde un familiare o una persona amata, ma attenzione, perché non si tratta di depressione, dove la sintomatologia invece è assolutamente incoerente rispetto al contesto.
TRISTEZZA
La tristezza emotiva è appunto una emozione, che si manifesta in seguito ad una serie di eventi sfortunati o negativi, rispetto ai quali non si riesce a trovare una possibile alternativa, per cui si abbandona la speranza o la ricerca di una soluzione. A tutti sarà capitato di perdere qualcuno a cui si teneva, ed assistere senza difese al calo dell’umore e ad una sensazione di autosvalutazione per non saper affrontare o superare il momento.
E il soggetto divenuto triste si riconosce immediatamente dalla postura, una volta diritta e spavalda, che diventa ricurva, chiusa in se stessa, con la mimica facciale che assume tratti caratteristici, come la fronte corrugata, le labbra piegate verso il basso, la scomparsa del sorriso, lo sguardo spento e perso nel vuoto e il tono di voce che diventa basso, monocorde e senza inflessione, come i discorsi che perdono fluidità e velocità di espressione.
TRISTEZZA
Tale atteggiamento è spesso accompagnato da continue lamentele del soggetto triste, il quale continua a ricercate colpe altrui per giustificare il proprio disagio, e l’intensità emotiva della tristezza varia in base all’ importanza data a quello che si è perso o vissuto, e man mano che si allontana il mordente della vita quotidiana, e non si reagisce, la tristezza può cristallizzarsi e scivolare nello stato patologico della depressione. È bene ricordare che la tristezza non è una malattia, è comunque uno stato passeggero, che può avere anche lunga durata, ma dal quale si può uscire attivando la volontà di reazione, mentre la depressione non risponde affatto alla voglia di reagire, ma deve essere trattata con psicoterapia e terapia farmacologica.
tristezza 2
La tristezza è dunque il contrario della gioia e della felicità, e si può provare anche senza causa apparente, ma è sempre legata ad occasioni circoscritte di insoddisfazioni o desideri delusi, che può mettere a dura prova l’area cerebrale specifica, al punto che in molti soggetti il diametro delle pupille appare più ristretto che di norma durante il periodo.
Il lato positivo della tristezza però esiste, perché essendo una emozione pesante e faticosa da tollerare a lungo, nelle personalità reattive si instaura, in tempi più o meno lunghi, a secondo degli eventi che l’hanno provocata, una voglia di reazione, di recupero del senso di vitalità perduto, sfidando i pensieri negativi e le ruminazioni con distrazioni positive di ogni tipo, materiali o fisiche, per riprendersi in fretta e cancellare il sentimento negativo che pesa e che non dovrebbe mai far perdere di vista il bello della vita.
tristezza 1 melania rizzoli foto di bacco (2)