Antonello Piroso per la Verità
Per la serie: i fatti separati dalle opinioni, e di come le seconde spesso prevalgano sui primi.
marco e afef tronchetti provera
FATTO 1, LUGLIO 2005
Luigi Grillo, senatore di Forza Italia, tuona: «A Milano c' è un centro illegale per le intercettazioni messo a punto da Marco Tronchetti Provera. È risaputo, lo scrivono i giornali».
Tronchetti, all' epoca numero uno di Telecom e Pirelli, oggi solo della seconda, querela: Grillo straparla.
Il giudice gli dà ragione, ma assolve Grillo.
Un non senso? Ma va, siamo in Italia, la culla del diritto (e del rovescio).
Sentite il sostituto procuratore Fabio Napoleone: «Benché non fosse sorretta da accertamenti giudiziari», la notizia di una centrale segreta interna a Telecom «dedita a intercettare illegalmente numerosissime persone» poteva anche generare nel senatore Grillo come «in tutta l' opinione pubblica, il convincimento della sua veridicità».
Tale notizia infatti «risulta essere stata diffusa dai media, con qualche rara eccezione, in modo così capillare e reiterato da coinvolgere in una suggestione collettiva anche molti settori delle istituzioni». Grillo è quindi innocente perché indotto in un errore conseguente «a un fenomeno di simile insidiosità...tale da generare l' opinione che la circostanza incriminata fosse un fatto notorio certamente accaduto».
MORATTI TRONCHETTI 1
Insomma, il Grande Orecchio che ascoltava illegalmente centinaia di migliaia di italiani esisteva solo nelle cronache dei giornali, come protestava Tronchetti.
Che quindi aveva ragione ma ciò nonostante «perde», mentre Grillo viene prosciolto «per carenza dell' elemento soggettivo»: ha torto (ha detto una castroneria) ma non per sua colpa (bensì per la campagna orchestrata dai media), ergo «vince».
Tronchetti paga il fatto di essere stato messo mediaticamente alla gogna, il che ha portato alla succitata «suggestione collettiva», puntuale conferma dell' adagio di Francis Bacon: «Calunniate, calunniate, qualcosa resterà».
FATTO 2, OTTOBRE 2006
ang43 marco tronchetti provera
Al Copaco - oggi Copasir, il Comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti Guido Rossi, successore in Telecom di Tronchetti (che un mese prima, sotto il governo di Romano Prodi, che non lo amava, era stato costretto a dare dimissioni «spintanee"), dichiara che l' azienda «non ha effettuato e non effettua intercettazioni né legittimamente né illegittimamente».
Quanto al commercio di tabulati telefonici, con l' elenco di numeri chiamati e chiamanti, specifica: «In via autonoma ed in epoca precedente agli interventi dell' autorità pubblica, è stata Telecom a denunciare alla Procura di Roma il fatto».
Insomma, milioni di italiani sono stati bombardati dall' incubo di una Spectre occulta e fuorilegge.
Ma dopo che Tronchetti lascia, lo scandalo perde appeal e s' ammoscia.
FATTO 3, SETTEMBRE 2008
tronchetti telecom
A cercare di tenerne viva la fiamma arriva L' Infedele di Gad Lerner su La7, la tv di Telecom, ora guidata da Franco Bernabè, amministratore delegato dal dicembre 2007.
Ospite d' onore della prima puntata: Giuliano Tavaroli, ex capo della security Telecom e della banda dei «furbetti della tastierina», quella sì rinviata a giudizio per dossieraggi illegali (che, agli atti, prescindevano dalle intercettazioni).
5rf41 marco tronchetti provera
La trasmissione non sarà risultata sgradita a Bernabè, visto che le sue relazioni con Tronchetti si possono definire, con un eufemismo, pessime.
Lerner (che lavora a La7 dal 2001, arrivato con la gestione di Emilio Gnutti e Roberto Colaninno, rimasto all' arrivo di Tronchetti, con cui i rapporti sono così cordiali da accettare di intervistarlo per Noi, l' house organ aziendale) realizza un mezzo scoop.
Tavaroli infatti dribbla tutte le domande più specifiche replicando: «Ne parleremo al processo».
Dove però non confermerà nulla delle cose fatte intendere sui giornali o in tv.
FATTO 4, LUGLIO 2013
tavaroli
Tronchetti viene condannato per ricettazione.
Da tutti gli altri procedimenti istruiti sulla magmatica vicenda dei dossieraggi illegali è uscito intonso (un mese fa, dicembre 2016, la corte d' Assise d' appello di Milano ha ridotto le pene per gli imputati accusati di associazione a delinquere, corruzione, violazione del segreto di Stato: Tavaroli ha patteggiato 4 anni e mezzo, l' investigatore privato Marco Bernardini è stato condannato a 5 anni e 8 mesi, il suo collega Emanuele Cipriani a 5 anni).
Cuore del processo per ricettazione: un cd -rom con dati a danno di Tronchetti e famiglia, raccolti dall' agenzia di investigazione Kroll, ingaggiata dai rivali brasiliani di Tronchetti per contendergli quel ricco mercato, informazioni però hackerate (cioè estorte illegalmente) dagli uomini di Tavaroli, che poi avrebbe consegnato il tutto a Tronchetti, secondo l' accusa ben consapevole di quella provenienza illecita.
Tronchetti si è difeso spiegando di non esserne mai stato a conoscenza, e che anzi - quando era stato avvisato che tale documentazione sarebbe arrivata aveva disposto che fosse consegnato all' autorità giudiziaria.
tavaroli giuliano
Rimediata la condanna a un anno e 8 mesi, è ricorso in appello. Rinunciando alla prescrizione.
Perché voleva soddisfazione nel merito.
FATTO 5, GIUGNO 2015
I giudici della prima corte d' Appello di Milano gliela danno, assolvendolo. Fine dei giochi? Manco per niente.
FATTO 6, LUGLIO 2015
Nel suo blog Vado al Massimo, Massimo Mucchetti, presidente pd della Commissione industria del Senato, già vicedirettore del Corriere della Sera (dov' era approdato non gradito - per vecchie ruggini - a Tronchetti, azionista del giornale) scrive che lui e «il presidente della Pirelli si sono parlati senza dirsi cattiverie, dopo i contrasti di qualche anno fa che emersero pubblicamente nel processo Telecom.
Massimo Mucchetti
Quel processo si è chiuso con sentenze che salvaguardano l' onore di Tronchetti e, al tempo stesso, riconoscono il danno patito dagli spiati a opera della security dell' azienda», tra cui il medesimo Mucchetti, che subì tentativi di intrusione nel suo computer e perfino di adescamento. Tavaroli davanti ai giudici aveva affermato sotto giuramento che «il dottor Tronchetti non ha mai chiesto un' indagine su Mucchetti o su altri».
FATTO 7, FEBBRAIO 2016
La Dea bendata in Italia, si sa, è fanatica del gioco dell' oca. La Cassazione, su ricorso dell' accusa, annulla l' appello (che deve essere ricelebrato). Con una motivazione in punta di diritto che suona più o meno così: Tronchetti avrà pure ordinato di portare il cd -rom ai magistrati, ma «la volontà di difendersi» è esattamente il «profitto» che integra la ricettazione, anche perché poi una vera denuncia formale non c' è stata ma solo un «verbale di consegna» del cd -rom.
o GAD LERNER facebook
La Cassazione ha inoltre censurato che in Appello si siano acquisite come «nuove prove» le dichiarazioni di due ex legali di Tronchetti, Francesco Chiappetta e Francesco Mucciarelli, stante che dopo la condanna in primo grado, il Tribunale aveva trasmesso gli atti alla Procura perché i due fossero perseguiti per falsa testimonianza a favore dell' imprenditore. Il bello è che anche Tronchetti aveva presentato ricorso.
Incontentabile, non gli bastava essere stato «assolto perché il fatto non costituisce reato»: no, voleva la formula piena, «perché il fatto non sussiste», cioè non c' è proprio stato.
FATTO 8, TRE GIORNI FA
Il gip Manuela Accurso Tagano accoglie la richiesta di archiviazione formulata dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti per Chiappetta e Mucciarelli. In sostanza: dai legali di Tronchetti nessun falso, semmai a non essere credibile è Tavaroli (e te pareva).
Un regalo di compleanno all' imprenditore, che ieri ha compiuto 69 anni.
MORALE
Tronchetti, di cui si può pensare che sia un genio, un fesso, o uno squalo del capitalismo italico, ha ricevuto 18 avvisi di garanzia per i 5 anni vissuti pericolosamente in Telecom.
Si è difeso nei processi e non dai processi.
franco bernabe
Le sentenze che l' hanno fin qui scagionato (ma anche quella che l' ha visto soccombere contro Grillo) hanno stabilito che su Telecom è stata scatenata una sturm und drang mediatica, con la complicità di Tavaroli e soci, interessati a confondere le acque.
Quale migliore epigrafe delle parole dello stesso Tavaroli, come da verbale davanti al gip nel 2007?
«Che vi devo dire? Che Tronchetti è un delinquente? Ma non è vero. Non riesco. Non mi viene. Mi piacerebbe, ma non glielo posso dire. Non ho idea di (suoi) illeciti. Anzi tutto il contrario. Mi ha sempre chiesto di operare nella tutela della legalità».
Scusate, signori, ma di cosa abbiamo parlato per 12 anni?