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    TROPPI LEONARDI NEL CINQUECENTENARIO… CINQUE DOMANDE SULLA RITROVATA “DAMA CON PELLICCIA” ALLE QUALI PROVA A RISPONDERE DAGOSPIA CON I SUOI ESPERTI. QUEL SEGNO MALANDRINO CON LA MANO (SIMBOLO DI DISPONIBILITA’ SESSUALE), LA FINESTRA CON LO SFONDO E L’IPOTESI – SENZA DOCUMENTI – CHE FU AD AMBOISE…


     
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    Leonardo da Vinci - dama con la pelliccia Leonardo da Vinci - dama con la pelliccia

    Sarebbe custodita in un caveau in Svizzera, e per la prima volta potrebbe essere presentata al pubblico per il 500esimo anniversario della morte di Leonardo, La “Dama con pelliccia”, opera su tavola, da alcuni attribuita a Leonardo e sparita da tempo. A sostenerlo è stato Silvano Vinceti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali. Ma c’è di che nutrire anche qualche possibile dubbio. Dagospia li ha chiesti a un amico per voi.

     

    1 Come nel caso del “Salvator Mundi” non c’è alcun documento che comprovi la paternità di Leonardo, mentre ne abbiamo per altri quadri del periodo indicato, ovvero gli ultimi due decenni del XV secolo (tipo “La Vergine delle rocce”).

     

    Leonardo da Vinci Leonardo da Vinci

    2 Non si trovano altri quadri in cui Leonardo dipinge una parete con appeso un “suo” possibile quadro o una finestra che dà su una scena di paesaggio, come in questo caso. Leonardo non era un “metapittore”. Nel complesso, l’impaginazione del quadro (ritratto su fondo scuro a parete, quasi un panno d’onore, con “finestra” sul mondo appare, in genere, nel secolo successivo). Anni fa, una indagine Xray sulla “Dama con l’ermellino” avrebbe ipotizzato che inizialmente vi era dipinta una finestra…

     

    3 Il segno V realizzato con l’indice e il medio della mano è segno di disponibilità sessuale; quindi dovremmo supporre che la persona ritratta sia un’altra amante del Moro. Ma è un simbolo che negli altri dipinti di soggetto Leonardo non usa e che si afferma più tardi (potrebbe trovarsi un accenno nella Gioconda, ma un po’ tirato per i capelli).

     

    pierluigi panza l ultimo leonardo pierluigi panza l ultimo leonardo

    4 Il quadro non è andato ad Amboise, come si dice: è stranota la descrizione del 10 ottobre 1517 in cui il segretario del cardinale Luigi d’Aragona , Antonio de Beatis, vede presso Leonardo ad Amboise  tre quadri: il primo è quello di una “certa donna fiorentina, facta di naturale” su istanza di Giuliano de’ Medici (”Gioconda”); il  secondo è il “San Giovannino” e, come terzo, la “Madonna con il bambino e Sant’Anna”.

     

    Salvator Mundi attribuito a Leonardo prima del restauro e, a destra Salvator Mundi attribuito a Leonardo prima del restauro e, a destra

    4 L'opera fu attribuita a Leonardo da Adolfo Venturi (ma sarebbe da studiare il contesto dell’attribuzione), mentre Pedretti, in una prima fase, parlò di “allievi” di Leonardo; solo più tardi si aprì all’ipotesi che fosse del maestro. Naturalmente, non è l’unico quadro che si intitola “Dama con pelliccia”: ne fece una, simile, Sebastiano dal Piombo e altri. Quindi quando si trova il riferimento nei repertori manoscritti sarà bene fare molta attenzione.

     

    salvator mundi di da vinci copia salvator mundi di da vinci copia

    5 Gli esperti collocano il quadro ad Amboise, ma scrivono anche “dopo aver fatto parte della collezione del Cardinale Luigi d'Aragona nel `500”… il cardinal d’Aragona muore nel 1519 e, viaggi a parte, viveva a Roma; Leonardo va in Francia nel 1517. Quindi, delle due l’una: o lasciò il quadro a Roma e se lo prese d’Aragona o se lo portò (ma non ci sono documenti che lo attestino) ad Amboise.

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