Emilia Urso Anfuso per www.liberoquotidiano.it
In «Totò truffa», un film datato 1961, Totò e Nino Taranto cercavano di raggirare un ricco turista americano in vacanza nella Capitale, tentando di vendergli nientemeno che la Fontana di Trevi. Può apparire paradossale, uno sketch da film comico, eppure di truffe epocali nella vita reale ne sono state tentate molte, al punto da aver ispirato altri film.
I manigoldi sono sempre esistiti, non è una novità. Cambiano però i metodi per frodare la gente. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie e la diffusione del web, molte fregature arrivano direttamente tramite cellulare o tablet e in alcuni casi lo scotto da pagare è alto. Se si cade nel trabocchetto, si rischia di ritrovarsi col conto corrente svuotato o col credito telefonico azzerato.
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Come? Sono molti gli utenti di WhatsApp - l' applicazione di messaggistica più utilizzata al mondo con oltre 1,5 miliardi di utenti - che ricevono messaggi ingannevoli. Se costoro non sono bene informati, possono cadere nella rete di organizzazioni senza scrupoli che, spesso, hanno base all' estero, per esempio in Cina o in India. Tra i metodi più utilizzati, si annovera quello del contatto da parte di falsi operatori che dicono di lavorare per le aziende nazionali di telecomunicazioni e proponendo tariffe e promozioni particolarmente invitanti.
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OFFERTA INGANNATRICE
Per aderire a tali offerte che, manco a dirlo, scadono in brevissimo tempo e sono limitate, è necessario fornire i dati personali, oltre alla copia di un documento di riconoscimento da inviare sempre attraverso la chat sotto forma d' immagine digitale.
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Le conseguenze possono essere molte, perché con i dati personali e il documento di riconoscimento, si possono fare un mucchio di cose illegali le cui colpe ricadrebbero sul groppone del truffato, che oltre a dover denunciare il fattaccio dovrebbe anche dimostrare di non avere nulla a che fare con le azioni fuorilegge realizzate a suo nome. Sia chiaro: nessun operatore telefonico invia comunicazioni di questo tipo e frequentemente le aziende mettono in guardia la propria clientela. Nessuno, peraltro, regala nulla. È bene tenerlo sempre a mente.
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Altro tipo di metodo è quello dell' invio di link che, una volta aperti, scaricano virus sul cellulare e sono in grado, non solo di acchiappare dati come foto e informazioni personali, ma possono succhiare - letteralmente - il credito telefonico. Gli utenti ci cascano perché, apparentemente, questi tranelli arrivano da uno o più contatti della propria rubrica, anche se non sono stati inviati da loro che a loro volta sono caduti nella rete, hanno cliccato sul collegamento incriminato provocando così l' inoltro dello stesso a tutti i conoscenti in rubrica. Il contenuto promette solitamente premi da riscattare oppure articoli di alto pregio a prezzi stracciatissimi.
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IL VICECOMANDANTE
E ora una chicca, che gioca sulla confusione. All' improvviso sulla chat arriva qualcosa di questo genere: «Non so se sia vero, state attenti alle truffe telefoniche! Ti giro alcuni numeri a cui non devi rispondere. Questo messaggio mi è stato girato dal vicecomandante dei Carabinieri. Giralo a tutti i tuoi contatti». In questo caso si fa leva sul fatto che, chi riceve la comunicazione, pensa di potersi cautelare proprio diffondendo, a sua volta, il tranello via chat. I truffatori ottengono i numeri mettendo le mani su un database di telefonia cellulare e il gioco è fatto. Del resto, queste liste sono acquistabili da agenzie specializzate nella raccolta dei dati personali.
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Per non cadere vittime di questo tipo di truffe, considerate che le aziende non inviano offerte e promozioni tramite chat e nessun vicecomandante dei Carabinieri diffonderebbe un' allerta utilizzando canali non ufficiali. Men che meno si devono cedere i propri dati personali e la copia del documento d' identità a chicchessia. Cedereste i vostri preziosi documenti personali al primo che incontrate per strada? Comportatevi alla stessa maniera in chat.
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Attenzione anche a come sono scritti questi messaggi: spesso sono zeppi di errori grammaticali. Dipende dal fatto che sono tradotti in maniera superficiale, in diverse lingue, utilizzando i traduttori automatici messi a disposizione sul web.
Inoltre, se pensate di aver ricevuto una comunicazione dubbia, è possibile inviare una segnalazione allo staff di WhatsApp, accedendo dall' applicazione su "Impostazioni" poi su "Aiuto" e infine su "Contattaci", sia per i sistemi Android che per iOS. In conclusione: il buonsenso deve sempre avere la meglio sulla credulità. Non ve ne pentirete.