Paolo Mastrolilli per repubblica.it - Estratti
DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A NEW YORK - 1
Il primo processo penale nella storia degli Stati Uniti contro un ex presidente è cominciato stamattina a Manhattan con una serie di dispute sulle prove da ammettere, che in altri tempi sarebbero bastate a squalificare qualsiasi candidato alla Casa Bianca.
In aula si è discusso se sarà lecito dire ai dodici giurati che Donald Trump aveva usato il tabloid National Enquirer per distruggere gli avversari, se è il caso di specificare che la moglie Melania era incinta mentre lui aveva relazioni sessuali con conigliette di Playboy e pornostar, e ricordare che nel video ripreso per la trasmissione Access Hollywood si era vantato di poter strizzare i genitali delle donne senza permesso. Ma questa è l’era di Trump, in cui i suoi elettori sembrano pronti a perdonargli tutto, pur di rimandarlo alla Casa Bianca per demolire la democrazia americana come l’abbiamo conosciuta finora. Almeno per ora, in attesa di conoscere l’esito di questo processo.
DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A NEW YORK - 2
Donald è stato incriminato dal procuratore di New York Alvin Bragg per 34 reati, legati al pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels affinché tacesse sulla loro relazione extraconiugale, durante la campagna elettorale del 2016. Il problema non è morale ma giuridico, perché nel farlo avrebbe violato le leggi sul finanziamento delle campagne, falsificato documenti e violato altre norme. Il testimone principale sarà il suo ex avvocato Cohen, che aveva fatto i pagamenti e ricevuto i rimborsi, attraverso il tabloid National Enquirer, ma anche la sua ex portavoce Hope Hicks.
Questo sull’affaire Stormy Daniels potrebbe essere l’unico dei quattro processi penali in cui è incriminato ad andare a giudizio prima delle presidenziali del 5 novembre. Una eventuale condanna non gli impedirebbe di correre e vincere, ma potrebbe avere un impatto sugli elettori più moderati di cui ha bisogno per ribaltare la sconfitta del 2020.
DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A NEW YORK - 3
Trattandosi di un processo statale, non federale, in caso di vittoria Trump non potrebbe auto perdonarsi. Resta da vedere poi come potrebbe governare, se dovesse andare in carcere.
Trump è arrivato in tribunale alle 9,32 del mattino, e poco dopo ha mandato un messaggio ai suoi sostenitori sfruttando il processo per raccogliere fondi elettorali. Il giudice Juan Merchan è salito sullo scranno alle 9,59, per cominciare il processo analizzando una serie di questioni procedurali. Ha bocciato le richieste della difesa di ricusarsi, principalmente perché sua figlia è impegnata politicamente con i democratici. Poi è passato ad esaminare l’ammissibilità di varie prove, come le dichiarazioni offensive contro le donne o il fatto che Melania aspettava il figlio Barron, mentre lui andava a letto con la coniglietta Karen McDougal. Autorizzazione negata, per decenza e per evitare particolari pregiudiziali contro l’imputato.
donald trump va in tribunale a new york 1
La maggior parte però sono state ammesse, anche se con alcuni limiti. Tutti tentativi di Trump di rimandare o limitare il processo, come sta facendo in ognuno dei quattro casi in cui è incriminato.
Ora si passa alla selezione dei dodici giurati e sei sostituti, che potrebbe durare almeno due settimane. È un passaggio fondamentale, perché la popolazione di New York è largamente democratica e ciò potrebbe dare un vantaggio all’accusa. Solo dopo inizierà il vero dibattimento, con la possibile testimonianza dello stesso Trump.
Il processo dovrebbe durare almeno sei settimane, quindi con una sentenza attesa tra fine maggio e inizio giugno.
donald trump va in tribunale a new york 2
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