WSJ, USA OFFRONO A CINA UN TAGLIO DEI DAZI DEL 50%
(ANSA) - Gli Stati Uniti hanno proposto alla Cina di cancellare i dazi che dovrebbero scattare il 15 dicembre e ridurre del 50% quelli esistenti su 360 miliardi di dollari di prodotti 'Made in China'. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali Washington avrebbe comunque chiarito che i dazi tornerebbero ai livelli originari nel caso in cui la Cina non rispettasse gli impegni.
Chiara Di Cristofaro ed Eleonora Micheli per www.ilsole24ore.com
trump xi jinping
Borse europee sulle montagne russe in un giorno ricco di appuntamenti. Gli indici hanno imboccato la strada del rialzo nel pomeriggio dopo che il presidente americano Donald Trump via Twitter ha promesso che gli Stati Uniti e la Cina sono vicini a siglare un ‘grande’ accordo commerciale. «Lo vogliono loro ed anche noi!” ha scritto. Anche Wall Street, dopo un avvio sotto tono, ha imboccato la strada del rialzo, dimenticando i dati deludenti sui prezzi alla produzione e sulle richieste alla disoccupazione, volate ai massimi da due anni.
Negli States, per altro, ieri la Fed ha annunciato tassi fermi nel range dell'1,5-1,75% e ha indicato che rimarranno su tale livello per tutto il 2020, contro le precedenti indicazioni di una revisione al rialzo. In Europa oggi è stata la prima di Christine Lagarde: la banchiera ha tenuto la conferenza stampa dopo il consiglio direttivo, assicurando che la politica monetaria europea rimarrà accomodante. Anche perché l'istituto centrale ha t rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita del pil 2020, dall'1,2 all'1,1%. Intanto sale l'attesa per l'esito delle elezioni in Gran Bretagna , con i primi exit poll previsti in serata.
Lagarde ribadisce una politica accomodante
«Il Consiglio direttivo ha ribadito la necessità di un orientamento di politica monetaria altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo, al fine di sostenere le spinte inflazionistiche di fondo e la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo», ha dichiarato la Lagarde al termine del consiglio direttivo della Bce. La banchiera ha comunque asserito che «in ogni caso – il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria». Oggi la Bce ha confermato tassi in prossimità dello zero, almeno fino a quando l'inflazione non si approssimerà al 2%, oltre che la manovra di QE, che prevede acquisti mensili di asset dell'ordine di 20 miliardi di euro.
trump e xi jinping alla citta proibita piazza tien an men
Sul fronte macro la Lagarde ha commentato che i dati cconfermano la precedente valutazione di «una protratta debolezza delle dinamiche di crescita nell’area dell’euro e una continua debolezza delle pressioni inflazionistiche, ma con segnali di stabilizzazione». Intanto l'istituto centrale ha ritoccato le stime sul pil:, previsto quest'anno in crescita al ritmo dell’1,2%, dell’1,1% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021 . A settembre le proiezioni prevedevano una crescita annua del Pil in termini reali dell’1,1% nel 2019, dell’1,2% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021.
In Gb elezioni decisive la Brexit, sterlina al top da due anni contro euro
Sul fronte dei cambi, la sterlina è salita sui massimi da due anni contro euro e da otto mesi contro il dollaro, nel giorno delle elezioni in Gran Bretagna che saranno decisive per il futuro della Brexit: gli ultimi sondaggi hanno visto assottigliarsi il vantaggio dei Conservatori di Boris Johnson, uno scenario che spaventa gli investitori che puntano a un Parlamento con una maggioranza netta e temono invece un Parlamento ancora diviso sulla Brexit o una maggioranza Laburista, che ha promesso un nuovo referendum. L'euro è sui minimi dall'aprile 2017 a 0,8425 sterline mentre contro il dollaro la divisa britannica è a 1,322 dollari, al top da otto mesi.
A Piazza Affari male la Juve, sale Fca dopo accordo con sindacato Usa Sull'azionario milanese, brusco scivolone per la Juventus Fc nell'ultimo giorno di trattazione dei diritti dell'aumento di capitale. Debole Atlantia, si indeboliscono le utility che avevano tenuto nei giorni scorsi. In cima al listino Stmicroelectronics, Fiat Chrysler Automobiles è in netto rialzo dopo che è stato approvato l'accordo con il sindacato Usa Uaw sul contratto di lavoro, un passaggio decisivo secondo gli analisti per la fusione con Psa. In generale in rialzo le banche, mentre fuori dal listini principale Safilo Group fallisce il tentativo di rimbalzo e torna a perdere terreno dopo il crollo del 25% della vigilia, in seguito al profit warning sul 2020. Male l'As Roma con le trattative in stallo tra Friedkin e Pallotta per l'ingresso del nuovo socio nel capitale.
In calo dello 0,5% la produzione industriale europea a ottobre
Forte flessione per la produzione industriale dell'Eurozona. Nel mese di ottobre rispetto al mese precedente la produzione industriale destagionalizzata è diminuita dello 0,5% nell'area dell'euro e dello 0,4% nell'Ue a 28, secondo le stime di Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea. A settembre la produzione industriale era diminuita dello 0,1% nell'area dell'euro ed aumentata dello 0,1% nell'Ue, ricorda Eurostat. Nel confronto annuo, ottobre 2019 rispetto a ottobre 2018, la produzione industriale è diminuita del 2,2% nell'area dell'euro e dell'1,7% nell'Ue.
christine lagarde
Negli Usa volano ai massimi da due anni le richieste di disoccupazione
Le richieste di disoccupazione si sono portate ai massimi da due anni, esattamente dal 30 settembre del 2017. Nel dettaglio nei sette giorni conclusi il 12 dicembre, il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentati di 49.000 unità a 252.000 unità; le attese erano per un dato a 212.000 unità. La media delle ultime quattro settimane, un misura più stabile del dato, è cresciuta di 6.250 unità dalla settimana precedente a 224.000 unità.
Il numero complessivo dei lavoratori che ricevono sussidi di disoccupazione da più di una settimana – relativo alla settimana terminata il 30 novembre, l'ultima per la quale è disponibile il dato – ha registrato un ribasso di 31.000 unità a 1,667 milioni. In più anche i prezzi alla produzione a novembre non hanno mostrato pressioni inflattive: sono rimasti invariati, deludendo le attese degli analisti che si attendevano una crescita dello 0,2% rispetto ad ottobre. Rispetto a un anno prima, i prezzi sono aumentati dell'1,1%, come ad ottobre. Anche la componente "core" - quella depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici - è rimasta invariata rispetto al mese precedente, ed è aumentata dell'1,3% su base annua, meno rispetto all’1,5% di ottobre.