1.G7:COLLOQUIO TRUMP CON CONTE,INVITO ALLA CASA BIANCA
WEEKEND CON IL MORTO SALVINI CONTE DI MAIO
(ANSA) - Alla fine della prima giornata di lavori del G7, nella notte italiana, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente Usa Donald Trump hanno avuto occasione di un colloquio. Lo riferiscono fonti della delegazione italiana, secondo le quali Conte ha anche ricevuto un invito informale dal presidente Usa a Washington per un nuovo incontro.
2.G7: CONTE VEDE MACRON E NON ROMPE CON L'UE SULLA RUSSIA
(ANSA) - Non strappa con l'Unione europea, Giuseppe Conte. Tanto che Emmanuel Macron e Angela Merkel sottolineano l'unanimità dei membri europei del G7 nel sostenere che la Russia potrà tornare al tavolo del G8 solo dopo aver fatto "progressi" sulla crisi ucraina. Ma alla fine della prima giornata dei lavori da Palazzo Chigi precisano che quella del premier italiano non è una frenata, "non è una retromarcia: l'Italia sostiene la prospettiva" di Mosca al tavolo. Ma è consapevole, spiegano dallo staff di Conte, che Roma non decide da sola e dunque ora punta a tenere aperto il dialogo. Al "battesimo di fuoco" del vertice in Canada, Conte si presenta con un tweet in cui sostiene la posizione di Trump sulla Russia.
Ne parla poi al mini-summit europeo voluto da Macron e in alcuni dei bilaterali della giornata: ha colloqui con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, il presidente della commissione Jean Claude Juncker, il giapponese Shinzo Abe, il canadese Justin Trudeau, la cancelliera Merkel e infine il presidente francese Macron. Con i colleghi europei inizia a tratteggiare anche le posizioni del suo governo sui migranti e l'economia: nel colloquio con Merkel non fa alcun cenno alla possibilità di sforare il deficit ma sottolinea la necessità di più flessibilità per le riforme e gli investimenti.
GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP
Ma è la posizione sulla Russia al G8 a tenere banco sulla scena di Charlevoix, perché il tweet di Conte a sostegno della posizione di Donald Trump, sembra rompere il fronte. Non è questa la sua intenzione e Conte lo dice nel mini-summit europeo, ma chiede di tenere una linea di apertura al dialogo. Come a dire: per ora non ci sono le condizioni, poi si vedrà. I colleghi europei lo vedono come una rassicurazione e una vittoria della linea unitaria. Dallo staff di Conte la spiegano così: "Non abbiamo voluto strappi ma abbiamo scelto di lasciare un segno e dare la nostra impronta a quel dossier".
3.PREMIER ITALIANO TRA SORPRESE E REALTÀ E AI COLLEGHI CONFIDA: DOVETE CAPIRMI
Marco Galluzzo per il ''Corriere della Sera''
Arriva con l' ansia di distinguersi, lo annunciano nel suo staff, in modo esplicito: il dossier del vertice è stato preparato dal governo Gentiloni, ma sin dai primi passi e dalle prime dichiarazioni si vedrà «l' impronta del nuovo presidente, dei veri interessi italiani».
TUSK GIUSEPPE CONTE
L' ansia però fa brutti scherzi e due ore dopo le prime dichiarazioni di Giuseppe Conte l' unità degli europei sembra di nuovo granitica. Il vertice con Macron, la Merkel e Juncker fila secondo le previsioni di Bruxelles, Parigi e Berlino. Dicono nello staff di Macron: «Del resto Conte è un avvocato, ha capito perfettamente il processo e gli accordi Minsk, conosce il diritto internazionale».
La prima uscita del nuovo premier, arrivato in Canada con un nutrito staff di derivazione Cinque stelle, da Rocco Casalino a Maria Chiara Ricciuti, è un misto di sorprese, ambizioni e bagni di realtà.
Prima ancora di iniziare il vertice Conte spiazza tutti allineandosi alla posizione di Trump, il riluttante presidente americano che in Canada non voleva nemmeno venirci, che di malavoglia è arrivato e si è fatto precedere da dichiarazioni di rottura: «Putin dovrebbe essere riammesso nel formato del vertice».
Conte twitta che è d' accordo, ma a costo di non riuscire a mantenere la posizione: dopo il vertice il fronte del Vecchio Continente appare di nuovo compatto, Macron esce dall' incontro sorridente, «siamo tutti d' accordo», l' unica concessione che viene fatta all' Italia è nel dichiarare che con Mosca il dialogo deve «restare aperto». Lo stesso Conte ha detto ai colleghi: «Dovete capirmi, il nostro elettorato ha una sensibilità particolare per Mosca».
di maio conte salvini
Più o meno lo stesso avviene sui dazi, o sulle sanzioni: la linea aperturista di Conte, seppure esposta con realismo e «moderazione», come lui stesso rimarca, si rivela in salita dopo gli incontri con il presidente del Consiglio Donald Tusk e Jean-Claude Juncker: «Ho l' impressione - dice il presidente del Consiglio europeo - che l' Italia condivida le opinioni europee sul commercio e i rapporti commerciali con gli Stati Uniti. Non vedo divergenze tra l' Italia e il resto dell' Unione. L' Italia deve giocare un ruolo importante, è la terza economia più grande nell' Unione. L' Italia ha bisogno dell' Europa e l' Europa non è completa senza l' Italia».
JUNCKER GIUSEPPE CONTE
Lo scarto fra dichiarazioni offerte ai media e la posizione di fronte ai colleghi internazionali si rinnova a proposito dei migranti. Prima di incontrare Juncker e Tusk il capo del governo si dichiara profondamente insoddisfatto del regolamento di Dublino, dice che la Ue deve aiutarci di più, ma i due raccontano che l' incontro con Conte è stato «piacevole e sereno», senza divergenze, e che Conte non ha portato proposte particolari, del resto si concordano incontri di lavoro a Roma prima del Consiglio europeo di fine mese. A fine giornata, dopo i bilaterali con Macron e la Merkel, Conte si gode lo spettacolo del Cirque du Soleil, è seduto accanto a Trump, entrambi hanno movimentato la giornata del G7, l' americano gli fa i complimenti: «Congratulazioni per la tua grande vittoria».
4.I LEADER ALLA SCOPERTA DEL PREMIER "LEI QUALE MATERIA INSEGNA?"
Dall'articolo di Ilario Lombardo per ''La Stampa''
Si stava parlando delle sanzioni a Mosca al tavolo ristretto europeo e a un certo punto tutti i presenti, la tedesca, l' inglese, il francese, il lussemburghese, il polacco, che tra loro già si conoscevano, stavano chiudendo frettolosamente la faccenda. Tanto sapevano di essere d' accordo e come la pensavano gli altri.
E' stato a quel punto che l' italiano, che alcuni non avevano mai visto e altri avevano conosciuto qualche minuto prima, ma che tutti sembravano ansiosi di liquidare come il cugino muto, ha chiesto di intervenire: «Vorrei spiegare meglio la posizione dell' Italia». È così che Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno fatto la conoscenza del professore Giuseppe Conte, l' ospite più atteso, il mister X che temevano non sarebbe mai arrivato.
giuseppe conte rocco casalino
Dopotutto, non è semplice abituarsi a questa storia: un anonimo avvocato e docente universitario che fino a una settimana fa era alle prese con tesi e studenti, oggi governa una delle 7 potenze, chiamato a saldare l' alleanza impossibile tra due partiti che un giorno sì un giorno no se la prendono con l' Ue, i mercati, i poteri forti e chi più ne ha più ne metta. E invece come un colpo di vento sembra di sentire un sospiro di sollievo filtrare dalle finestre della tenuta di La Malbaie.
«Dopo il primo incontro mi sento rassicurato» commenta il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker, e così Merkel e Macron. In fondo, è tutto qui. Il mite e timido professore che unico oltre a Trump arriva senza la first lady, non è il fantasma populista che temevano. Conte è un grande bagno di normalità. I leader gli infiocchettano abbracci, strette di mano e sorrisi in una cooptazione rituale che avvolge ogni capo di Stato e di governo al suo debutto, soprattutto se devono togliergli via dalla testa strane idee. Gli chiedono: «Cosa insegni?».
Macron May Merkel
«Diritto», risponde. Nei toni, nella lunghezza delle risposte, nelle parole che inseguono un pensiero articolato, Conte è quello che è: un professore non ancora abituato all' azione della politica e ai suoi tempi ghigliottinati. E porta con sé anche tutta la sofferenza del professore, l' ansia di approfondire ogni dettaglio, di coltivare la terra che dovrà calpestare. Quando sale sull' aereo di Stato, dopo aver cercato inutilmente di pagare un biglietto di linea, chiede di rivedere ogni singolo dossier che gli sherpa in quota al precedente governo gli hanno preparato.
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