Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
STEPHEN GILLERS
Donald Trump andrà in prigione? Sì, forse, no, ma c'è la possibilità, eppure è estremamente difficile. Esperti, avvocati e giuristi dibattono, la palla è nel campo del giudice Juan Merchan. Si pronuncerà alle ore 10 dell'11 luglio.
Stephen Gillers, professore di diritto alla New York University e da sempre in prima linea nell'analizzare il rapporto fra Trump e la giustizia, è fra coloro che ritiene che Trump non spenderà nemmeno un giorno in cella. È l'opinione più diffusa e come Gillers spiega in un colloquio con La Stampa, ci sono alcuni elementi a sostegno: il primo è che Trump è alla prima condanna; in secondo luogo, generalmente per condanne simili la detenzione è rara e poi c'è un aspetto molto pratico.
DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY
Ovvero - precisa Gillers - Donald Trump gode della protezione del Secret Service, se andasse in cella servirebbe un'ala del carcere ad hoc per ospitare lui e coloro che vigilano sulla sua sicurezza. Le ipotesi più probabili sono la probation (libertà vigilata o arresti domiciliari) ma non è esclusa nemmeno una multa. La cifra è di 5mila dollari per ogni condanna, quindi in totale 170mila dollari.
La vita di Trump nelle prossime settimane proseguirà «normalmente». Avrà appiccicata addosso l'etichetta «criminale condannato», ma non avrà restrizioni di ogni sorta. Potrà tenere eventi di raccolta fondi, fare comizi e muoversi liberamente. Potrà votare, essere eletto ed entrare da condannato alla Casa Bianca.
DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY
Sui tempi invece dell'applicazione della sentenza, Gillers sposta addirittura il termine al 2025, forse «solo allora l'intero iter sarà concluso». L'11 luglio Merchan stabilirà la pena, ma anche il momento in cui sarà applicata. Nel frattempo, spiega il giurista, Trump farà appello «in ogni tribunale di grado superiore» e forse «arriverà alla Corte suprema» se nessuno accoglierà il ricorso. Solo allora diventerà un «pregiudicato» e scatterà la pena.
Se allora fosse alla Casa Bianca come presidente, non potrà graziarsi. Il motivo? Il verdetto è stato emesso da un tribunale statale non federale. […]