1. TRUMP SFIDA MERKEL E PROVOCA GLI ALLEATI "VIA I SOLDATI AMERICANI DALLA GERMANIA"
Paolo Mastrolilli per ''la Stampa''
donald trump angela merkel
La Casa Bianca assicura che la decisione di tagliare le truppe americane schierate in Germania non è una ritorsione, per il rifiuto della cancelliera Merkel di venire di persona a Washington per il G7. Però è difficile non interpretarla come uno schiaffo a Berlino, e una potenziale minaccia strategica ed economica per la Nato e tutti gli alleati europei.
Secondo l' anticipazione del « Wall Street Journal», alcuni giorni fa il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O' Brien ha firmato il memorandum che ordina il riassetto. I soldati degli Stati Uniti richiamati dalla Germania saranno 9.500, e quindi la presenza verrà ridotta di quasi un terzo, rispetto ai 34.500 attualmente schierati. Il documento inoltre stabilisce un tetto massimo di 25.000 uomini, che possono essere stanziati nel territorio nazionale di Berlino, inclusi quelli mobilitati su base temporanea per esercitazioni.
Ora il limite è di 52.000 soldati, e quindi la riduzione complessiva supera il 50% del totale.
La presenza militare Usa in Germania dura ininterrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, perché si era presto trasformata dalla missione per sconfiggere il nazismo, in quella per vincere la Guerra fredda. Berlino era divisa a metà dal Muro, e rappresentava il simbolo di questo scontro. Il territorio tedesco poi rappresentava il fronte più esteso con le potenze alleate dell' Urss, e quindi ospitava e ospita il comando dei reparti americani. Il picco della presenza era stato raggiunto nel 1962, quando Kennedy era alla Casa Bianca, con 274.119 soldati schierati.
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La fine della Guerra fredda aveva reso inutile questo spiegamento di forze, portando ad una progressiva riduzione. Tra il 2006 e il 2018 sono state dimezzate, scendendo da 72.400 uomini al livello attuale. Questa soglia però sembrava il minimo indispensabile, anche perché nel frattempo Putin ha rilanciato le ambizioni geopolitiche del Cremlino, a partire dalla guerra in Ucraina e l' invasione della Crimea.
L' ultima National Security Strategy, scritta da Nadia Schadlow quando era al Consiglio per la sicurezza nazionale, identificava proprio Russia e Cina come i principali rivali geopolitici degli Stati Uniti, definendole «potenze revisioniste» motivate dall' obiettivo comune di ridurre l' influenza globale di Washington. Trump però è sempre stato scettico, e più morbido nell' approccio con Putin, che ora vuole rinvitare al G7, alimentando i sospetti di interessi personali inconfessabili. Nello stesso tempo, ha avuto fin dal principio un rapporto molto difficile con Merkel.
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Lo dimostra anche la relazione complicata con l' ambasciatore americano Richard Grenell, che ha spesso criticato Berlino e ora ha lasciato vuota la sede, dopo essere stato richiamato a Washington dal presidente come direttore ad interim dell' intelligence nazionale.
L' ultimo strappo c' è stato pochi giorni fa, quando il rifiuto della cancelliera di venire a Washington ha impedito al capo della Casa Bianca di ospitare i leader del G7 in persona, dando al mondo il segnale anche visivo della riapertura dell' America dopo il disastro del coronavirus.
L' amministrazione nega che la riduzione delle truppe in Germania sia una ritorsione contro la Merkel. Trump ha sempre pensato che la presenza militare Usa in Europa fosse esagerata, non necessaria, e costosa. Troppi membri della Nato, come Germania e Italia, non hanno mantenuto l' impegno preso al vertice di Cardiff di aumentare le spese militari al 2% del Pil, quindi questa mossa può servire insieme a spingerli a dare maggiori contributi, e a rivedere l' intero assetto strategico dell' Alleanza.
Il problema, fanno notare fonti della difesa, è che negli ultimi anni la Russia è tornata ad essere una minaccia, mentre Trump si è vantato di aver sconfitto l' Isis. Allora avrebbe più senso ridurre le truppe impegnate sul fronte della guerra al terrorismo, dove il nemico è indebolito, invece di quelle mobilitate per fronteggiare un avversario sempre più determinato e intraprendente.
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2. "SCELTA STRATEGICA SBAGLIATA È L'AVAMPOSTO CONTRO MOSCA"
Paolo Mastrolilli per ''la Stampa''
«È una decisione che non ha senso sul piano strategico, perché è stata la stessa Casa Bianca a dire che Russia e Cina sono ora i principali rivali geopolitici degli Stati Uniti. Quindi ridurre le truppe schierate in Germania è una contraddizione, che ci indebolisce». Lawrence Korb sa di cosa parla, perché era stato assistente segretario alla Difesa nell' amministrazione di Ronald Reagan e George Bush padre, ossia quella che aveva visto cadere il Muro di Berlino, e quindi aveva «ristrutturato» la presenza militare americana in Europa dopo la fine della Guerra fredda.
Ora Korb fa l' analista al Center for American Progress, e giudica un errore la decisione appena presa all' amministrazione Trump di ritirare i militari americani dalla Germania. Ritiene che sia una vendetta nei confronti della cancelliera Merkel, perché si è rifiutata di venire a Washington di persona per il G7 voluto dal presidente Trump?
«No, non credo si tratti di questo, e voglio sperare che sia così. Però è anche peggio».
Cosa vuol dire? «È una scelta strategica, ma sbagliata. Quindi è ancora più grave, perché non si tratta di una reazione emotiva, ma di un passo meditato».
Perché è sbagliata?
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«L' ultima National Security Strategy pubblicata dalla Casa Bianca identificava in Russia e Cina i principali avversari geopolitici degli Stati Uniti. Li definiva "potenze revisioniste", che avevano l' obiettivo comune di ridurre l' influenza globale degli Stati Uniti. Se le cose stanno così, non ha alcun senso ridurre ora la nostra presenza militare in Germania, ossia l' avamposto più importante che abbiamo davanti alle forze di Mosca».
Ma voi non avevate tagliato le truppe all' epoca delle amministrazioni Reagan e Bush?
«Certo, ma erano altri tempi. La Guerra Fredda era finita, il rapporto con la Russia stava cambiando, e la necessità di difendere l' Europa da possibili attacchi era chiaramente diminuita in maniera molto sostanziosa».
DONALD TRUMP CON MELANIA TRA I SOLDATI AMERICANI
Se sul piano strategico la decisione di tagliare ora le truppe in Germania non ha senso, perché l' amministrazione Trump l' ha presa?
«Il presidente ha sempre avuto dubbi sulla convenienza di tenere tutti questi reparti americani in Europa, ha detto che la Nato è obsoleta e dovrebbe aggiornare la sua missione, e soprattutto si è lamentato dei costi, chiedendo che gli alleati paghino di più. Penso che la sua scelta sia l' effetto di questi ragionamenti, e quindi un tentativo di costringere gli alleati ad aumentare il proprio contributo economico e militare».
Vede il rischio di un ritiro delle truppe anche dall' Italia?
«Non credo. La Germania ha un valore simbolico e politico unico per i suoi obiettivi».pao. mas.-