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    TRUMP SI E' FATTO INTORTARE DA PUTIN - LE RIVELAZIONI DELL'EX CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE MCMASTER (CHE FU LICENZIATO CON UN TWEET DAL TYCOON) NEL SUO LIBRO, "AT WAR WITH OURSELVES" - PUTIN VIENE DEFINITO "UNO SPIETATO EX OPERATORE DEL KGB": "HA FATTO LEVA SULL’EGO E SULLE INSICUREZZE DI TRUMP CON L’ADULAZIONE, LO DEFINIVA UNA PERSONA 'ECCEZIONALE', 'DI TALENTO' E IL TYCOON HA ..." - MCMASTER VENNE "LICENZIATO" DA TRUMP, NEL 2018, CON UN TWEET


     
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    donald trump vladimir putin donald trump vladimir putin

    Estratto dell'articolo di Alba Romano per www.open.online

     

    Una simpatia, una connessione tra i due che Mosca avrebbe sfruttato. Sono queste le anticipazioni del libro At war with ourselves. My tour of duty in the Trump White House del generale in pensione ed ex consigliere per la sicurezza Usa H.R. McMaster.

     

    I retroscena forniti dal funzionario, poi licenziato dall’allora presidente americano Donald Trump con un tweet confermano le sue affinità con il leader russo Vladimir Putin. Un rapporto che l’inquilino del Cremlino avrebbe però piegato a suo favore: «Ha manipolato l’ego e le insicurezze di Trump», rivela McMaster.

    COPERTINA At war with ourselves. My tour of duty in the Trump White House - H.R. McMaster COPERTINA At war with ourselves. My tour of duty in the Trump White House - H.R. McMaster

     

    Che quanto ci sia scritto non sia al miele per Trump, è intuibile dal titolo delle memorie di McMaster. L’ex generale ha resistito alla Casa Bianca per poco più di un anno, dal febbraio 2017 all’aprile 2018 prima di essere licenziato dal tycoon con un tweet. «Dopo oltre un anno di lavoro, non riesco a capire la presa di Putin su Trump», scrive McMaster nel suo libro che il Guardian ha potuto leggere in anteprima. [...]

     

    Anzi, l’allora presidente avrebbe preferito avere contro i suoi stessi consiglieri piuttosto che seguire le loro politiche più aggressive con Mosca. Una strategia elaborata dallo stesso Putin: «Uno spietato ex operatore del KGB, ha fatto leva sull’ego e sulle insicurezze di Trump con l’adulazione». Una manovra che consisteva nel definire Trump «una persona eccezionale, di talento», operazione a cui lo stesso tycoon avrebbe confessato di essere vulnerabile.

     

    «Come i suoi predecessori George W. Bush e Barack Obama, Trump era troppo sicuro della sua capacità di migliorare le relazioni con il dittatore del Cremlino. Il fatto che la maggior parte degli esperti di politica estera di Washington sostenesse la necessità di un approccio duro nei confronti del Cremlino sembrava solo spingere il presidente all’approccio opposto», scrive McMaster. 

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