Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
donald trump
Dopo il maldestro dibattito di lunedì scorso, Donald Trump ha inviato un messaggio ai suoi sostenitori, chiedendo consigli su come affrontare il prossimo. Tra le domande poste, c' era anche questa: pensate che debba sollevare la questione delle infedeltà di Bill?
Così gli scheletri sono usciti dall' armadio matrimoniale dei Clinton, per entrare ufficialmente nella campagna presidenziale, anche se la giuria repubblicana non è proprio convinta che a Donald convenga invitarli al dibattito del 9 ottobre a St. Louis.
JENNIFER FLOWERS SU PENTHOUSE
La vicenda affonda le radici nella storia del rapporto fra Bill e Hillary. Un loro amico, a patto di restare anonimo, ce l' ha descritta così: «Ci conoscemmo tutti nel 1972, quando facemmo insieme i volontari per la campagna presidenziale di McGovern contro Nixon. Bill, Hillary, John Podesta, io e altri, rimasti amici per tutta la vita. Avevamo vent' anni ed eravamo pieni di grandi ideali. Chi conosceva Bill, aveva messo in guardia Hillary: attenta, è un donnaiolo, ti vai a cacciare nei guai. Lei però era determinata, come sempre: lo so, ma lo amo, e voglio stare con lui. Erano davvero innamorati, oltre ad avere una passione e un' intesa totale sulla politica. Dopo magari il rapporto si è trasformato anche in una alleanza di interessi, ma quella base è sempre rimasta. Se oggi Bill perdesse Hillary, non saprebbe più dove andare: lei sopravvivrebbe alla fine del loro rapporto, lui no».
bill clinton monica lewinsky
I guai, come previsto, erano arrivati. I tradimenti di Bill quando faceva il governatore dell' Arkansas erano diventati un' abitudine quasi quotidiana, al punto che la sua manager Betsy Wright, anche lei amica di entrambi dall' epoca della campagna per McGovern, aveva litigato e rotto con lui.
Dai pettegolezzi di provincia si era passati allo scandalo nazionale, quando durante le primarie del 1992 la cantante di Little Rock Gennifer Flowers aveva venduto ad un tabloid la storia della sua relazione con Bill. Il 26 gennaio Hillary aveva difeso il marito con un' epica intervista a «60 Minutes» che aveva salvato la sua carriera.
Bill, però, non aveva imparato nulla da quel disastro mancato. Nel 1994 Paula Jones lo aveva accusato di averla molestata, e nel corso di quella causa, poi risolta con un accordo extragiudiziale da 850.000 dollari, era stato scoperto il rapporto con la «intern» della Casa Bianca Monica Lewinsky.
paula jones
Hillary si era imbestialita, ma ancora una volta aveva salvato il marito. Invece di lasciarlo, aveva gestito la sua difesa, rimproverando le amanti di averlo tentato, e accusando una «vasta cospirazione di destra» di usare gli scandali per abbatterlo. La sua sofferenza però l' aveva resa vulnerabile, compatita e quindi popolare, forse per la prima volta nella vita.
Lunedì scorso, finito il dibattito, Trump ha ripescato queste storie: «Sono stato buono. Potevo parlare delle infedeltà di Bill, ma ho evitato, per rispetto di Chelsea che era in platea». La figlia di Hillary, infatti, gli ha già risposto subito così: «Siccome non sa parlare dei temi politici, ora per la disperazione si aggrappa al fango».
Ma per quale motivo Donald, autoproclamato campione mondiale dell' infedeltà coniugale, vuole tirare fuori queste storie? La colpa non era di Bill? Sì, però l' intera vicenda si può girare contro Hillary, accusandola di essere stata la facilitatrice di un molestatore, invece della protettrice delle vittime.
BILL HILLARY CLINTON 1
Se questo argomento passasse, secondo Trump potrebbe distruggere la popolarità tra le donne della prima candidata donna alla Casa Bianca. Altro che femminista: per interesse personale, non ha esitato a demolire Gennifer, Paula, Monica e le altre.
L' establishment repubblicano, già bruciato dal fallito impeachment, non è sicuro che questa strategia paghi. Fonti della campagna di Hillary, invece, reagiscono così: «Prego, si accomodi, ci faccia anche questo regalo».
bill e chelsea clinton in campagna per hillary