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    TSIPRAS INCASSA IL PAPAGNO DA DRAGHI E MERKEL - LA BCE CHIUDE IL RUBINETTO ALLA GRECIA: NON ACCETTERÀ PIÙ I TITOLI DI ATENE IN CAMBIO DI LIQUIDITÀ ALLE BANCHE ELLENICHE - IL PROGRAMMA DI SALVATAGGIO GRECO E’ A RISCHIO (E LA MERKEL NON VUOLE VEDERE TSIPRAS)


     
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    Da www.ansa.it

     

    mario draghi e janet yellen mario draghi e janet yellen

    Partenza in rialzo per lo spread fra Btp e Bund dopo che ieri sera la Bce ha deciso di non accettare più i titoli della Grecia come collaterale per erogare liquidità alle banche. Il differenziale sale a 126 punti contro i 118 della chiusura di ieri. Il rendimento è pari all'1,58%. Lo spread della Grecia cresce a 941 contro i 902 di ieri.

     

    La Banca centrale europea mette al muro il governo Tsipras nel mezzo della sua offensiva anti-austerity, togliendo alle banche elleniche l'accesso alle normali aste di liquidità e giudicando il programma di salvataggio greco a rischio.

     

    mario draghi 6 mario draghi 6

    Ma Atene minimizza: secondo il ministero delle Finanze la Bce sta facendo pressioni sull'Eurogruppo per raggiungere un accordo che sia positivo per tutti. E il governo sostiene che non ci sono problemi di rilievo con il settore bancario greco. "Il consiglio direttivo - si legge in una nota pubblicata sul sito della Bce dopo la riunione di oggi dei governatori - ha deciso di rimuovere la deroga sugli strumenti di debito quotati emessi o garantiti dalla Repubblica ellenica".

     

    Draghi non perde tempo e la stretta partirà quasi immediatamente: le nuove regole saranno applicate tra una settimana, dall'11 febbraio. Quella deroga, introdotta nel 2010, permetteva alle banche greche di rifinanziarsi alla Bce nonostante fornissero a garanzia titoli di Stato greci con rating speculativo ad alto rischio. Un'eccezione sempre condizionata alla permanenza della Grecia all'interno del programma di risanamento coordinato dalla troika, attualmente in scadenza il 28 febbraio.

     

    tsipras con un poster della merkel tsipras con un poster della merkel

    Con il nuovo esecutivo greco deciso a non rinnovare i suoi impegni con la troika e a portare avanti una ristrutturazione del debito, la Bce si muove d'anticipo e, in una sorta di deja vu della crisi cipriota dove aveva egualmente stretto i rubinetti alle banche, invia un segnale di durezza ad Atene: uno stop alle riforme e ai progressi fatti sul risanamento di bilancio sarà costosissimo.

     

    Proprio oggi l'agenzia Bloomberg scrive che, se non rinnoverà il suo programma per una nuova linea di credito, la Grecia rischia di non poter far fronte ai suoi pagamenti il 25 marzo: sarebbe l'quivalente di un default. Di fatto la Bce, che fa parte della troika dei creditori assieme a Ue e Fmi, dà un giudizio sulle intenzioni di Tsipras e del suo ministro delle Finanze: "attualmente non è più possibile presumere una conclusione positiva della revisione del programma" di risanamento greco, si legge nella nota di Francoforte.

    RENZI REGALA LA CRAVATTA A TSIPRAS RENZI REGALA LA CRAVATTA A TSIPRAS

     

    Con la sua decisione, l'Eurotower gioca durissimo nel negoziato con Atene, che ha posto come paletti la fine della troika, uno swap sul debito ellenico in titoli indicizzati alla crescita e una svolta anti-austerity. Le quattro principali banche greche, di fronte alla fuga dai depositi innescata nelle settimane pre-elettorali, sono già appese alla liquidità d'emergenza fornita da Francoforte tramite l'ELA (emergency liquidity assistance), un meccanismo che va approvato a maggioranza di due terzi e rinnovato di volta in volta ogni due settimane.

     

    tsipras varoufakis tsipras varoufakis

    Il suo uso avrebbe già superato i 40 miliardi di euro e proprio oggi, fra i temi in discussione alla Bce, figurava la richiesta di National Bank di aumentare di ulteriori 10 miliardi l'utilizzo della facility d'emergenza. L'ELA, erogata dalla banca nazionale greca, va poi ratificata dai governatori di Francoforte. Proprio oggi Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, metteva in dubbio sull'opportunità di continuare a sostenere le banche greche.

     

    Domani Varoufakis sarà dal collega tedesco Wolfgang Schaeuble. Poi, il dossier Grecia sarà al centro dell'Eurogruppo della prossima settimana a Bruxelles, giusto alla vigilia del Consiglio Ue del 12 febbraio. Incontrato Draghi stamani, il ministro aveva definito "fruttuoso" il suo colloquio con il presidente della Bce. Draghi avrebbe rigettato la sua richiesta di convertire in bond perpetui i titoli ellenici comprati dalla Bce.

     

    alexis tsipras non indossa la cravatta alexis tsipras non indossa la cravatta

    Ma da fonti dell'Eurotower era anche emerso che Draghi, di fronte al neoministro greco, avesse "chiarito il mandato della Bce e chiesto al nuovo governo di confrontarsi velocemente e in maniera costruttiva con l'Eurogruppo per mantenere la stabilità finanziaria". Un rinvio alla politica, insomma.

     

    E con una certa velocità. Il governo di Atene è partito a testa bassa subito dopo il suo insediamento e si presenterà a Bruxelles, dove Tsipras incontrerà la cancelliera Angela Merkel, chiedendo uno stop all'austerity, uno swap del suo debito e la fine della troika. Ma vista la posta in ballo, con il 60% del debito greco in mano ai governi europei e una fetta consistente alla Bce, Francoforte non sta a guardare, la cancelliera ha già fissato paletti stringenti (fra cui la troika) e notato come Atene sia isolata.

     

    2 - MERKEL E DRAGHI PRENDONO A SCHIAFFI TSIPRAS

    Martino Cervo per “Libero Quotidiano”

     

    EUROTOWER BCE EUROTOWER BCE

    Da un lato c’è la storia un po’ romantica della culla della democrazia che si ribella ai tecnocrati, con corollario di ministro scravattato - un po’ Bruce Willis, un po’ Checco Zalone - in giro per il mondo a far valere le ragioni del popolo. Dall’altro c'è la dura realtà del tira e molla, delle sparate e delle smentite, dei miliardi da ripagare. Su tutto, il ticchettio dell'orologio.

     

    La Grecia è un dramma spalancato, nascosto malissimo sotto la narrativa dei terribili ragazzi di Atene che costringono a patti le istituzioni europee, improvvisamente benevole e ben disposte (vedi la manina data dal presidente della Commissione Ue Juncker al neo premier Alexis Tsipras).

     

    Ieri è stata la volta di Draghi: sorrisi, fiducia, pure l'ironia, quando Yanis Varoufakis, ministro dell’Economia di Atene, ha scimmiottato il governatore della Bce del luglio 2012 raccontando così alla Reuters il suo incontro a Francoforte: «ECB will do whatever it takes to support the member states in the euro zone». Whatever it takes (qualsiasi cosa, ndr): le stesse parole usate due anni e mezzo fa da Draghi nel suo più celebre discorso sull’euro.

     

    DRAGHI MERKEL DRAGHI MERKEL

    Al di là dell'ottimismo espresso, la risposta della Bce alla richiesta di liquidità (Ela: Emergency Liquidity Assistance è l'ennesimo acronimo che l’eurocrisi fa tornare d’attualità) e sulla rinegoziazione del debito è stata molto più dilatoria e di quel che sperava il governo di Atene, che pure si è dovuto dire «incoraggiato». A conferma della situazione c’è stata prima la richiesta di 10 miliardi cash da parte di National Bank e a stretto giro di posta la risposta dell’Eurotower che ha rimosso la deroga, introdotta nel 2010, che consentiva alle banche greche di approvvigionarsi di liquidità fornendo a garanzia titoli di Stato. In sostanza la chiusura dei rubinetti.

     

    Una sberla enorme che si somma a quella che arriva da Berlino: mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi parlava di «speranza» nella conferenza stampa congiunta col collega greco, dalla Merkel arrivavano messaggi di tutt’altro tenore. Il rifiuto - istituzionalmente piuttosto clamoroso - di ricevere un premier neoeletto sarebbe infatti ancor più dirompente se il motivo fosse quello adombrato da Bloomberg. La tattica della Cancelliera spiegata in un recente retroscena sarebbe, più o meno, quella di un consumato cravattaro.

    MERKEL E DRAGHI MERKEL E DRAGHI

     

    Cosa fa un creditore con un debitore nei guai che vuole contrattare? Aspetta. Testuale da Bloomberg, che cita fonti interne: «La Germania vuole trascinare i colloqui con la Grecia fino a dopo l’esaurimento dei fondi dell’attuale salvataggio a fine mese \, ed è preparata a un’attesa che si prolunghi fino ad aprile o maggio, quando il Paese attraverserà una crisi di liquidità ("cash crunch"). La Germania intende tener duro per rafforzare la propria posizione nelle trattative».

     

    La Merkel e Tsipras dovrebbero fisicamente incrociarsi il 12 febbraio, quando è in programma un vertice europeo a Bruxelles, probabilmente preceduto dall’Eurogruppo straordinario. Ma nessun bilaterale è al momento previsto tra i due.

     

    COPERTINA DELL'ECONOMIST RENZI DRAGHI HOLLANDE MERKEL COPERTINA DELL'ECONOMIST RENZI DRAGHI HOLLANDE MERKEL

    Anche il Fondo Monetario, pilastro di una troika sempre meno unita sul da farsi, ha smentito nel giro di poche ore le frasi di Varoufakis sull’inizio dei negoziati per una possibile negoziazione del debito: «Non ci sono discussioni», hanno fatto sapere ieri da Washington. Intanto sono sempre più drammatici i dati che trapelano sulla fuga di capitali dagli istituti di credito greci: scatenati dalla paura che la valuta salti, moltissimi stanno letteralmente mettendo gli euro sotto il materasso: sarebbero 15 i miliardi di euro "spariti" dai giorni del voto: quasi il 10% dei depositi.

     

    Questi i numeri di un gioco complicatissimo, in cui l’unica certezza è che Atene non potrà mai, a queste condizioni, onorare i 315 miliardi di debito (quasi 40 con l'Italia) a meno di non massacrare ulteriormente la domanda interna, che è politicamente l’opposto logico del mandato di Tsipras. Andrà in porto il tentativo di "swap" (il debito slitterebbe di decenni) proposto alla Bce, guidata da un Draghi che ha appena dovuto fare salti mortali per approvare il «suo» Qe?

     

    Lo spazio per un accordo, vista la sostanza di questi giorni, è strettissimo, e nessuno - Tsipras a parte - ha interesse a chiuderlo in tempi brevi. Intanto la Grecia, dove l’Occidente è nato e dove l’euro potrebbe finire, sente sul collo il fiato pesante di Russia e Cina, pronte a mettere le mani sull’area offrendo aiuto (e linee di credito) interessato.

    Eurotower Eurotower

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