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    A CHI “SYRIZA” STAVOLTA? TSIPRAS RISCHIA DI PERDERE LE ELEZIONI PER LA RISALITA DEL CENTRODESTRA DI “NUOVA DEMOCRAZIA”: IL DISTACCO TRA IL PARTITO DI TSIPRAS E I SUOI AVVERSARI OSCILLA TRA LO 0,4% E L’1,5% - SI ANDRÀ VERSO IL PAREGGIO E POI GRANDE COALIZIONE?


     
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    Maurizio Stefanini per “Libero Quotidiano”

     

    Tsipras e Yanis Varoufakis Tsipras e Yanis Varoufakis

    E adesso Tsipras rischia. E a fargli perdere le elezioni anticipate del 20 settembre potrebbero essere non gli scissionisti di Unità Popolare, ma il centro-destra storico di Nuova Democrazia. Ormai, i sondaggi danno il vantaggio di Syriza ristretto a margini tra lo 0,4 e l' 1,5 per cento. Insomma, pareggio tecnico, come dicono i sondaggisti. Poiché però insieme i due maggiori partiti arrivano a stento al 50%, molto probabilmente il premio di maggioranza non basterà, e ci vorrà una coalizione. Forse anche una Grande Coalizione, con Syriza e Nuova Democrazia assieme.

     

    MERKEL TSIPRAS MYKONOS MERKEL TSIPRAS MYKONOS

    E sì che dopo la clamorosa spaccatura di Syriza, in molti si aspettavano che il voto avrebbe potuto tradursi in un clamoroso derby tra Tsipras e il "ribelle" Lafazanis. Sul primo avrebbe potuto fare blocco una gran parte di quell' elettorato moderato che al referendum del 5 luglio aveva votato a favore dell' accordo con Bruxelles, ma che dopo la firma del Terzo Memorandum avrebbe potuto rivalutare l' ex-premier come statista se non proprio responsabile, comunque pragmatico, e il meglio disponibile sulla piazza. Per il secondo avrebbe potuto puntare una gran parte di quel 61,31 per cento di greci che invece il 5 luglio aveva detto di no.

    TSIPRAS TSIPRAS

     

    Ma evidentemente tutte queste giravolte e liti non hanno fatto bene a nessuno dei due. E in un momento in cui la situazione economica è ancora delicata e il Paese è pure travolto dall' emergenza immigrati, molti greci sembrano aver deciso che se le uniche politiche possibili sono quelle moderate, allora tanto vale votare per i moderati doc. Syriza dal 36,3% delle elezioni del 25 gennaio e da un massimo del 45,4% di popolarità che aveva raggiunto a febbraio starebbe ora tra il 22 e il 26%. Nuova Democrazia, che dal 27,8% del 25 gennaio era precipitata a maggio a un minimo del 14%, adesso sta tra il 19 e il 25.

     

    Il sondaggio che le dà più ravvicinate pone Syriza al 23 e Nuova Democrazia al 22,6.

    Difficilissimo quantificare Unità Popolare di Lafazanis, che va da un minimo sul filo della clausola di sbarramento del 3% a un massimo del 9%.

     

    Panayotis Lafazanis Panayotis Lafazanis

    In quest' ultimo caso potrebbe duellare per il terzo posto con Alba Dorata, che sta tra il 5,8 e il 9. A cavallo tra il 5 e il 6% stanno i centristi di To Potami e i comunisti doc del Kke, che a gennaio avevano avuto rispettivamente il 6,1 e il 5,5. In lotta con la clausola di sbarramento, il socialista Pasok ha raggiunto un accordo con la Sinistra Democratica, che dopo aver oltrepassato nel 2012 il 6% per aver partecipato alla coalizione con lo stesso Pasok e Nuova Democrazia alle ultime elezioni era precipitata allo 0,5, uscendo dal Parlamento. Tra tutti e due nella migliore delle ipotesi non passerebbero il 5. Rischiano la soglia di sbarramento anche i Greci Indipendenti: dal 4,8 che avevano, stanno tra l' 1,7 e il 3,4.

     

    george papandreou george papandreou

    Non ci sarà proprio, invece, il Movimento dei Socialisti Democratici (Kinima), fondato e guidato dall' ex premier socialista George Papandreou. Anche lui aveva tentato l' intesa con il Pasok, ma il fossato con la dirigenza che dopo di lui ha preso il partito fondato da suo padre si è rivelato incolmabile.

     

    Già a gennaio il Kinima aveva preso un 2,5% insufficiente a entrare in Parlamento, e ora i sondaggi lo davano tra l' 1 e l' 1,3%. «Problemi finanziari» è stata la spiegazione che ha dato Papandreou: un' ammissione che è al tempo stesso una sintesi di amara ironia sull' intera situazione del Paese. Così, per la prima volta dal 1920 non ci sarà un Papandreou candidato: una fine di dinastia il cui impatto concreto è minimo, ma quello simbolico altissimo.

     

    parlamento greco parlamento greco

    In compenso, però, con sondaggi tra il 2,9 e il 4%, stavolta dopo 23 anni di esistenza extraparlamentare potrebbe entrare in Parlamento una Unione Centrista che si ricollega anch' essa alla storia politica dei Papandreou: anche se a quella liberale di Papandreou nonno, piuttosto che quella socialista di Papandreou padre. A ogni modo, tra il 16 e il 24% dei greci sarebbero ancora indecisi. Abbastanza per far fare l' ennesima figuraccia ai sondaggisti e rivoluzionare ogni possibile previsione.

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