1. USA: CASO BRENNAN, 12 EX DIRIGENTI INTELLIGENCE CONTRO TRUMP
BRENNAN
(ANSA-AP) - Dodici ex dirigenti dell'intelligence hanno diffuso una nota congiunta per ammonire il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha deciso la revoca del nullaosta per la sicurezza all'ex direttore della Cia John Brennan, definendo questa scelta "sconsiderata e senza precedenti". "L'azione del presidente contro Brennan e la minaccia di simili azioni contro altri ex dirigenti non ha niente a che fare con chi dovrebbe avere la sicurezza o meno e tutto a che fare con un tentativo di soffocare la libertà di parola". Tra i firmatari figurano sei ex direttori della Cia, cinque ex vicedirettori e l'ex direttore della Nia, James Clapper. Due di loro, Clapper e l'ex direttore della Cia Michael Hayden, sono nella lista delle persone per le quali la Casa Bianca sta valutando la revoca del nullaosta.
2. VIA L' ACCESSO AI SEGRETI E TRUMP PUNISCE L' EX CAPO DELLA CIA
Marilisa Palumbo per il ''Corriere della Sera''
mueller trump
John Brennan era nella situation room il giorno della cattura e dell' uccisione di Osama bin Laden. Ma da mercoledì il presidente americano Donald Trump ritiene che il governo non abbia più bisogno della consulenza dell' ex direttore della Cia, e ha dunque revocato le sue «security clearances»: l' accesso alle informazioni riservate che gli ex capi delle agenzie di intelligence conservano anche dopo la fine del loro mandato.
Con lui, fa sapere la Casa Bianca, potrebbero perderle anche altri, nomi che a scorrerli coincidono pericolosamente con una lista di critici del presidente: dall' ex direttore dell' Fbi James Comey all' ex vice procuratore generale Sally Yates, licenziati da Trump, fino all' ex consigliera per la Sicurezza nazionale di Obama, Susan Rice. Elenco al quale l' ammiraglio della Marina in pensione William H. McRaven, che guidò i Navy Seal in Pakistan contro il leader di al Qaeda, ha chiesto di far parte.
«Caro presidente - ha scritto al Washington Post - considererei un onore se revocasse le mie autorizzazioni così che io possa aggiungere il mio nome alla lista di donne e uomini che si sono espressi contro la sua presidenza».
Brennan in particolare è da mesi durissimo con Trump, e ha definito da «alto tradimento» il suo comportamento durante l' incontro con il leader russo Vladimir Putin a Helsinki, quando espresse dubbi sulle interferenze di Mosca nelle presidenziali.
obama brennan michael morell
La portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, ha giustificato il provvedimento contro Brennan con il suo comportamento «imprevedibile». Ma poche ore dopo la vera ragione l' ha fornita lo stesso Trump al Wall Street Journal: l' indagine sulle interferenze russe nelle presidenziali è una «caccia alle streghe», Brennan e gli altri sarebbero i responsabili di averla guidata, quindi togliere loro accesso alle informazioni riservate «era qualcosa che andava fatto». Una mossa da repubblica delle banane per il senatore repubblicano Bob Corker come per l' ex segretario di Stato dem, John Kerry.
Brennan ha affidato a un editoriale sul New York Times la sua risposta: Trump, scrive, «vuole spaventare i suoi critici fino al silenzio». L' ex capo della Cia definisce «fesserie» le dichiarazioni di Trump secondo il quale non c' è stata alcuna collusione con la Russia.
La collusione c' è stata eccome, sostiene, bisogna solo provare se costituisce una «cospirazione criminale» e se c' è stata ostruzione della giustizia. Ora, sottolinea, in quello che sembra anche un allarme sulla possibilità che il prossimo obiettivo del presidente possa essere il procuratore speciale, è importante che Robert Mueller possa completare il suo lavoro senza interferenze.
BARACK OBAMA john brennan
Intanto, in cima alla lista dei suoi nemici Trump torna a mettere i giornali. L' editoriale «congiunto» di oltre 300 testate per sanzionare gli attacchi del presidente contro la libera stampa ha fatto perdere le staffe a «The Donald», che in un tweet tutto maiuscolo ha scritto: «I media pieni di fake news sono il partito di opposizione. Gran brutta cosa per il nostro grande Paesema stiamo vincendo!».