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    “TUNISINO DI MERDA, FIGLIO DI PUTTANA, COSA FAI QUA?” - L'INFERNO PATITO ALL’INTERNO DELLA QUESTURA DI VERONA DA MOHAMED, SVEGLIATO CON IL GETTO D'URINA DI UN POLIZIOTTO E BUTTATO A FACCIA IN GIÙ NELLA SALA ARRESTATI – “GLI AGENTI RIDEVANO E MI PUNTAVANO LA TORCIA NEGLI OCCHI. QUANDO HO DETTO CHE VOLEVO CHIAMARE IL MIO AVVOCATO, UNO DI LORO MI HA RISPOSTO: "STAI ZITTO, ALTRIMENTI ENTRO DENTRO E VEDI COSA TI FACCIO” – LA DENUNCIA: "I POLIZIOTTI SONO ENTRATI IN CASA E MI HANNO RUBATO 2 MILA EURO"


     
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    Estratto dell’articolo di Niccolò Zancan per la Stampa

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    Via Lavello, Verona.

    Periferia Nord. «Ricordo tutto di quella sera. La sera dell'arresto. Ricordo che Mohamed aveva bevuto, era agitato e stavamo litigando. Ricordo che la bambina piangeva e i poliziotti sono entrati in casa, ci hanno rubato 2 mila euro. Tutti i risparmi che avevamo. E poi l'hanno preso di forza e l'hanno portato via».

     

    Due mila euro, il telefono, due gratta e vinci. Ecco il bottino. Il verbale di perquisizione è stato falsificato.

     

    Intanto Mohamed D., 30 anni, decoratore originario di Sfax, a Verona da 6 anni, è stato portato in questura per il solito trattamento. Che inizia con una frase pronunciata dall'agente Federico Tomaselli a bordo della volante: «Tunisino di merda, figlio di puttana, cosa fai qua?». Preso a calci nel tunnel della questura, svegliato con il getto d'urina di un poliziotto, buttato a faccia in giù nella sala arrestati. Agonizzate, in preda a convulsioni.

     

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    «Non riuscivo a respirare», dice adesso Mohamed D. «Gli agenti ridevano e mi puntavano la torcia negli occhi. Poi se ne sono andati. E quando io mi sono ripreso, quando sono andato a parlargli al vetro che separa la stanza degli arrestati, quando ho detto che volevo chiamare il mio avvocato, uno di loro mi ha detto. "Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio"». Metodo Verona? «Questo non posso dirlo», premette l'avvocato Simone Bergamini, che difende proprio Mohamed D. «Ma posso affermare che la notizia dell'arresto di quei poliziotti non ci ha colti di sorpresa.

    Avevamo gli occhi ben puntati su questo genere di fenomeno.

     

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    Stavamo raccogliendo testimonianze. Altri miei clienti mi hanno riferito di essere stati pestati e maltrattati. Presto chiederò un incontro in procura per riferire i fatti». Certo: non era tutta la questura. E certo: sono stati gli stessi poliziotti della Squadra Mobile a portare alla luce le violenze dei colleghi delle Squadra Volanti. Ma sono in tutto 27 gli agenti finiti nelle indagini, non solo i cinque agli arresti domiciliari. Ventisette poliziotti e poliziotte che a Verona infierivano su persone che non erano nemmeno in grado di difendersi. Così la domanda, adesso, è questa: da quanto andava avanti? Quante sono le vittime che non hanno denunciato?

    ricostruzione delle violenze nella questura di verona - corriere della sera ricostruzione delle violenze nella questura di verona - corriere della sera

     

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