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    L’AD DI MONDADORI MAURIZIO COSTA SBIRCIA SU DAGOSPIA LA STORIA DEL TENTATIVO (ANDATO A VUOTO) DI GIAN ARTURO FERRARI DI CREARE UNA CASA EDITRICE DI LIBRI CON IL GRUPPO ESPRESSO E FA SALTARE LA NUOVA CORPOSA SEZIONE CULTURA DESTINATA A DARE LUSTRO A ‘’PANORAMA’’ - UN PROGETTO AFFIDATO APPUNTO A FERRARI, LEGATO ALLA CASA DI SEGRDATE DA UN CONTRATTO DI CONSULENZA - UN CONFLITTO DI INTERESSI NON PARTICOLARMENTE GRADITO…


     
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    MAURIZIO COSTAMAURIZIO COSTAGIAN ARTURO FERRARIGIAN ARTURO FERRARI

    La fuga di notizie sul progetto di nuova casa editrice non ha portato fortuna a Gian Arturo Ferrari, che già si era visto respingere il progetto dall'ad del Gruppo Espresso Monica Mondardini e da Rodolfo De Benedetti, dopo un primo entusiastico interesse da parte del presidente con sempre meno poteri Carlo De Benedetti (nessuno si vuole mettere nella testolina che i 500 e rotti milioni del Lodo Mondadori, congelati in banca in attesa della sentenza della Cassazione, andranno a finire non nelle tasche di Carletto ma nelle casse della Cir di Rodolfo dove il padre non più padrone non ha nemmeno un ufficio).

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    Mentre metteva in pista il suo "beautiful dream" con il Gruppo Espresso, Ferrari si stava incontrando nei mesi scorsi a Segrate anche con l'amministratore delegato della Mondadori Maurizio Costa per costruire un altro progetto, quello di una nuova corposa sezione cultura su ‘'Panorama'', il settimanale di casa bisognoso di lustro e di sostegni dopo anni di gestione giornalistica militarizzata.

    RODOLFO DE BENEDETTIRODOLFO DE BENEDETTI

    Tutto saltato dopo l'indiscrezione di Dagospia. Letto il Dagoreport, Costa, che già aveva annusato la trama, ha chiamato Ferrari al telefono, con la scusa di volerne sapere di più. Ferrari prima è stato evasivo, poi ha detto tutte chiacchiere a vuoto, certo De Benedetti lo aveva cercato con tanta insistenza, ma lui no, non gli interessava ... Era uno dei tanti corteggiamenti....

    E invece è bastato qualche spiffero di vento per sollevare il velo: ex editor aggregati (Andrea Cane, ... ), altri contattati, avances ad autori sotto contratto, preventivi richiesti a primari distributori e promotori librari, individuata sede zona Corso Venezia, un dettagliato business pian ... Il tutto avviato nel 2011 quando era ancora in essere un rigido patto di non concorrenza con Mondadori.

    GIORGIO MULEGIORGIO MULE

    A questo punto era troppo anche per Costa (ingegnere triste ma suscettibile) che, raccontano gli ascensori di Segrate, ha chiamato dal secondo piano (dove sono le redazioni) al quinto, l'empireo della Mondadori, il direttore di Panorama Giorgio Mulé e gli ha detto: "Senta, sa Ferrari? Ho pensato che è meglio non fame più niente".

     

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