Federico Berni per corriere.it
federica elli
Ultimo gong, Sylvester Stallone vincente, la musica entrata nel mito del cinema, l’enfasi del finale all’americana. Federica spegne la tv e capisce. Il giorno dopo, in casa, esprime un desiderio a sorpresa: «Mamma, voglio fare pugilato».
Un anno e mezzo di duri allenamenti, e la quattordicenne di Vimodrone Federica Elli si laurea campionessa d’Italia di pugilato «schoolgirl», nella categoria 54 chili. Domenica, sul ring di Roseto degli Abruzzi, da debuttante, ha battuto ai punti (con verdetto unanime) la rivale Benedetta Bianca, una siciliana coriacea che invece ha già qualche torneo interregionale alle spalle.
federica elli
— parola di chi la allena — «ha i numeri per arrivare lontano», anche se è troppo presto per potersi immaginare quanto, vista l’età giovanissima e montarsi la testa, a 14 anni, rischia di trasformarsi in peccato mortale. Federica resta una ragazza che, invece di dedicarsi al nuoto o alla ginnastica ritmica come hanno fatto tante sue coetanee, ha scelto di mettersi i guantoni.
E che, quando sale sul ring, picchia forte come una macchina da guerra. Non lo fa di certo per chissà quale rabbia da smaltire, come accade a tanti giovani disagiati che scelgono la «nobile arte» per emergere, assecondando il cliché della gioventù del ghetto in cerca di riscatto. Lei va a scuola. È ben educata, tranquilla, amata dalla famiglia, senza traumi e men che meno storie tormentate alle spalle.
Lezioni, studio e palestra. Ogni giorno. Federica è iscritta al primo anno del liceo turistico, ama il rap, usa i social come tutti i giovani della sua età. Non è una ragazza che spreca certo le parole, ma fa un largo uso di ganci vari e di colpi ai fianchi quando combatte: «Fare pugilato mi fa stare bene.
Mi fa sfogare. Sono piuttosto timida, lo so, ma sul ring cambia tutto. Ho visto la boxe nei film, ho il mito di Mike Tyson, il mio preferito, sogno di diventare la nuova Katie Taylor (la campionessa irlandese che ha unificato tutte le cinture iridate dei pesi leggeri ndr). E quindi un giorno, dopo aver visto Rocky in tv, ho deciso di cominciare, cercando una palestra vicino a casa».
La Kombat Academy di Vimodrone le ha aperto subito le porte: «Il primo giorno ero molto emozionata — ammette Federica — non sapevo come comportarmi, non mi uscivano le parole». Quando ha iniziato a far vedere di cosa era capace, però, il suo allenatore — Alessandro Balzari — l’ha portata nella squadra agonistica, unica donna e unica minorenne in un gruppo di una decina di ragazzi. «Sul ring ho capito che quello era il mio posto», ricorda la giovane.
Da parte di coach Balzari traspare ammirazione sincera e tanta fiducia: «È una ragazza tosta, per bene. Prima del torneo, per rientrare nel peso, faceva due sessioni di allenamento al giorno. Coi guantoni è una forza della natura, pressa, attacca e incassa, fino a sfiancare l’avversaria, ricorda quei pugili messicani che non scappano mai.
Quando ha cominciato qui da noi, ha messo tutti in riga. Ha grande forza e voglia di arrivare, ma è anche una ragazza normale come le altre, perché la boxe è uno sport per tutti, non solo per quelli “sporchi e cattivi’ come spesso si è invece portati a credere». Domenica scorsa, dunque, la bella vittoria nei campionati italiani, con i selezionatori della nazionale che le hanno messo gli occhi addosso, impressionati dal suo talento, dalla sua tecnica e dal suo modo di battersi.
Per Federica è in arrivo una chiamata da Roma e lei giura che si farà trovare pronta: «Io voglio combattere, ho questo spirito dentro».
federica elli federica elli