Andrea Tarquini per “la Repubblica”
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Bella sera quel venerdí 28 febbraio 1986 nell'affollatissima Sveavägen in pieno centro a Stoccolma. Olof Palme stava andando al cinema senza scorta, lui premier svedese con tanti nemici nel mondo. Sognava ore da persona normale, la moglie Lisbet a braccetto. Alle 23,21 un uomo lo sfiorò, gli sparò un solo colpo di Magnum 357 e fuggì indisturbato nella folla.
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Domani mattina alle 9,30 in punto, dopo 30 anni d'indagini finora girate a vuoto sul caso Kennedy del Grande Nord, la giustizia svedese darà il verdetto finale. E Jan Stocklassa - il reporter investigativo amico dello scrittore Stieg Larsson e che dopo la sua morte ha preso il testimone dell'inchiesta segreta - è ottimtista. «Confido che sapremo dai giudici il nome dell'assassino. Uno svedese ancora vivo. E ora vi racconto come andò, col ruolo decisivo di una polizia segreta straniera e dell'ultradestra svedese », racconta come in un giallo nordico.
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«Avremo la soluzione, non credo definitiva, ma sapremo molto di più», dice Stocklassa, prevedendo polemiche. «Probabilmente domani il pubblico mondiale conoscerà il nome dell'assassino, uno svedese ancora vivo libero in Svezia ». Stocklassa sa chi è, ma tace per non incappare nel reato di calunnia. La pista giusta non è quella seguita decenni fa a carico del reazionario Stieg Engstrom poi morto suicida nel 2000, né del tossicomane Christer Petterson arrestato e poi rilasciato per insufficienza di prove. Poi si parlò di un ex mercenario, Bertil Wedin, accusato di contatti con il Sudafrica razzista.
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«Non faccio nomi svedesi, ma certo scattò un'intesa, un complotto tra svedesi di estrema destra convinti che Palme atteso in visita a Mosca volesse svendere la Svezia all'Urss - lui che aveva portato alle stelle le spese militari contro la minaccia sovietica - e la polizia segreta sudafricana. Alti ufficiali sudafricani, guidati dal colonnello Craig Williamson organizzarono tutto, aiutati dalla P2 legata in affari in Sudafrica. Alcuni vennero da noi. La Säpo, l'intelligence svedese, non si accorse di nulla».
Simpatie di destra di alti ufficiali svedesi facilitarono. «Gli ultrà svedesi avevano armi legalmente registrate o Smith&Wesson importate illegalmente come quella che uccise Palme. I sudafricani ne portarono altre, e li addestrarono. Non trovarono tra gli ultrà svedesi professionisti come loro: il killer sparò un colpo solo, non due al cuore e uno alla testa come tradizione degli assassini di Stato di Pretoria». Ancora oggi sarà difficile per polizia e giudici fare un nome, «ma scommetto che è svedese vivo e libero, in Svezia», dice Stocklassa.
OMICIDIO DI OLOF PALME
«Non un professionista, ma riuscì a fuggire tra la folla: la polizia reagì con incompetenza, troppo lentamente, chiuse e isolò una zona troppo piccola del centro, non inviò né reparti cinofili né truppe speciali né elicotteri. Lo stato d'emergenza fu proclamato solo due ore e mezza dopo», quando Palme era già morto in ospedale. Secondo questo filone di indagine i sudafricani volevano vendicarsi: Palme aveva bloccato forniture di modernissime armi al regime razzista che aveva avuto l 'atomica con il sospetto di aiuto israeliano e lavorava a virus letali solo per i non bianchi.
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«I nuovi 007 sudafricani hanno appena fornito in segreto alla Svezia ogni informazione sul ruolo del passato regime, in cambio della loro totale immunità e amnistia, 30 anni dopo - aggiunge Stocklassa - Stieg Larsson lo aveva presunto e poi scoperto: il veto di Palme alle forniture di superarmi svedesi ai razzisti era motivo sufficiente per eliminarlo, a questo si affiancò l'odio della destra svedese verso Palme».
Per Pretoria, operazione prioritaria: «Dieci o venti loro 007 operarono da noi, con ogni informazione, da terroristi pronti a uccidere. Guidati da Craig Williamson che poi divenne uomo-chiave dello Stato maggiore delle forze armate dell'apartheid. Aiutati da ultrà svedesi, allora ben meno organizzati e temibili di oggi. Incitati da Pretoria a uccidere Palme accusato di voler tasformare la Svezia nella sedicesima repubblica dell'Urss».
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Adesso il cerchio si chiude, la Svezia ha scelto la soluzione negoziata con Pretoria. Il massimo in grado Craig Williamson è ancora vivo, non teme nulla. Trent' anni dopo, Palme premier di sinistra odiato dalla destra perché pacifista e a sinistra, perché aristocratico tra Kennedy e Berlinguer, resta vittima rimpianta ma senza colpevoli.
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